Un articolo di Giuseppe Pelizza SDB su Rivista di Maria Ausiliatrice del 2004.
1. Perché pregare il Rosario?
In un tempo come il nostro così denso e vivace, la preghiera del Rosario non rischia forse di apparire un po' anacronistica?
Il dubbio è legittimo, ma non per questo giustificato. La ripetizione lenta delle stesse parole ha un senso profondo se lo si inquadra nella dimensione temporale dell'uomo il quale ha bisogno di ripetere i gesti che fa per trovare certezze che lo guidino nella vita. In fondo gran parte del nostro apprendimento avviene tramite questa via: ripetere ciò che conosciamo. Inoltre, è proprio la ripetizione che conferma e rassicura. Il bambino da un lato vuole apprendere favole nuove, dall'altro desidera che gli si raccontino le favole che già conosce come mezzo preferenziale per apprendere a gestire il mondo che lentamente conosce e scopre. È la ripetizione dei gesti che costituisce l'uomo nel suo apparire al mondo. È la ripetizione che fonda il rito e che dà certezza di appartenenza.
Qualunque ambito del vivere umana analizziamo, vedremo che alla base di esso vi sono dei gesti abitudinari che infondono quella sicurezza di cui siamo profondamente alla ricerca.
Ecco perché anche la ripetizione delle preghiere, e il Rosario lo è per antonomasia, è via pedagogica al nostro rapporto con Dio. Certo qui parliamo non della ripetizione pura e semplice, della meccanica della parola, ma di quella ripetizione che fa scendere nel profondo di noi stessi, esattamente come fanno i buddisti che a iosa ripetono le stesse frasi fino a farle diventare substrato del loro stesso inconscio. Questo substrato poi, una volta consolidato, dirige le altre componenti immaginifiche che suggono alla razionalità e dirigendole fornisce struttura alla personalità. L'agire della ripetizione nel mondo orientale ha proprio questo scopo. Non per nulla anche nelle recenti innovazioni psicoterapeutiche si è venuta valorizzando questa scoperta tanto antica ma sempre nuova della ripetizione di un medesimo gesto o di una frase semplice che si fa spazio nella mente e nel cuore del recitante.
Ma il Rosario è anche qualcosa di più, è per noi credenti, soprattutto un guardare a Gesù con gli occhi di Maria. È una riscoperta del femminile che abita ciascun essere umano come dimensione capace di generare vitalità e personalità in un tempo in cui il femminile stesso è offuscato nella sua essenza e disperso in rivoli cangianti che poco rassicurano.
2. Contemplare Cristo con Maria
La preghiera del Rosario, ci dice il Papa, è uno strumento, una via concreta - personale e della famiglia - per vivere con Gesù, per "rimanere" con lui e la Madre sua in serena compagnia e amicizia. La lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" è un documento di fondamentale importanza nel culto mariano. Può essere considerato il testamento mariano di Giovanni Paolo II che ha fatto suo il cammino di Maria: "Totus Tuus". È la fondazione teologica della preghiera a Maria in generale e, per lo specifico del documento, del Rosario. Questa fondazione teologica è sintetizzata soprattutto nel capitolo primo: "Contemplare Cristo con Maria".
Il Rosario è preghiera estatica e contemplativa di Gesù. Contemplare Gesù. Tutt'altro che semplice godimento estetico. Contemplare il Signore Gesù è immergersi in lui. Fare nostra la sua esistenza, il suo insondabile mistero di vita e d'amore. Esserne impregnati. Il Rosario allora diventa preghiera spiccatamente contemplativa. Preghiera che si alimenta ai misteri della vita di Gesù e nello stesso tempo chiede un aiuto, una intercessione alla Madre sua, Maria. Chiede a lei di raccontarci tutti i "ricordi" di lui che sono impressi nel suo cuore di Madre.
Conosciamo la povertà della nostra esistenza, la pigrizia nell'accogliere il progetto di Dio su di noi, le distrazioni e gli interessi che depistano le nostre giornate da Cristo. Maria, con la preghiera del Rosario, ci richiama all'essenziale: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). Commenta il Papa: ci invita "a eseguire le disposizioni di Cristo" (RVM 14).
