Maria e la pienezza del tempo
Data: Domenica 18 Dicembre 2011, alle ore 18:16:54
Argomento: Patristica


di Angelo Gila in Santa Maria "Regina Martyrum", 14 (2011), n. 2 (34), pp. 19-23



Per i Padri della Chiesa il "tempo" è caratterizzato da un filo storico continuo, tessuto da Dio, di cui la venuta di Cristo forma il centro e la pienezza. In questa dimensione sono stati oggetto di riflessione alcuni tratti salienti della dimensione "tempo" che hanno riscontri con santa Maria.
 

I nostri antichi Padri nella fede, alla scuola della Parola di Dio, hanno maturato una "concezione del tempo" realista ed insieme di forte valore teologico e pastorale. Essi sottolineano che Gesù è venuto nel nostro mondo, ossia, nel "tempo", non per cancellare dalla faccia della terra la gioia e il dolore, la nascita e la morte: è venuto per riempire queste realtà della sua divina presenza. Pertanto, se è vero che l'uomo è immerso nel tempo e in esso nasce, vive e muore è anche certo, come canta la Chiesa nella solenne Veglia pasquale in riferimento a Cristo vivo ieri, oggi e sempre, che «a lui appartengano il tempo e i secoli>1. La vicenda umana, ricordano i Padri della Chiesa, pur soggetta al tempo, viene posta da Cristo nell'orizzonte dell'immortalità. «Si è fatto uomo tra gli uomini - insegna Sant'Ireneo - per unire il principio alla fine, cioè l'uomo a Dio»2. E san Gregorio di Nazianzo scrive che «l'uomo non invecchierà nello spirito: accetterà la dissoluzione come il momento stabilito per la necessaria libertà. Dolcemente trasmigrerà nell'aldilà dove nessuno è immaturo o vecchio, ma tutti sono perfetti nell'età spirituale»3. In questo contesto di fede sono maturati percorsi di pensiero patristico sulla dimensione "tempo" meritevoli di attenzione nei quali è presente anche santa Maria per il posto unico che occupa nella Storia della salvezza.


1. Maria e il tempo speso, impegnato, donato

Questo percorso di pensiero patristico sul "tempo", è di stampo ascetico-pastorale. É noto che sono molti ed autorevoli i Padri della Chiesa che, con finissimo intuito pastorale e pratico, presentano Maria quale specchio di vita vissuta. Così Atanasio di Alessandria (†373) il quale proclamava: «la sacra Scrittura che ci fa da maestra e la vita di Maria Madre di Dio sono sufficienti come meta perfetta e norma di vita celeste»4. Ambrogio di Milano (†398), una delle più grandi figure della Chiesa latina antica e massimo esponente del pensiero mariologico occidentale, insegnava che la vita di Maria basta da sola ad ammaestrare tutti5. Su questa lunghezza d'onda, poiché -insegnano i Padri - le azioni degli uomini sono misurate dal tempo6, troviamo qua e là evidenziati alcuni atteggiamenti di Maria che si ricollegano ad una delle concezioni patristiche del "tempo", ossia, che esso è l'unico bene sottoposto interamente alla responsabilità personale e come tale deve essere vissuto bene perché è nel tempo che l'uomo decide della sua sorte7. In questo contesto Atanasio di Alessandria rileva, tra l'altro, che santa Maria «il tempo che le avanzava dalle sue occupazioni lo dedicava al servizio dei poveri...non dormiva molto, ma soltanto quel tempo necessario per concedere riposo al corpo. Poi si dedicava ai suoi doveri e alla lettura delle Scritture»8. Ambrogio di Milano nei suoi scritti di timbro pastorale, ha in merito a Maria e il tempo speso, impegnato e donato rilievi significativi: era «amante dello studio divino»9; «Nel lavoro non si concedeva tregua»10. Riflettendo sul testo evangelico della visita di Maria ad Elisabetta nota: «E rimase con lei tre mesi. E in così lungo tempo non cercò di confermarsi nella fede, ma si esercitò nella carità»11. Parecchi Padri della Chiesa amano rilevare che il tempo esistenziale vissuto con coraggio e fermezza da Maria per Gesù Cristo è stato contrassegnato dalla sofferenza, dalla fatica della fede. «La Madre stava ritta ai piedi della croce, mentre gli uomini fuggivano»12 puntualizza Sant'Ambrogio; «Tua Madre, per amore tuo, ha sopportato tante sofferenze» rileva Giacomo di Sarug (†521)13. Severo patriarca di Antiochia (†538): definisce Maria "martire" perché la sua è stata un'esistenza martoriata14.


