Maria, madre di misericordia
Data: Mercoledi 25 Maggio 2011, alle ore 9:11:39
Argomento: Devozione


dal libro di Carlo Chenis, Maria beatitudine del quotidiano, Editrice Elle Di Ci, Leumann1993, pp. 77-86.



 

Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio del Popolo, il Dio con noi è il Dio della misericordia. Sotto tale attributo la sua divinità si esplica in compassione attiva verso l'infelicità umana cagionata dal peccato. Il Signore provvidente si muove così alla pietà e al perdono. L'intero scorrere della storia della salvezza commenta la grande misericordia dell'Altissimo. Egli è il giusto che pietoso scagiona con tenerezza di madre. É il Padre dal volto materno; il Figlio che dona alla nascente Chiesa la sua diletta Madre; lo Spirito che adombra di divino la Vergine dell'Annunciazione.
Maria è il volto creaturale della misericordia di Dio che si riflette con umile grandezza nella Chiesa. Esprime l'attaccamento ricco di amore e di maternità del Creatore, indica il sacrificio di chi sa amare per primo, manifesta il silenzio che si fa Parola. Maria è colei che in modo esemplare sperimenta l'amorevole presenza dell'Altissimo riunendo, dall'uno all'altro capo, la rivelazione divina. Ella è figlia che piena di grazia si rivolge al Padre, è sposa illibata che attende il pieno ricongiungimento con il suo Signore, è madre che vede compiersi con il suo parto verginale i giorni della promessa. Ella riconosce che «di generazione in generazione la misericordia di Dio si stende su quelli che lo temono» (Lc 1,50). La sua voce diventa oracolo, cioè manifestazione del programma di pietà misericordiosa voluta da Dio per l'umanità di ogni tempo, per ogni figlio dell'uomo che alberga sulla faccia della terra.


1. La misericordia come tenerezza e fedeltà


« Iahvè, Iahvè, è un Dio di tenerezza e di grazia, tardo all'ira e ricco di misericordia e di fedeltà» (Es 34,6).

Il Dio eternamente fedele

La rivelazione annuncia anzitutto la fedeltà di Dio. La risposta divina al travisamento e al rinnegamento dell'uomo è conferma di fedeltà alla Parola data. La fedeltà del Signore umanamente tradita diventa misericordia, possibilità di riscatto offerta a chi intende riconciliarsi con lui. Dio, come ricorda Zaccaria ripieno di Spirito Santo, «ha concesso misericordia ai nostri Padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto per tutti i nostri giorni» (Lc 1,72-75). L'evento che con suprema evidenza manifesta la divina misericordia nella indiscussa fedeltà all'alleanza è la missione messianica del Cristo, interlocutore perfetto del Padre, vero Dio e vero uomo.
La Madonna sperimenta questa fedeltà e, per singolare privilegio, ha la possibilità di corrispondere al progetto dell'Altissimo con adesione incondizionata «servendolo senza timore ». Ella per la particolare preparazione del suo spirito « sa vedere, attraverso i complessi avvenimenti di Israele prima, e di ogni uomo e dell'umanità intera poi, quella misericordia di cui "di generazione in generazione" si diviene partecipi secondo l'eterno disegno della santissima Trinità» (Dives in misericordia 9). Ella si associa alla fedeltà di Dio nel non ripudiare l'umanità decaduta. Fedele al suo disegno, diventa eletto strumento di misericordia.

Il Dio dalle viscere materne

Il ritmo della salvezza è scandito dall'infinita tenerezza di Dio. L'Altissimo genera creando dal nulla l'universo e l'uomo. Ritrova bello e ricco di bontà ciò che ha creato, si compiace della compagnia di Adamo ed Eva che ha plasmato a sua immagine e con loro dialoga affabilmente. Di fronte al misconoscimento della legge divina notifica ai progenitori gli effetti deleteri del male insidiatosi nelle loro coscienze. Ma subito promette alleanza su alleanza. Sempre interviene indulgente quando il calice della sofferenza è troppo amaro: «Le mie viscere si commuovono per Efraim, per lui trabocca la mia tenerezza» (Ger 31,20). E costantemente in attesa del ritorno del prodigo alla casa paterna. Il Dio burbero e burrascoso che affligge il Popolo dalla dura cervice è anche madre premurosa che minaccia castighi per arginare le cattive inclinazioni del proprio nato. Il Dio terribile che non esita a punire chi ha il cuore indurito, difende ad oltranza con materna misericordia ogni suo fedele, fa decantare il male per esaltare ciò che di bene trova negli uomini e ne esalta ogni loro sforzo.
La vergine di Nazaret «in modo particolare ed eccezionale, come nessun altro, ha sperimentato la misericordia e al tempo stesso, ha reso possibile con il sacrificio del cuore la propria partecipazione alla rivelazione della misericordia divina> (Dives in misericordia 9). Ella genera il frutto più grande dell'amore misericordioso: Gesù, il Dio che viene ad abitare in mezzo a noi. Maria è segno delle viscere di misericordia che Dio usa per noi tutti. Ella ha provato la gioia di vivere in comunione con l'Altissimo, di essere adombrata dal suo amore. Ella diffonde questa gioia accettando il programma della misericordia divina. La tenerezza verso il Figlio non si carica di astio contro chi rende difficili le condizioni della sua nascita. Il suo affetto non diventa ossessione nel distrarre il Figlio dalla sua missione salvifica. Il suo amore la spinge ad accogliere dal Figlio morente in croce la maternità della Chiesa. Con tenera pietà riceve il cadavere del Figlio. Con gaudio materno raduna attorno a se i discepoli nel condividere lo Spirito che già tutta la pervade. Dolce madre è presenza di misericordia nella Chiesa.