3. Il Rosario, "preghiera di Gesù" occidentale
La "preghiera di Gesù" è preghiera tipicamente orientale (cf "I racconti del pellegrino russo" e altri testi del genere). Essa consiste in una invocazione ripetuta lentamente, a ritmo di respiro. È un'invocazione pregnante, ricca di significato: "Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me".
Il Rosario può essere definito la "preghiera di Gesù" del mondo occidentale. È un po' più complicata. È, secondo le nostre caratteristiche, molto più ricca di parole. I fratelli orientali, più mistici, riescono a concentrarsi su poche parole…
"L'Oriente e l'Occidente cristiano pregano con la corona anche se le loro preghiere - ha scritto Riccardi - sono differenti. In Oriente, la preghiera di Gesù e ripetitiva, ma esprime la concentrazione del cuore. Il nostro Rosario esprime l'arte della preghiera dell'Occidente, sperimentata nei secoli da tanta parte del popolo cristiano".
La preghiera di Gesù richiede una certa calma, una notevole distensione. È necessario acquisire dei ritmi che permettano lo stato di preghiera. Così è anche per il Rosario. Forse per arrivare a questo dovremmo, in un primo tempo, ridurre le parole. Ripeterle lentamente. Assorbirle nel cuore.
Per noi i misteri del Rosario e l'"Ave, o Maria" - questa ha il suo centro nella ripetizione soave del nome di Gesù: "…del tuo seno Gesù" - sono gli strumenti che concentrano i raggi di sole provenienti dalla vita di Cristo e ci aiutano a scaldarci al fuoco del suo amore. Sono sintesi e richiamo del messaggio di salvezza che egli ci ha consegnato.
Il Rosario è meditazione del mistero del suo amore. È impregnare di Cristo il mondo e la nostra vita: "Per me il vivere è Cristo" (Fil 1,21).
Il Rosario è dunque la catena d'amore che unisce tutti coloro che amano Gesù e Maria. Di quanti vivono all'unisono con la Chiesa.
I grani del Rosario rappresentano gli anelli tra Dio e gli uomini. Tra ognuno di noi e i fratelli.
Il Rosario è forza d'amore, protezione contro il male, annuncio di pace.
Il Rosario è preghiera della Madre di Cristo e nostra. "Con l'Ave Maria - ha scritto Luigi Santucci - chiediamo alla Madre di Dio di essere orante su tutte le nostre ore. Con strategia a tutto cuore uniamo nell'invocazione il presente col futuro: l'adesso, "nunc" (nicchia intima di urgenze, dolori, pene e speranze); e il punto finale e definitivo, l'ora, il passo, il trapasso per la porta, il momento terribile. Lei può farlo. Anzi lo vuole fare, dopo essere stata vicina a Cristo per coglierne l'ultimo respiro sul Calvario. Lo fa dal cielo, dove Dio l'ha portata capolavoro della salvezza, glorificata con Cristo".
Per tutto questo il Rosario diventa il respiro dell'anima, il libro di preghiera dei semplici, il breviario dei poveri… Attraverso di esso tutti hanno accesso a Dio, a Cristo, a Maria… Al Paradiso.
Il Rosario è strumento impareggiabile di amore, di gioia, di pace… di tutti i doni dello Spirito.
4. Il Rosario fa bene allo spirito e al cuore!
Il rosario fa bene al cuore. Il Rosario, prima d'essere una formula ripetitiva, è una preghiera, un gesto d'amore. E l'amore non è mai monotono, per sua natura è ripetitivo. Uno studio scientifico comparativo sull'effetto del Rosario sui ritmi cardiovascolari automatici, ha confermato il valore terapeutico del Rosario proprio per la reiterazione della stessa preghiera e delle stesse parole. L'oggetto di questo studio è stato così concepito: "Verificare se le formule ritmiche come il Rosario… possano sincronizzarsi e rinforzare gli intrinseci ritmi cardiovascolari e modificare la sensibilità alla baroflessione". Le conclusioni dello studio sono state: "Le formule ritmiche che implicano sei respiri per minuto inducono effetti psicologici e probabilmente fisiologici favorevoli". Non è il caso di sviluppare in questo contesto l'analisi dello studio comparativo. Ad esso hanno partecipato anche ricercatori italiani di Pavia e di Firenze.