2. Maria e la pienezza del tempo

Questo altro percorso di pensiero patristico sulla dimensione "tempo", approfondito dai Padri della Chiesa alla scuola della Parola di Dio, è di stampo squisitamente biblico ed ha come base il fatto che Dio si è rivelato al mondo attraverso la via della "storia" divenuta di conseguenza "storia di salvezza". Se allora la storia è il luogo della rivelazione di Dio, la dimensione "tempo" assume un'importanza decisiva nell'ambito di questa autocomunicazione di Dio al mondo. La storia, infatti, è ritmata dal tempo, e il tempo si snoda in epoche, ere, millenni, secoli, anni, mesi, giorni, ore, momenti. I Padri della Chiesa, in particolare Sant'Agostino, hanno riflettuto molto sulle varie epoche della storia salvifica che vanno dalla creazione del mondo fino alla venuta del Signore nella carne15. É significativo rilevare che essi amano sintonizzare il tempo della creazione dell'uomo con il tempo dell'incarnazione del Signore, per sottolineare che con l'incarnazione il tempo della creazione si compie in pienezza per il fatto stesse che Dio si è calato dentro la storia dell'uomo, l'eternità è entrata nel tempo, la salvezza ha raggiunto il suo culmine16. Se pertanto secondo il linguaggio biblico patristico la "pienezza del tempo" è segnata dall'incarnazione (cfr Gal 4,4), è ovvio che Maria occupi un posto unico nella dimensione della pienezza del tempo: è tramite il grembo di Maria che la nostra terra è divenuta il grembo di Dio. I Padri della Chiesa, hanno riflettuto molto su questa presenza determinante di Maria nella pienezza della storia/tempo della salvezza. Ireneo di Lione, il teologo della storia della salvezza, definisce Maria che ha dato il suo personale assenso all'incarnazione: «causa di salvezza»17. Altri Padri specialmente dell'Oriente, sottolineano la centralità di Maria nella pienezze del tempo facendo coincidere il giorno della creazione con il giorno dell'Annunciazione: «Non era forse sommamente conveniente - scrive Atanasio I Antiocheno - che colui il quale ha creato l'uomo all'inizio, scegliesse il medesimo giorno per unirsi alla carne?.... Sembrava del tutto conveniente che l'Incarnazione iniziasse proprio nel giorno della nostra creazione.... Era conveniente che il peccatore fosse rinnovato nello stesso giorno in cui era stato creato. Perciò quel giorno [25 marzo] Gabriele fu inviato a portare alla Vergine il lieto annuncio alla generazione incorrotta e a preannunciarle che per suo mezzo la salvezza veniva offerta a tutte le genti»18.


