Vertice e modello della femminilità
Data: Martedi 8 Novembre 2011, alle ore 16:41:30
Argomento: Donna


Un articolo di Maria Gabriella Iannelli in Missio Immaculatae International, n. 1, gennaio 2005, pp.18-19.



All'Immacolata, modello perfetto di vergine, sposa e madre, dovrebbe guardare ogni donna cristiana, imitandone le virtù. In Lei, vittoriosa sul serpente infernale e sul peccato, la femminilità è stata redenta.

All'inizio della storia umana, Eva viene presentata accanto ad Adamo nello stato di giustizia e di perfezione, in armoniosa complementarietà: Adamo ed Eva, il maschio e la femmina, realizzano l'essere umano nella sua totalità, creato a immagine e somiglianza di Dio, nelle due dimensioni della mascolinità e della femminilità.
Questa visione di ordine e di bellezza, però, viene interrotta da una visione ben più triste: la disobbedienza e l'orgoglio dei Progenitori che si lasciano ingannare dal diavolo nelle sembianze di un serpente, profanando la giustizia originale, e nell'uomo avviene una profonda lacerazione con lo squilibrio delle passioni e l'incendio della concupiscenza.
Ma un'altra meravigliosa visione profetica si succede a queste: Dio stesso, dopo la caduta originale, presenta il suo disegno di misericordia: una «Donna» unita al Figlio (al «suo seme») schiaccia la testa al serpente ingannatore: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe. essa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,15). É la promessa della salvezza per mezzo di una donna e della sua progenie, cioè per mezzo di Cristo e di Maria, che restaureranno l'ordine infranto da Adamo ed Eva e saranno il "nuovo Adamo" e la "nuova Eva", strettamente uniti nell'operare il riscatto dell'umanità dal peccato.
La "nuova Eva" è l'Immacolata, è Colei che restituisce all'antica Eva la bellezza originale deturpata dal peccato, è la donna perfetta che «riprende e rinnova ciò che nel mistero della creazione corrispondeva all'eterno disegno di Dio creatore» (Mulieris dignitatem, n. 11). Nell'Immacolata, quindi, contempliamo qual è la donna nel pensiero di Dio, come Egli l'ha voluta e quale è la missione che ab aeterno le ha affidato. «Maria - afferma Giovanni Paolo II - significa riandare verso quel "principio" in cui si ritrova la donna cosi come fu voluta nella creazione, quindi nell'eterno pensiero di Dio, nel seno della Santissima Trinità. Maria è "il nuovo principio" della dignità e vocazione della donna, di tutte le donne e di ciascuna» (ivi).
La donna, la quale porta in sé l'impronta di Eva peccatrice, per ritrovare la sua immagine originale deve modellarsi nell'Immacolata, la donna perfetta che non solo possiede la giustizia originale del "principio", prima della caduta, ma possiede la pienezza di grazia (cf Lc 1,28), di bellezza e di amore, al vertice di ogni perfezione.
Questa "Donna" che la Sacra Scrittura ci presenta in immagini di suggestiva bellezza, oltre ad essere Colei che schiaccia la testa al serpente e la "piena di grazia", è anche la donna del fiat (cf Lc 1,38) e del Magnificat (cf Lc 1,46). la donna forte ai piedi della Croce (cf Gv 19,25), la «donna vestita di sole» (A p ] 2,1 ) «bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come un esercito a vessilli spiegati» (Ct 6,10).
È un ritratto meraviglioso di donna che, con la fortezza invincibile che le deriva dalla concezione immacolata, è vittoriosa sul demonio e sul peccato; Donna davvero "libera" che è capace di aderire in tutto ai disegni divini, accettando con amore la Divina Volontà sia quando la chiama alla gioia, sia quando le chiede sacrifici e dolori inenarrabili; Donna che innalza a Dio il suo cantico di amore e di riconoscenza leggendo negli avvenimenti terreni l'espressione della Provvidenza di Dio. L'intrepida fortezza di questa Donna rifulge ancora ai piedi della Croce dove, ripetendo il suo fiat, accetta la morte ignominiosa del Figlio Divino e compie l'offerta sacrificale di sommo amore e dolore quale Corredentrice universale. Questa Donna singolare brilla di luce straordinaria nella sua Assunzione al Cielo in anima e corpo: ultimo atto della sua vita terrena e inizio della sua glorificazione eterna.
Questa Donna eccelsa che possiede la pienezza di grazia, di virtù e di bellezza è la restauratrice di Eva e, in Eva, di ogni donna, come afferma il Papa: «In Maria, Eva riscopre quale è la vera dignità della donna, dell'umanità femminile» (Mulieris dignitatem, n. 11).
Nelle virtù e nella perfezione di Maria, ogni donna, di qualsiasi età e condizione, deve specchiare se stessa, o meglio, deve ritrovare se stessa secondo il disegno di Dio, perché, ci ricorda il Papa, Maria è "il nuovo principio" sia della vocazione, sia della dignità femminile: l'antico principio è Eva che ha instillato nella natura femminile quel veleno di morte che porta al disordine totale, se non è rifiutato. All'antico principio, bisogna sostituire il "nuovo principio" che è Maria, per riscattarsi dalla maledizione di Eva e partecipare della pienezza di grazia dell'Immacolata, imitandola nelle sue virtù e perfezioni. Colei che vuole realizzarsi come donna deve perdere l'eredità di Eva, ossia l'egoismo, la vanità, la superbia, la sensualità, e praticare le virtù di Maria: la carità, la modestia, l'umiltà, la purezza.
La femminilità, dunque, è redenta in Maria e in Lei trova la perfezione delle sue espressioni: verginità, maternità, sponsalità. L'Immacolata è la Vergine, la Madre, la Sposa perfetta, e ogni vergine, sposa e madre trova in Lei un modello non solo da ammirare, ma sopratutto da imitare nella vita, per essere veramente Donna.

 

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