La notizia sui giornali italiani è apparsa così: "Una ricerca svela un potere terapeutico inaspettato sullo scompenso cardiaco. La preghiera del Rosario regolarizza il battito cardiaco e la pressione. Migliora l'ossigenazione del sangue e la resistenza allo sforzo fisico". "Il Rosario (quello canonico, in latino, che prevede la recitazione per tre volte di 50 "Ave, o Maria") riduce gli atti respiratori a 6 al minuto contro i 14 della respirazione spontanea. Col Rosario si verifica, in pratica, una sincronizzazione del respiro con il ritmo del cuore e con quello della circolazione del sangue. Un effetto che è senz'altro benefico: diversi studi hanno dimostrato che se l'ossigenazione del sangue migliora, la pressione si normalizza e la tolleranza all'esercizio fisico aumenta".
Sono indicazioni molto utili che ci possono confermare nell'utilizzo di questa pratica popolare di preghiera che è il Rosario. Anzi, le conclusioni più che positive ci devono indurre a non tralasciarla mai, a farne uso più spesso quando affanni, sofferenze… gioie quotidiane chiedono d'essere condivise con Gesù e Maria.
La pratica del Rosario ha una parentela storica con pratiche religiose degli Arabi, le quali, a loro volta, sono state apprese dai monaci tibetani e dai maestri di yoga indiani. Queste grandi religioni - induismo, buddismo, islam - hanno in comune anche una fattispecie di "corona", una serie di grani tenuti insieme da una cordicella. L'uso e il suo significato è diverso.
5. Il Rosario, "un raggio di sole e di speranza sulla nostra vita"
Il Rosario è dunque un aiuto, una possibilità in più che ci viene offerta per star bene, per guarire. Che la preghiera avesse questa capacità lo si sapeva per esperienza vitale della Chiesa. Ora è confermato da verifiche scientifiche.
L'efficacia del Rosario trova fondamento nella ripetitività della preghiera di Gesù. "La ripetizione meccanica delle Ave Maria - ha scritto E. Schillebeeckx - risveglia verità salutari precedentemente acquisite, rimesta nelle ceneri di una vita religiosa anteriore. Il rosario é un prolungato atto di carità, con un andamento assai lento. È un rapporto d'amicizia di cui l'anima, in certi momenti, scopre il ricco contenuto (per esempio l'Annunciazione, la nascita o la morte del Signore, ecc.) mentre continuiamo a sgranare senza fatica le "poste" della corona".
La preghiera, ha sempre detto la Chiesa, ha una potenza positiva esplosiva sulla salute psichica e fisica della persona, aumenta le difese, rasserena, mette il cuore in pace con Dio e con i fratelli.
Abbiamo bisogno di imparare a pregare. Non ne sappiamo mai abbastanza. La preghiera del Rosario potrebbe e dovrebbe ridiventare il nostro colloquio abituale con Maria per un motivo in più, per mantenere la nostra salute fisica e psichica. Per ricuperarla...
Con Paolo VI, eleviamo il cuore a Maria e preghiamola di insegnarci a pregare con lo stesso amore con cui lei ha amato Gesù. Scrive: "Dobbiamo pregare la Madonna. Beati noi se siamo fedeli a recitare la prece così popolare e splendida del santo Rosario, che è come scandire il nostro respiro affettuoso nell'invocazione: "Ave, Maria"; "Ave, Maria"; "Ave, Maria"… Fortunata la nostra esistenza se si intreccia a questo serto di rose, a questa ghirlanda di lodi a Maria, e ai misteri del suo Divin Figlio! Inoltre, insieme con il Rosario, altre preghiere mariane la Chiesa pone sulle nostre labbra. Non dovrebbe perciò mai passare una giornata senza che, da parte di tutti i fedeli, si rivolga un saluto, un pensiero alla Madonna, per attrarre in tal modo, un raggio di sole e di speranza sulla nostra vita" (15.8.1964).
