La presenza della Vergine nell'Anno Liturgico
Data: Domenica 13 Settembre 2009, alle ore 17:17:26
Argomento: Culto


Per celebrare il Mistero in Maria e con Maria

Il dato dottrinale ci insegna, come appena visto, che la Vergine Maria ha partecipato intimamente alla storia della salvezza, attivamente presente, in modo vario e del tutto unico, ai misteri della vita di Cristo. La Chiesa celebrando, quindi, i misteri a cui Maria fu associata, fa viva e costante memoria anche del ruolo da lei avuto nella storia della salvezza. La parte avuta da Maria nel mistero dell’Incarnazione, della nascita, della manifestazione di Cristo e la partecipazione della  Madre al mistero pasquale del Figlio e al costituirsi della Chiesa mediante il dono dello Spirito, costituiscono i cardini della presenza di Maria nella celebrazione dell’Anno liturgico e i motivi – chiave sprigionanti l’atteggiamento cultuale della Chiesa.[1]

1. EVOLUZIONE STORICA DELLE FESTE MARIANE

La presenza di Maria nella celebrazione liturgica è antecedente all’esistenza di feste mariane specifiche. Nei primi secoli della Chiesa non si può parlare di un culto alla Vergine inteso in senso diretto e distinto, ma si Maria si fa “memoria” all’interno della celebrazione del mistero di Cristo. Inoltre al loro sorgere le feste della Madre di Dio sono delle anamnesi della storia della salvezza e solo più tardi esse assumeranno un’accentuazione che tenderà a far risaltare la persona della Vergine considerata in sé e prenderanno uno sviluppo progressivamente indipendente, anche se la prospettiva resterà sempre di tipo storico – salvifico. Solo nel medioevo subentrerà un moltiplicarsi disordinato e vistoso di feste, la cui crescita numerica è in proporzione inversa al valore. Abbandonato il percorso storico – salvifico ci si fermerà su privilegi, virtù, rivelazioni private, apparizioni ecc., dando origine a feste in cui la pietà spesso non illuminata sorpassa e mette nell’ombra la vera e autentica dottrina.[2]

1. Feste mariane in Oriente

Il culto liturgico di Maria è nato a Gerusalemme e la festa del 15 agosto ne è il fondamento. Dopo essere stata celebrata a Kathisma, il luogo dove, secondo la tradizione, Maria si riposò nel suo viaggio verso Betlemme, essa fu trasferita, verso la fine del V secolo al Getsemani, nella basilica dove si venerava la tomba di Maria. La festa di Maria Theotokos, si trasformò in quella della Dormitio della Madre di Dio. Alla fine del VI secolo fu costruita una chiesa vicino alla Porta delle pecore, al nord del Tempio, sulle vasche dove si situa la guarigione dell’infermo di Betsaida (Gv 5,1-19). In questa chiesa si comincerà a celebrare il ricordo della nascita di Maria l’8 settembre. Sempre nel VI secolo fu dedicata a Maria una chiesa in prossimità del sagrato del Tempio, vicino alla Moschea di Al-Aqsa. In questa chiesa si comincerà a celebrare la festa della presentazione di Maria al Tempio, nel giorno della dedicazione del tempio avvenuta il 20/11/543. A queste prime feste si sono via via aggiunte quella detta delle Congratulazioni alla Madre di Dio (26 dicembre),  dell’Annunciazione (25 marzo), dell’Incontro col vecchio Simeone (2 febbraio).

2. Feste mariane in Occidente

Negli anni immediatamente seguenti al Concilio di Efeso del 431, Papa Sisto III (432-440) fece edificare una basilica sull’Esquilino dedicata alla Madre di Dio e conosciuta come S. Maria Maggiore. Essa fu la prima delle chiese erette in Occidente e dedicate alla Vergine. Qui si cominciò a celebrare il 1 gennaio una festa del Natale di Maria che fu la prima festa di Maria nella liturgia romana. Nel corso del VII secolo vennero introdotte a Roma le quattro feste più importanti dell’Oriente e cioè quella del 2 febbraio, 25 marzo, 15 agosto, 8 settembre. Papa Sergio I (687-701), così come riferisce il Liber Pontificalis, ordinò che queste celebrazioni venissero accompagnate da una solenne processione che si partiva dalla chiesa di S. Adriano nel Foro Romano e arrivava fino a S. Maria Maggiore. Fino al secolo XIV queste furono le uniche feste mariane della liturgia romana. Nel corso dei secoli, fino ai nostri giorni, sono state istituite moltissime feste mariane. Ecco un breve schema che non le contiene tutte. Per alcune feste viene indicata la data di inserimento ufficiale nel calendario liturgico, anche se la loro origine è molto più antica:

