Splendore della Santità di Dio
Data: Sabato 1 Ottobre 2011, alle ore 16:56:30
Argomento: Culto


Una riflessione litugico-pastorale sulla solennità dell'Immacolata Concezione di Gabriele Maria Pellettieri, in Missio Mariae 9 (2004) n. 34, pp. 8-9.

 



L'8 dicembre la Chiesa celebra la Solennità dell'Immacolata Concezione di Maria. Con gioia inesprimibile la Chiesa, in tal modo, c'invita ad unirci al coro degli Angeli ed al giubilo delle anime beate del Paradiso per festeggiare la Vergine Maria in uno dei suoi privilegi più eccelsi che fa di Lei la creatura più santa che la terra abbia mai conosciuto e l'immagine più sublime della santità di Dio. La solennità mariana non disdice affatto con il tempo liturgico dell'Avvento, anzi, nella luce radiosa dell'Immacolata, l'Avvento viene compreso nella pienezza del suo vero significato, come tempo gioioso di attesa e di intensa preparazione alla nascita di Gesù. La Vergine Maria ha vissuto in modo unico l'attesa della Nascita del Redentore, che portava nel suo grembo verginale. Per questo possiamo affermare che l'Avvento è il tempo liturgico più mariano dell''anno.
Il privilegio dell'immacolata Concezione è una verità di fede definita dogmaticamente nel 1854 dal beato Pio IX. Il Papa, nel decreto di definizione, affermava: «è dottrina rivelata da Dio che la Vergine Maria fu preservata immune da ogni macchia del peccato originale dal primo istante della sua concezione». Questa definizione era il coronamento di un culto tributato dal popolo di Dio che, da tempi remotissimi, invocava e celebrava la Madonna col titolo di «Immacolata».
La Vergine Maria, nel suo privilegio di esenzione da ogni macchia di peccato originale, costituisce il segno concreto del compimento da parte di Dio della volontà di salvare l'uomo e della sua fedeltà alle promesse antiche. Inoltre, l'Immacolata, che già sulla terra brillava radiosa nello splendore della sua santità, rappresenta il modello sublime della nostra meta finale, ossia di ciò che noi diventeremo al termine del nostro cammino terreno: «santi e immacolati» (Ef 1,4) al cospetto di Dio, come afferma san Paolo nella seconda lettura della Messa del giorno.
Il privilegio dell'Immacolata Concezione di Maria, non dice solo assenza da ogni macchia di peccato, ma significa soprattutto pienezza della grazia di Dio. L'Immacolata, infatti, è il trionfo della grazia e della santità di Dio. La sua bellezza, lo splendore dei suoi privilegi e delle sue virtù, fanno di Lei una creatura più divina che umana, l'unica, sbocciata sulla terra, degna di attirare lo sguardo e la compiacenza di Dio. L'Immacolata è la Donna vagheggiata all'inizio dei tempi e da Dio promessa come Madre del Redentore: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,15); è la Donna che, nella pienezza dei tempi, diventa la Madre di Gesù e, per la sua piena collaborazione alla Redenzione del Figlio, la Corredentrice universale del genere umano; è la Donna che appare «vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1), la Vincitrice del «drago rosso», di satana, Colei che porterà le schiere dei figli di Dio alla vittoria finale.
Nel nome dell'Immacolata, segno grandioso di speranza per l'umanità, si apre e si chiude la storia della salvezza. Di Lei parla la Bibbia all'inizio dei tempi (Genesi), nella pienezza dei tempi (Vangeli) e alla fine dei tempi (Apocalisse). Il Vangelo proclamato all'assemblea radunatasi per celebrare la solennità, propone  una pagina fondamentale della nostra salvezza: il racconto dell'Annunciazione. Dio ha trovato nella Vergine immacolata la nuova Eva disposta ad accettare il suo piano e a fare sempre la divina Volontà. Alla proposta dell'Angelo di diventare la Madre del Verbo Incarnato, Ella risponde con profonda umiltà: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). In quel momento l'Immacolata, riparando il peccato e la disobbedienza di Eva, dava inizio all'opera della Redenzione, con l'incarnazione del Verbo di Dio nel suo seno verginale.
Guardando alla Vergine Maria nello splendore della sua eccelsa santità, ci appare ancora più evidente la terribile realtà del peccato, di cui solo i Santi avvertono fino in fondo la bruttezza, la gravità e i terribili effetti che produce nell'anima e sull'umanità intera.

 

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