Maria, madre dei detenuti
Data: Mercoledi 5 Settembre 2012, alle ore 12:57:24
Argomento: Società


Una testimonianza di Giuseppe Buono, in Il Rosario e la nuova Pompei, anno 128 - n. 7 - luglio/agosto 2012, pp.24-25.



Maria, una donna per gli altri

É capitato il 5 maggio scorso!
Il mio confratello P. Luciano Gonzales, cappellano alla Casa Circondariale di Poggioreale (Napoli), mi aveva chiesto se potessi tornare a parlare ai detenuti, intrattenendoli sulla Madonna, all'inizio del mese di maggio. La direttrice, Maria Teresa Abate aveva data l'autorizzazione e l'ispettore Bruno aveva collaborato a preparare i detenuti: così la mattina del 5 maggio la Madonna entrava con me nel carcere di Poggioreale, precisamente al Padiglione Roma, terzo piano. Entrava con me per una riflessione su di Lei, ma quando io ero entrato la prima volta, in preparazione alla Pasqua, avevo osservato con meraviglia come Lei era ben presente nelle cappelle e nei corridoi con statue e quadri di rara bellezza davanti ai quali molti detenuti si segnavano e mandavano baci affettuosi!
Ho parlato di Maria, la donna che si abbandona al Padre totalmente: ama Dio sentendosi amata fin dall'eternità. Ho condiviso con i detenuti la verità di Maria, donna della gioia piena, come lei stessa si esprime fin dall'inizio della sua storia in risposta all'invito del Padre a generare nel tempo il suo Figlio eterno: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore..." (Lc1,46-48). Ho invitato i detenuti a sapere sempre che la vera devozione a Maria si mostra imitando lei nel suo abbandonarsi alla volontà di Dio, soprattutto nei momenti difficili della vita e in certe giornate che in carcere sembrano non finire mai...
Gli amici detenuti ascoltavano in silenzio, mi sembravano commossi, pensosi.
Allora ho proposto una riflessione sulla Madonna come la donna che è sempre al servizio degli altri, sempre pronta a intuire le necessità del prossimo, a rimediarvi, senza attendere richieste o ascoltare insistenze.
Questo si ricava, per esempio, nella scena della visita alla cugina Elisabetta, che non è più giovane, è sterile eppure è in attesa di un figlio, un figlio del miracolo dell'amore di Dio, come il figlio che lei ha concepito per opera dello Spirito Santo nella casetta di Nazaret.

Maria, donna del dono di sé

Quello di Maria è un servizio premuroso, direi scattante, come rivela l'evangelista Luca quando racconta di Maria che, apprendendo la notizia dell'evento dall'angelo, si muove "in fretta" (Lc 1,39). Un servizio che sorprende l'ignara Elisabetta che, a sua volta, ispirata dallo Spirito Santo, esprime un sentimento di totale gratitudine a Dio per essere visitata e aiutata dalla Madre del suo Figlio. Questo insegna a noi come accostarci a Maria, con il primo sentimento che anche, e soprattutto per noi, deve essere di profonda riconoscenza a lei che, donandosi totalmente a Dio, genera il Salvatore degli uomini.
Il servizio di Maria sarà sempre un servizio di amore, quindi di gratuità sincera, pieno di gioia perché non ispirato se non dall'Amore che genera amore. Ho chiesto ai detenuti di aiutarsi così gli uni con gli altri, tutti, compiendo il miracolo dell'amore che può rendere positivi anche i tempi del carcere!
Un'altra occasione in cui Maria si mostra attenta e premurosa è quando interviene, senza che nessuno glielo chieda, ma nell'intuizione del suo cuore materno, alle nozze di Cana di Galilea, quando viene a mancare il vino nel bel mezzo del banchetto nuziale. Maria è tra gli invitati, assieme a Gesù e agli apostoli; si rende conto del fatto, intuisce l'imbarazzo degli sposi qualora gli invitati avessero saputo della mancanza, chiede al figlio Gesù di intervenire e, al suo rifiuto categorico, comanda ai servi: "Fate tutto quello che Gesù vi chiederà di fare" (Gv 2,5): il miracolo è compiuto, gli sposini non si accorgeranno di nulla ma, soprattutto, nota l'evangelista, "i suoi discepoli credettero in lui" (Gv 2,11). La Madonna è all'origine della fede degli apostoli!

Maria, la madre

Abbiamo convenuto con i detenuti che i veri miracoli consisteranno sempre nel fare tutto quello che Gesù ci chiede di fare, come è scritto nei Vangeli, come insegna la Chiesa attraverso il Papa e i vescovi. Anche nel carcere Gesù chiede di amarlo facendo la sua volontà: è un miracolo di fede che bisogna sempre chiedere alla Madonna, la Donna della fede!
Il tempo scorre veloce e io mi affretto a concludere ma voglio ricordare in modo particolare ai cari detenuti che Maria è la nostra Mamma e lo diventa ai piedi della Croce, ultimo e più prezioso dono del Figlio (Gv 19, 25-27).
Giovanni, l'apostolo al quale Gesù fa la consegna di amore, accoglie Maria e la tiene con sé, teneramente.
Ecco il segreto della gioia: tenere sempre con noi, con tutto l'amore possibile, Maria, la Madre di Gesù e madre nostra. Quando siamo con la Madonna, ma veramente, anche il carcere può trasformarsi in luogo di purificazione e quindi di pace perché in Maria Dio sta dalla parte dei poveri, sta con gli ultimi della terra, con quelli che costruiscono la pace, con quelli che sono in carcere e anelano a tornare liberi, soprattutto della libertà dei figli di Dio...
La Madonna è entrata in carcere ed è rimasta con i suoi figli e con tutti quelli che li assistono e li aiutano!

 

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