ANNO
TITOLO FESTA
CELEBRAZIONE
PONTEFICE
1389
Visitazione della B.V. Maria
2 luglio
Urbano VI
1440
Concezione di Maria
8 dicembre
Sisto IV
1568
Dedicazione S. Maria ad nives
5 agosto
Pio V
1683
SS. Nome di Maria
Ottava Natività
Benedetto XVI
1696
S. Maria della Mercede
24 settembre
Innocenzo XII
1716
Estensione della festa del Rosario a tutta la Chiesa
7 ottobre
Clemente XI
1727
Addolorata
Venerdì prima delle  Palme
Benedetto XII
1814
Estensione della festa della Madonna del Carmine alla Chiesa
16 luglio
Benedetto XIII
1907
B. V. di Lourdes
11 febbraio
Pio X
1931
Maternità di Maria
11 ottobre
Pio XI
1942
Cuore Immacolato di Maria
22 agosto
Pio XII
1954
Regalità di Maria
31 maggio
Pio XII

Esistono un’alta quantità di altre feste locali, impossibili da elencare. Ecco quelle più significative:


Traslazione S. Casa di Loreto
10 dicembre
Sposalizio di Maria
23 gennaio
B. Vergine del Buon Consiglio
26 aprile
B. V. Ausiliatrice
24 maggio
B. V. del Perpetuo Soccorso
Domenica prima  del 24 giugno
Purità di Maria
III domenica d’avvento
Medaglia Miracolosa
27 novembre
Madonna di Fatima
13 maggio

2. ATTUALE CALENDARIO DELLE FESTE MARIANE

Le feste mariane, oggetto di particolari attenzione nella riforma del Calendario Romano promulgato da Paolo VI il 14 febbraio 1969, sono attualmente queste:




SOLENNITA’
1 gennaio
S. Maria Madre di Dio
25 marzo
Annunciazione del Signore
15 agosto
Assunzione della B.V. Maria
8 dicembre
Immacolata Concezione B.V. Maria

FESTE
2 febbraio
Presentazione del Signore
31 maggio
Visitazione della B. V. Maria
8 settembre
Natività della V. V. Maria


MEMORIE OBBLIGATORIE
22 agosto
B. V. Maria Regina
15 settembre
B. V. Maria Addolorata
7 ottobre
B. V. Maria del Rosario
21 novembre
Presentazione della B. V. Maria

MEMORIE LIBERE
11 febbraio
B. V. Maria di Lourdes
Ottava s. Cuore
Cuore Immacolato di Maria
16 luglio
B. V. Maria del monte Carmelo
5 agosto
Dedicazione S. Maria Maggiore
MEMORIE LASCIATE
AI CALENDARI PARTICOLARI
12 settembre
SS. Nome della B. V. Maria
24 settembre
B. V. Maria della Mercede
11 ottobre
Maternità della B. V. Maria

Una nota del nuovo Calendario Romano, sottolinea che le principali feste proprie della B. Vergine, sono quelle che celebrano i misteri della sua vita: qui, infatti, la Chiesa contempla con gioia come in un’immagine purissima ciò che essa tutta desidera e spera di essere, ossia vede nella vita di Maria realizzato perfettamente il mistero pasquale di Cristo e anticipato pienamente il suo destino.

Per quanto riguarda le distinzioni delle feste diciamo che:

- Le solennità puntualizzano, per il massimo grado liturgico, le principali verità dogmatiche concernenti l’umile Ancella dei Signore;
- le feste e le memorie obbligatorie  commemorano eventi salvifici della vita di Maria;

- le memorie libere sono feste di devozione, non  commemorano, cioè un fatto salvifico ma piuttosto un suo aspetto o meglio un titolo della B. Vergine, ordinariamente frutto della riflessione teologica o della devozione locale.[3]


3. COME CELEBRARE LE FESTE MARIANE

1. Presenza di Maria nella celebrazione dei misteri di Cristo

Nella manifestazione religiosa dell’uomo, la celebrazione rituale costituisce il primo veicolo della sua esperienza di comunione con la divinità, attraverso la mediazione di segni – simboli. Nel contesto specifico dei cristiani, il loro celebrare liturgico è in stretto rapporto con un avvenimento del passato di cui si fa “memoria” o meglio “memoriale” e questo dentro un ambito di azione rituale fortemente comunitaria. La celebrazione di una festa cristiana e, in definitiva, un rendere presente, in modo ineffabile ma reale, nell’assemblea che agisce cultualmente, una realtà – divina o un fatto – di – salvezza del passato, perché il cristiano d’ogni tempo e d’ogni luogo possa concretamente percepirne i salutari benefici. Ora, celebrando festosamente il mistero di Cristo, la Chiesa non può trascurare i doni di grazia e il ruolo eccezionale che in esso ha avuto sua madre. Il Calendario liturgico offre non poche occasioni ed espressioni per commemorare direttamente, nell’ambito dell’anno liturgico imperniato su tutto il mistero di Cristo, la partecipazione e l’assimilazione del tutto che di esso ha realizzato la madre sua. Dalla presenza di Maria nel mistero di Cristo e dall’insolubile legame della madre col Figlio, si deduce che le feste del Signore hanno la loro compiutezza, adeguata alla storia della salvezza, nelle feste della B. Vergine Maria, così come le feste mariane trovano nell’armonizzazione con quelle cristologiche il loro senso più profondo e la loro collocazione più rigorosa nell’ambito del celebrare liturgico della Chiesa. Per essere in linea con quanto chiarito, le feste mariane, devono essere celebrate: con sfondo teologico e a dimensione misterico – salvifica; sui ritmi dell’anno liturgico; nella totalità dei formulari liturgici; proiettate nel culto di tutta la vita. [4]