3. Maria e il fluire del tempo

Questo terzo percorso di pensiero patristico relativo "al fluire del tempo e Maria" è teologico e cultuale. I nostri Padri nella fede insegnano che Maria è attivamente presente ed operante nella storia/tempo della salvezza sia oggettiva e sia soggettiva. A livello della salvezza oggettiva attraverso il fiat libero che ha dato all'annuncio dell'angelo, rendendo così possibile l'incarnazione del Verbo. A livello della salvezza soggettiva, per il fatto che continua a contribuire nel fluire del tempo alla salvezza del popolo di Dio attraverso la sua intercessione materna e questo sia sul piano soprannaturale come su quello naturale. Per gli antichi cristiani, infatti, la missione salvifica di Maria non si è conclusa con la sua morte ma si è in qualche modo sviluppata ed intensificata. Basti ricordare alcune testimonianze antichissime, quale primizia della presenza perenne di Maria nel tempo. Anzitutto la più antica preghiera mariana che conosciamo, risalente al III secolo, o, al più tardi, all'inizio del IV: «Sotto la tua misericordia ci rifugiamo, Madre di Dio. Le nostre suppliche non respingere nel bisogno, ma dal pericolo strappaci, sola casta, sola benedetta». Rivolta direttamente alla Vergine, la preghiera è un'invocazione collettiva alla Vergine Madre di Dio che lascia intravvedere la consuetudine, da parte della comunità cristiana, di rivolgersi direttamente alla Vergine invocando il suo aiuto nei tempi difficili della necessità e del pericolo19. San Gregorio Nisseno (†392) parla di una apparizione della Vergine a san Gregorio Taumaturgo20. Lo storico ecclesiastico dell'antichità, Sozomeno, ci informa che in una piccola chiesa di Costantinopoli una divina potenza distribuiva grazie ai malati e ai bisognosi. Lo storico, poi, puntualizza che era convinzione comune si trattasse della Madre del Signore21. Prescindendo dalla storicità o meno di queste informazioni è importante prendere atto che già nel IV secolo le apparizioni della Madonna nel fluire del tempo erano ritenute fenomeni possibili e normali. Il vescovo Severiano di Gabala (†408) commentando le parole di Maria del Magnificat 'Mi diranno beata tutte le generazioni' (Lc 1,48) rileva: «E che le giova, potrebbe obiettare qualcuno, se non ode. Ma certo che ode, perché si trova in uno splendido luogo, perché è nella regione dei viventi, lei, la Madre della salvezza, la sorgente della luce»23. In questo contesto molto chiaro sul collegamento tra il cielo e la terra, tra l'eterno e il tempo, il vescovo Severiano, in un momento storico difficile per il popolo di Costantinopoli, preoccupato per un'imminente invasione dei barbari, presenta Maria che intercede sconfiggendo i barbari: «Anche ora non manca a Dio Debora, non mancò a Dio Giaele. Abbiamo noi la santa Vergine Madre di Dio che intercede per noi. Se infatti una donna qualunque riportò vittoria, quanto più la madre di Cristo umilierà i nemici della verità!»23. É pertanto evidente che per i Padri della Chiesa Maria è attivamente presente, nelle forme più svariate di soccorso, nella dimensione "tempo", per il posto centrale che occupa nella Storia della salvezza. É significativo, poi, rilevare come sia corale e sentito il pensiero che Maria è stata assunta in cielo non solo per essere nella gloria ma anche per svolgere nel tempo un compito di intercessione e protezione a favore dell'umanità. «Egli ti ha condotto presso di sé, - così si rivolge a Maria un omileta dell'VIII secolo - affinché tu potessi intercedere per noi»24. Teotecno, vescovo di Livia in Palestina (VI-VII sec), con finezza teologica mette bene in evidenza la continuità tra il ruolo terreno e quello celeste di Maria: «Quand'era in terra vegliava su tutti; era come una provvidenza universale per tutti i suoi sudditi. Assunta in cielo, costituisce per il genere umano una fortezza inespugnabile; intercede per noi presso il Figlio suo e Dio»25.

NOTE
1 Liturgia della Veglia pasquale
2 IRENEO DI LIONE, Adversus haereses, 4,20,4.
3 GREGORIO Dl NAZIANZO, Discorso dopo il ritorno dalla campagna, 11
4 ATANASIO ARESSANDRINO, Sulla verginità; TMPM I, 282.
5 AMBROG1O DI MILANO, Le vergini 15; TMPM 3 166.
6 DIDIMO DI ALESSANDRIA, Sur le Genèse 5, 1-2 §145,Tome II: SC 244, 22-23.
7 Cfr. P. SINISCALCO,V. Tempo, Dizionario patristico e di antichità cristiane, II, 3363.
8 ATANASIO ALESSANDRINO, Sulla verginità; TMPM I. 280.
9 AMBROGIO DI MILANO, Le vergini 2,7; TMPM III, 164.
10 Ibid.
11 ID, Le vergini 12; TMPM III, 165.
12 ID, Le vergini 49; TMPM III, 171.
13 GIACOMO DI SARUG, Discorso sulla sepoltura, ossia, morte, della santa Genitrice di Dio Maria, vv. 13; TMPM IV 172.
14 SEVERO DI ANTIOCHIA, Omelia II sull'Annunciazione, 9; TMPM 1, 643.
15 Cfr. l'esposizione e la citazione dei testi in A. SERRA, Maria e la pienezza del tempo, Milano, Paoline, pp. 32-33; 70-72
16 Cfr. GIOVANNI APOLO II, Tertio  millennio avveniente, n. 9.
17 IRENEO DI LIONE, Adversus haereses, III, 22, 4; TMPM I, 171.
18 ANASTASIO ANTIOCHENO, Omelia II sull'Annunciazione 7-8.
19 Per un commento approfondito sotto l'aspetto eucologico, cfr. R. IACOANGELI, Sub tuum praesidium. La più antica preghiera mariana: filologia e fede, in La mariologia nella catechesi dei Padri (Età prenicena), Roma, LAS, pp. 207-240.
20 GREGORIO Dl NISSA, Vita di san Gregorio Taumaturgo, TMPM I, 329-330.
21 SOZOMENO, Storia ecclesiastica 7,5; TMPM I, 522.
22 SEVERANO DI GABALA, Omelia sulla creazione del mondo, 10; TMPM 1, 428.
23 ID, Omelia sul Legislatore; I MPM 1, 429.
24 PS. MODESTO, Encomium in b. Virginem X; PG 86/2, 3301
25 TEOTECNO DI LIVIA, Omelia sull'assunzione della santa Madre di Dio 35; TMPM 2, p. 87.

 

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