Nel volto di Maria la luce del Papa teologo
Data: Sabato 23 Marzo 2013, alle ore 12:15:35
Argomento: Magistero


Da un articolo di Pasquale Mocerino, in Il Rosario e la Nuova Pompei, 129 (2003) n. 2, pp. 12-17.



Le coordinate mariologiche del Papa

Successore di Giovanni Paolo II oggi Beato, Benedetto XVI e persona già nota sia come studioso e teologo di caratura internazionale e sia per essere stato, per oltre un ventennio, Prefetto de la Congregazione della Dottrina della Fede e collaboratore tra i più fidati di Papa Wojtyla. La sua formazione e preparazione filosofica e teologica sono emerse in tutto il suo spessore sin dall'inizio della sua attività pontificale. Catechesi, omelie e interventi si sono fatti apprezzare per semplicità, densità di contenuti e chiarezza espositiva, anche in ambito mariano. Tra gli addetti ai lavori, soprattutto con riferimento alla sobrietà e incisività dei suoi studi mariologici, prima ancora del pontificato, si è parlato della "mariologia breve" di Joseph Ratzinger. Un'espressione tecnica per rilevare che egli ha scritto poco, ma con qualità d'impostazione sulla Madre di Gesù. Infatti, i suoi scritti sul tema sono essenzialmente due: La Figlia di Sion. La devozione a Maria nella Chiesa, Paoline, Milano 1978 e Maria Chiesa nascente, San Paolo, Cinisello Balsamo 1998, un volumetto scritto insieme al grande teologo svizzero H. Urs von Balthasar nel 1981, ma poi pubblicato in edizione a sé stante e ampliato. Per il teologo bavarese, Maria è la sintesi vivente del Vangelo di Gesù e della missione compiuta nel suo nome. Lei, infatti, insegna come si accoglie la Parola (annunciazione), come la si genera (natività), come la si presenta al mondo (epifania), come la si conserva dentro di se (vita di Nazareth), come le si crede (presenza a Cana), come la si diffonde (visitazione), come le si è fedeli nell'ora della dura prova (croce), come la si testimonia nella compagnia della fede (pentecoste). Uno dei principi della sua riflessione mariologica è il ritenere che ogni discorso su Maria faccia riferimento «all'intimo intrecciarsi dei misteri nel loro reciproco essere-di-fronte come nella loro unità» (Maria Chiesa nascente, p. 20). In ragione di questo principio la mariologia entra a pieno diritto nei trattati teologici riguardanti la dottrina della grazia, dell'ecclesiologia e dell'antropologia» (Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul Simbolo apostolico, Queriniana, Brescia 2005, p. 271). Maria è la "Virgo liber Verbi". Per comprendere bene questo titolo mariano dalla profonda ispirazione biblica, tema caro ai Padri della Chiesa e alla tradizione letteraria medievale, è necessaria l'opera dello Spirito Santo che ha reso possibile la presenza concreta in lei della Parola (Gesù) che è spirito e vita (cfr. Gv 6, 63), e che ha fatto di lei stessa una parola di Dio per la Chiesa, anzi per tutte le Chiese e le comunità dei discepoli. La sobrietà e lo spessore delle riflessioni pronunciate nel 2005, all'indomani dell'inizio del suo ministero pontificio, in occasione delle omelie per la solennità dell''Assunta, dell'Immacolata e per l'Avvento, hanno manifestato alla Chiesa intera il suo più autentico pensiero nei riguardi della Vergine "Figlia di Sion", anticipando, in parte, quanto avrebbe scritto nella sua prima enciclica Deus caritas est (2005). La figura evangelica e teologica di Maria, che emerge dai primi interventi pontificali rende più comprensibile l'immagine della Madre di Cristo che Benedetto XVI ha proposto nelle encicliche Deus caritas est (2005) e Spe salvi (2007) e, soprattutto, nell'esortazione postsinodale Verbum Domini (2010).