2. La misericordia come giustizia e solidarietà

La giustizia divina è misericordia

Dio conosce la fragilità della natura umana e accredita a giustizia ogni gesto di affidamento alla sua divina bontà. La misericordia di Dio non ammette l'irenica sopportazione dell'umana iniquità. L'Altissimo è giudice che insegna a distinguere il bene dal male, che permette dolente la possibilità di allontanarsi da lui. È arbitro di molti popoli che provvidente offre un regno immortale ai giusti, a chi ha subito oppressione, a chi ha provato i tormenti di ingiuste sentenze, a chi è rimasto fedele nella persecuzione.
La misericordiosa promessa di giustizia passa attraverso Maria. Maria è donna giusta, è la nuova Eva che riconosce la sovranità della legge divina e la osserva con amore; non si sente soggetta ad una norma inibente ma scopre nell'ossequio a Dio la radice della libertà personale. Il suo senso della giustizia soprannaturale diventa adorazione dell'Onnipotente e impegno di misericordia verso il prossimo. In lei le speranze dei giusti trovano compimento.
La crocifissione del figlio è vissuta da Maria come suprema prova della misericordia di Dio. Questo atto di giustizia infinita offerto all'umanità al fine della salvezza dei buoni e di chi non ha misura del proprio agire perverso, la trova pienamente compartecipe. «Nessuno ha sperimentato, al pari della Madre del Crocifisso, il mistero della croce, lo sconvolgente incontro della trascendente giustizia divina con l'amore: quel "bacio" dato dalla misericordia alla giustizia. Nessuno al pari di lei, ha accolto col cuore quel mistero, quella dimensione veramente divina della redenzione, che ebbe attuazione sul Calvario mediante la morte del Figlio, insieme al sacrificio del suo cuore di madre, insieme al suo "sì" definitivo (Dives in misericordia 9).

La misericordia divina è solidarietà

Per dovere di giustizia l'inerme non può essere schiacciato, poiché ogni umana creatura ha pari dignità. In Dio la solidarietà è provvidenza. Interviene continuamente in difesa degli ultimi e sollecita l'uomo a farsi cooperatore della divina misericordia. Sovrabbondano nella Scrittura le ammonizioni che perorano la difesa dell'orfano e della vedova, del povero e dell'oppresso. Non mancano interventi pieni di compassione per chi soffre tormenti e s'incontra pauroso con la morte. Dio non accetta preghiere e sacrifici se la carità non li pervade. E stanco dell'ingiuria, camuffata di culto, degli scribi e farisei che non percepiscono l'imperativo: «Misericordia voglio, non sacrificio» (Mt 9,13).
Maria è in tutto solidale ai disegni di Dio. Davanti all'angelo celebra la sua misericordia verso l'umanità. Il «fiat mihi secundum verbum tuum», preannuncia il «fiat voluntas tua» che Gesù, suo Figlio, rivolgerà al Padre. Ed il Cristo riferendo le parole del Padre: «Tu non hai voluto né sacrificio, né offerta, un corpo invece mi hai preparato» (Eb 10,5), riunisce al progetto di misericordia di Dio l'assenso di Maria. In lei la pietà diventa servizio gratuito nella testimonianza della sua fede. Con affetto si dedica alla cugina Elisabetta, dimentica se stessa nel seguire il Figlio, è sola ad accompagnarlo sulla via della Croce. Maria è modello di sollecitudine. Il suo zelo per le anime non trascura i bisogni del corpo. Non è ostensione dei propri meriti ma silenzio composto, scrutato solo da Dio cui non sfugge alcun gesto di amore. Non è azione indiscreta ma coraggio di seguire ad oltranza lo sconfitto perché possa scoprire nell'ultimo istante l'infinita bontà di Dio. In Maria glorificata, la misericordia feconda il precetto della carità e diventa intercessione. È madre del buon consiglio che fa intuire ai fedeli il vero bene e ammonisce i peccatori. E maestra che addita una giustizia non contraffatta dagli interessi di potere o dalla difesa del proprio «particolare». E guida che indica la giusta via. È donna forte che impone il perdono delle offese e sollecita la sopportazione di chi è molesto. È la vergine santa che implora Dio per i vivi e per coloro che si accostano al tribunale della divina misericordia.