2. Celebrare le feste mariane con sfondo teologico e a dimensione misterico-salvifica

Il Nuovo Testamento mette chiaramente in evidenza i molteplici rapporti che intercorrono tra Cristo e la Vergine Madre. Nel testo sacro Maria appare via via quale madre del Verbo incarnato, socia del Redentore, prima discepola che inaugura la Chiesa e di essa figura profetica, icona realizzata, modello esemplare e madre – mediatrice di grazia. Il Concilio Ecumenico Vaticano II, presenta con estrema vivezza l’inserimento di Maria nel piano redentivo divino e il suo ruolo nell’attuarsi progressivo della salvezza, collocandola a pieno titolo “nel mistero di Cristo e della Chiesa”. La Vergine Maria, in questa prospettiva, non ha senso fuori dell’evento – Cristo e della sua celebrazione misterica da parte della Chiesa. Nessuno può staccarla da questo suo alveo teologico e da questa sua “presenza liturgica”, perché questo sarebbe uno svilirla, senderla senza significato.[5]

3. Celebrare le feste mariane sui ritmi dell’anno liturgico

Se l’Anno liturgico è celebrazione misterica e presenza sacramentale dell’evento globale di Cristo, esso rimane lo spazio privilegiato per il culto “soprattutto liturgico” della Madre del Signore. Qui le feste mariane, anziché chiuse entro angusti spazi di vicende personali, respirano armoniosamente e ampiamente nel contesto dell’avvicendarsi delle azioni salvifiche di Cristo e permettono a Colei che “dedicò e consacrò tutta se stessa quale ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui” (LG 46), di essere ancora oggi presente ed operante nell’attuazione progressiva della salvezza, continuando la sua provvidenziale missione nei confronti degli uomini.[6]

4. Celebrare le feste mariane in modo che entrino nel culto di tutta la vita

Celebrare la Vergine non può non avere conseguenze vitali per il cristiano. Il Vaticano II ammonisce che la vera devozione a Maria non consiste in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una vana credulità, ma procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio e siamo spinti ad un amore filiale verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù. (LG 67). La Vergine è maestra di vita spirituale e Paolo VI ammonisce: dopo averla celebrata, i cristiani devono imitarla facendo della propria vita un culto a Dio e del loro culto un impegno di vita (MC 21). Con la sua forza attualizzante, la Liturgia pone dinanzi agli occhi dei fedeli la figura di Maria come sublime modello da imitare. Si tratta di virtù solide ed evangeliche: la fede, l’accoglienza della Parola, l’obbedienza, l’umiltà e la carità sollecita, la sapienza riflessiva, la fortezza, la vigile premura, la delicatezza, la purezza verginale; il forte e casto amore sponsale (MC 57). La celebrazione delle feste della Vergine, lunghi dall’essere alienante dai problemi vitali è, dunque, stimolo a passare dal culto liturgico all’impegno di vita; a risolvere i nostri problemi come lei è riuscita a farlo. Solo nella palestra della vita si può comprendere come si sono celebrate in verità, dando culto a Dio e santificando noi, le feste mariane.



[1] Cfr. D.M. Sartor, Le feste della Madonna. Note storiche e liturgiche per una celebrazione partecipata, EDB, Bologna 1988, pp. 37-38.

[2] Cfr. Ibidem, pp. 38-39.
[3] Cfr. Ibidem, pp. 54-60.
[4] Cfr. Ibidem, pp. 53-54.
[5] Cfr. Ibidem, pp. 54-55.
[6] Cfr. Ibidem, pp. 55-56.

TESTI

- C. O’Donnell, Celebrare con Maria. Le feste e le memorie di Mara nell’Anno liturgico, LEV, Città del Vaticano 1994;
- C. Maggioni, Benedetto il frutto del tuo grembo. Due millenni di pietà mariana Portalupi, Casale Monferrato 2000;
-  J. Castellano Cervera, Beata Vergine Maria, in Liturgia. I Dizionari, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, pp. 201-235;
- M. Barba, La presenza di Maria nel mistero pasquale, in Marianum 65 (2003) pp. 17-48.

 








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