Maria discepola e serva della Parola

Tema centrale della riflessione mariana di Benedetto XVI è il singolare rapporto di Maria con la Sacra Scrittura. La sua visita pastorale a Pompei, nell'ottobre del 2008, fu un'occasione preziosa per affidare alla Madre di Dio l'Assemblea del Sinodo dei Vescovi, in corso in Vaticano, sul tema de "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa", visto anche il particolare legame che unisce il Rosario alla Parola di Dio. Il Santo Padre ne aveva già parlato nella sua prima omelia sull'Assunta (2005), alcuni mesi dopo l'elezione al soglio pontificio: «Maria vive della parola di Dio, è pervasa dalla parola di Dio. E questo essere immersa nella parola di Dio, questo essere totalmente familiare con la parola di Dio le dà poi anche la luce interiore della sapienza. Chi pensa con Dio pensa bene, e chi parla con Dio parla bene. Ha criteri di giudizio validi per tutte le cose del mondo. Diventa sapiente, saggio e, nello stesso tempo, buono; diventa anche forte e coraggioso, con la forza di Dio che resiste al male e promuove il bene nel mondo. E Cosi, Maria parla con noi, parla a noi, ci invita a conoscere la parola di Dio, ad amare la parola di Dio, a vivere la parola di Dio, a pensare con la parola di Dio». Maria è discepola e madre della Parola incarnata, che ha saputo rispondere generosamente e in modo esemplare alla chiamata di Dio, mettendo a punto nella sua vita uno straordinario percorso di libertà e maturità femminile e diventando così icona di donna pienamente realizzata nella vita. Nell'Esortazione postsinodale Verbum Domini (2010), che raccoglie i risultati del XII Sinodo dei Vescovi (2008), il Papa propone un interessante e fecondo approfondimento teologico del mistero della Madre di Gesù, utile non solo in ambito universitario e accademico, ma soprattutto nella formazione permanente teologica, spirituale dell'intero Popolo di Dio: «E necessario nel nostro tempo che i fedeli vengano introdotti a scoprire meglio il legame tra Maria di Nazareth e l'ascolto credente della divina Parola. Esorto anche gli studiosi ad approfondire maggiormente il rapporto tra mariologia e teologia della Parola. Da ciò potrà venire grande beneficio sia per la vita spirituale che per gli studi teologici e biblici. Infatti, quanto l'intelligenza della fede ha tematizzato in relazione a Maria si colloca al centro più intimo della verità cristiana. In realtà, l'incarnazione del Verbo non può essere pensata a prescindere dalla libertà di questa giovane donna che con il suo assenso coopera in modo decisivo all'ingresso dell'Eterno nel tempo. Ella è la figura della Chiesa in ascolto della Parola di Dio che in lei si fa carne. Maria è anche simbolo dell'apertura per Dio e per gli altri; ascolto attivo, che interiorizza, assimila, in cui la Parola diviene forma della vita» (n. 27). Il Pontefice ripropone e approfondisce, in questo modo, la scelta mariologica del Vaticano Il (LG, cap. VIII), che colloca Maria e la sua singolare vicenda personale nel mistero di Cristo e della Chiesa, esplicitandone le sue peculiarità antropologiche, relazionali ed ecclesiali, che trovano nella Sacra Scrittura il loro fondamento e alveo naturale. La comprensione di Maria e della sua vicenda personale è imprescindibile dalla Parola. Proprio per questo suo essere costituita nella Parola e dalla Parola, l'evangelica Serva del Signore è modello e tipo della fede ecclesiale (Verbum Domini, 28 b). Grazie agli studi biblici e mariologici, impostati secondo gli orientamenti del magistero ecclesiale (Optatam totius, Lumen gentium e Dei Verbum), la Vergine di Nazareth non è più un interesse esclusivo degli studiosi, ma è offerta a tutti perché i fedeli possano sperimentare, attraverso l'ascolto, lo studio e la celebrazione della Parola di Dio, la bellezza e l'esemplarità della fede di Maria.

In preghiera con Maria nell'Anno della fede

Maria è beata, perché "ha creduto" (Lc 1,45). La sua fede, insieme con quella degli altri testimoni dei due millenni dell'era cristiana, diventa per l'anziano Pastore l'ultima consegna e raccomandazione per il popolo di Dio: «Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata "beata" perché "ha creduto" questo tempo di grazia» (Porta Fidei, 15). È l'anelito dell'Anno della Fede! Alla scuola di Maria, icona della fede obbediente (Catechesi all'Udienza Generale del 19 dicembre 2012) i fedeli possono rinnovare la propria personale adesione a Cristo, ripercorrendo il suo personale itinerario di fede (Porta Fidei, l3). La Chiesa celebra Maria durante tutto l'anno liturgico e Le affida con fiducia la sua preghiera comunitaria e personale. A tal proposito, ricordiamo l'amore di Benedetto XVI per la preghiera del Rosario, cui è legata indissolubilmente l'esperienza di fede e di carità del Santuario di Pompei. Una preghiera di cui il Papa si è alimentato sin da tenera età, come lui stesso dichiarò in una intervista a Peter Seewald, prima ancora di salire al soglio pontificio. Fedele all'insegnamento dei genitori, il Santo Padre ne ha raccomandato la recita nelle occasioni più diverse e con persone di ogni età, come nel suo pellegrinaggio a Pompei del 2008. Stupito e ammirato dal cammino di santità del Beato Bartolo Longo si chiedeva dove l'apostolo di Pompei avesse tratto l'energia e la forza per realizzare un'opera così imponente, nota in tutto il mondo. Il segreto del Longo fu proprio il Rosario, da lui accolto come un vero dono del cuore della Madonna. Ecco le parole del Papa: «... questa popolare preghiera mariana è un mezzo spirituale prezioso per crescere nell'intimità con Gesù, e per imparare, alla scuola della Vergine Santa, a compiere sempre la volontà divina. É contemplazione dei misteri di Cristo in spirituale unione con Maria, come rilevava il servo di Dio Paolo VI nell'esortazione apostolica Marialis cultus (n. 46), e come poi il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II ha ampiamente illustrato nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (.. .). Ma per essere apostoli del Rosario, occorre fare esperienza in prima persona della bellezza e della profondità di questa preghiera, semplice ed accessibile a tutti. È necessario anzitutto lasciarsi condurre per mano dalla Vergine Santa a contemplare il volto di Cristo: volto gioioso, luminoso, doloroso e glorioso. Chi, come Maria e insieme con Lei, custodisce e medita assiduamente i misteri di Gesù, assimila sempre più i suoi sentimenti e si conforma a Lui. Il Rosario è scuola di contemplazione e di silenzio». Anche sul versante specifico della riflessione teologica sulla Vergine Maria e sulla personale devozione che ogni vero discepolo nutre per la Madre del Signore, il magistero di Benedetto XVI non sarà dimenticato facilmente.
 







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