3. La misericordia come perdono e riconciliazione


La misericordia divina è invito alla conversione

Dio non lascia vagare l'umana creatura nell'ignoranza dell'errore poiché deve poter discernere il bene dal male per aderire intimamente al sommo bene che è Dio stesso. Tutta la creazione è voce che geme la presenza di Dio ed il coro dei profeti è voce clamorosa che manifesta la necessità di preparare la via del Signore e di convertirsi a lui con tutto il cuore. Con la «voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri» (Is 40,3) ed il monito del Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino», (Mt 3,1), Dio si rivolge misericordioso a tutti gli uomini di buona volontà perché abbandonino le opere del peccato.
Maria è modello di creatura che in tutto segue la volontà di Dio, ne intravvede la presenza, ne percepisce la misericordia senza limiti. La sua opera è incessantemente rivolta alla realizzazione del regno. Non avendo bisogno di perdono, poiché è senza colpa alcuna, mostra la sovrabbondante gioia di chi riposa in Dio e invita gli uomini a sentire nel proprio cuore la voce del Signore per accoglierla con sincerità. In lei si attua compiutamente la profezia del regno messianico tanto da poter generare l'autore stesso della vita. La Chiesa, guardando la purezza immacolata della Vergine, desidera ognor più la conversione degli uomini perché possano godere nuovamente della condizione che Dio aveva riservato per le sue creature e sappiano così assaporare la sua misericordia.

La misericordia di Dio è perdono dei peccati

Il Dio di ogni misericordia non nasconde il castigo che incombe sugli empi, ma solleva l'indigente dalla polvere, dimentica il peccato di chi è contrito, annuncia l'ora della salvezza per tutti gli uomini di buona volontà.
La grande opera della divina misericordia appare nel momento in cui Maria presenta all'umanità, attraverso i Magi di Oriente ed i pastori di Israele, I'atteso dalle Genti. Ella, vergine madre, porta agli uomini la fonte e l'occasione del perdono divino. Ella, piena di grazia, merita e diffonde la misericordia di Dio sull'umanità schiava del peccato. Ella, glorificata, lascia percepire a chi l'invoca l'infinito amore del Padre che perdona, che guarisce, che invita al banchetto eterno. La misericordia di Dio, che si rispecchia in Maria e si attua in Cristo, trova nella Chiesa il luogo del perdono e della grazia. La sposa di Cristo sempre preferisce usare «la medicina della misericordia piuttosto che l'arma della severità» (Giovanni XXIII, All. 11 ottobre 1962) e invece di condannare «avrà sentimenti di bontà e di pace, e pregherà perché sia concessa da Dio quella misericordia che ciascuno implora per se stesso» (Paolo VI, All. 14 settembre 1965).

La misericordia di Dio ha la forza della riconciliazione

Dio si fa presente «di generazione in generazione» per riconciliare a sé l'uomo. Per divina misericordia, Dio prende questa iniziativa che trova il suo compimento in Cristo aprendo i tempi ultimi dell'economia salvifica. «Se mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita» (Rm 5,18). Ad ogni persona che si affaccia su questo mondo perviene, grazie ai meriti di Cristo, una proposta di riconciliazione definitiva.
Maria vive in perfetta armonia con il Signore, conosce a fondo il mistero della sua misericordia, vede da vicino il sacrificio di Gesù per riconciliare il mondo al Padre, coopera «con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime» (Lumen gentium 61). La riconciliazione è dono permanente offerto da Dio all'umanità attraverso la Chiesa. La materna intercessione di Maria facilita, nel rincorrersi delle generazioni, l'unione dei credenti con Cristo attingendo alla sua misericordia.


4. La misericordia come impegno e beatitudine


La misericordia è impegno per il regno

L'amore di Dio si concretizza con l'attuarsi della promessa messianica. L'amore di Maria trova il suo esito nella perfetta sequela Christi. Il gaudio di Maria passa attraverso le amarezze della missione del Figlio. La sua gioia è nell'offerta della divina redenzione all'intera umanità. Il sacrificio del servo sofferente e il suo sacrificio di serva della volontà divina si congiungono nella consapevolezza della vittoria finale. La grande opera della divina misericordia è la redenzione offerta a tutti.
La giustizia del cristiano è filtrata dalla compassione e si attua attraverso le opere di misericordia. L'impegno cristiano per il regno si svolge nel servizio attento per sopperire ai bisogni materiali e spirituali dei fratelli. Sollevando dall'indigenza e annunciando il Vangelo, il credente diventa presagio dell'infinita misericordia di Dio.

La misericordia è beatitudine del regno

Nel discorso della montagna Gesù l'addita come via al cielo. Solo attraverso il perdono di coloro che ci affliggono possiamo meritare il perdono di Dio e comprendere la sua misericordia; solo spezzando il pane della vita quotidiana e quello della vita eterna con i nostri fratelli siamo in grado di condividere le gioie del regno e sperimentare la sovrabbondante misericordia di Dio. Maria dall'alto dei cieli vive la sua beatitudine «cantando in eterno le misericordie del Signore» (Sal 89,2).

 







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