Il Rosario è un cammino di fede che ci apre la porta della Gerusalemme celeste ove non c'è più né sofferenza né morte, né fatica né pianto. Dove invece c'è un posto preparato per ciascuno di noi. Una Madre che ci attende per accompagnarci da Gesù suo Figlio e dal Padre.
Il Rosario può essere una preghiera "da nulla". Ma attraverso di esso si muove la storia. Perché in chi ha in mano la corona e muove le labbra è presente lo Spirito Santo. Quello stesso Spirito che ha reso gravido il grembo di Maria. Dove c'è lo Spirito, dove opera lo Spirito Santo si compiono sempre opere meravigliose. Strepitose. Lì Gesù è generato nei cuori. Lì Cristo riversa i tesori della Risurrezione, della redenzione.
6. "Pronuncia il nome di Maria"
La Madonna è veramente la via più facile, più bella e sicura per giungere a Gesù! La preghiera del Rosario è il colloquio del cuore. Ci guarisce dal male e dalla superficialità. Ci fa intimi a Gesù e a Maria. Contemplativi.
Negli anni passati un cimelio è andato ad arricchire il tesoro della Basilica di sant'Antonio a Padova. È un manoscritto di san Massimiliano Kolbe, il martire della carità di Auschwitz. In esso è scritto: "Se il diavolo potesse dire "Maria" l'inferno si cambierebbe in Paradiso. Tu che ti trovi in difficoltà non disperare. Pronuncia il nome di Maria".
San Bernardo di Chiaravalle, innamorato di Maria, ci è di stimolo nell'amare Maria, nel crescere nella fiducia e nell'abbandono nei riguardi di lei. Nel realizzare tutto quanto è racchiuso come in un pacco dono nella preghiera del santo Rosario. Essa è preghiera del cuore. Preghiera degli innamorati. E l'amore trova sempre risposta presso Dio. Tutto quello che il santo dice in relazione a Maria, lo possiamo dire del Rosario, preghiera che lei ama. E lei l'ha chiesta più volte perché sa che per mezzo di essa veniamo immersi nel mistero dell'incarnazione di Gesù, della redenzione da lui operata e della vita eterna. Attraverso il lieve mormorio delle "Ave, o Maria" la mente e il cuore si aprono alla presenza di Dio. A Dio. Scrive san Bernardo:
"O chiunque tu sia,
che nel mare di questo mondo
ti senti come sballottato in mezzo alla tempesta,
se non vuoi essere sommerso dalle onde,
non distogliere lo sguardo dal fulgore di questa Stella.
Se insorgono i venti delle tentazioni,
se vai contro gli scogli delle tribolazioni,
guarda la stella, invoca Maria!
Se, turbato dal pensiero delle tue colpe,
stai per lasciarti vincere dalla tristezza,
e sei per cadere nell'abisso della disperazione,
pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi,
pensa a Maria, invoca Maria.
Seguendo lei, non devierai;
invocandola, non ti smarrirai;
pensando a lei, non peccherai;
tenendoti stretto a lei, non cadrai;
affidandoti a lei, più nulla temerai.
Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera,
sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".
Concludo con un'altra preghiera che offro alla meditazione non solo del nostro giovane lettore ma a tutti coloro che attraversando questo nostro tempo affascinante e nello stesso tempo inquietante cercano nel Rosario la pace del cuore:
Regina del santissimo Rosario
in quest'epoca di indifferenza religiosa,
di insicurezza umana e vocazionale,
mostra la tua potenza e dal tuo trono,
da cui dispensi perdono e grazie,
volgi uno sguardo misericordioso
sulla Chiesa del tuo Figlio.
Impetra sull'umanità il tempo del perdono,
e ottieni per noi,
che meschini esseri umani
ci presentiamo davanti a te,
le grazie di cui abbiamo bisogno
per rispondere con amore
all'amore che Gesù riversa nei nostri cuori,
e per vivere in rettitudine e santità
ogni giorno della nostra vita.
Insieme ai fedeli cristiani di tutto il mondo,
con i grani della corona ti preghiamo
e ti rendiamo onore e lode
come "Regina del santo Rosario",
"causa della nostra letizia".
Amen.
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