Figura perfetta della Chiesa
Data: Sabato 20 Aprile 2013, alle ore 10:09:47
Argomento: Ecumenismo


Un articolo di Giacomo Didas, in La Madonna della Neve, n. 3 - marzo 2013, pp. 28-29, in cui si sottolinea il contributo della Fraternità di Taizé al Cap. VIII della Lumen Gentium.



Nel periodo tra la prima e la seconda sessione, importanti iniziative furono prese dagli osservatori non cattolici invitati al concilio, talvolta sollecitati dal segretariato per l'unità dei cristiani, presieduto dal cardinale Bea. Fra gli interventi riguardo la Chiesa e la mariologia, merita di essere segnalato il contributo della Fraternità di Taizé.
Il 5 gennaio 1963 il Priore, frère Roger Schutz scrive a Thils, esperto del segretariato per l'unità dei cristiani: «Con frère Max (Thurian), noi abbiamo elaborato una critica positiva e alcune proposte a riguardo del De Ecclesia e del De Beata Maria Virgine. Noi le inviamo il testo accluso a questa nota sperando che lo riceviate entro i termini previsti. Noi ci auguriamo che tutto questo lavoro di revisione possa compiersi in uno spirito squisitamente ecumenico, affinché la seconda sessione del concilio porti i frutti che la prima ha fatto sperare». Nella nota sono ripresi in modo particolare i concetti espressi da Max Thurian nel suo libro, appena pubblicato, Marie, Mère du Seigneur, figure de l'Eglise. IL testo uscirà in italiano nel 1964, con La prefazione di P. Giulio Bevilacqua, sotto il titolo: Maria madre del Signore immagine della chiesa.

Alla ricerca dell'unità

La nota prende avvio dall'intenzione del Santo Padre e di numerosi Padri di dare all'assise conciliare una finalità chiaramente ecumenica. Per questo ogni dichiarazione riguardo la Vergine Maria ha un'importanza capitale, in senso positivo o in senso negativo, in rapporto all'unità visibile di tutti i cristiani in una sola Chiesa. Si osserva che gli ortodossi possono più facilmente accettare la mariologia «romana», ma bisogna pensare anche ai numerosi protestanti per i quali essa costituisce un ostacolo insormontabile e tenerne in debito conto, affinché non siano posti nuovi ostacoli sul cammino dell'unità dei cristiani.
Molti protestanti, all'interno di questo afflato ecumenico, cercano di comprendere meglio il posto di Maria nell'economia della salvezza, nel mistero di Cristo e nella stessa pietà cristiana. Una costituzione sulla beata Vergine Maria che sollevasse nuove difficoltà rischierebbe di scoraggiare questo sforzo e di screditarlo presso il protestantesimo stesso. «Noi crediamo al ruolo soprannaturale della santa Vergine - sottolinea la nota -, nell'opera dell'unità cristiana, attraverso la sua intercessione in Cristo e nella comunione dei santi, e non possiamo credere che ella si allieti di ulteriori precisazioni sulla sua vocazione, la sua funzione e i suoi titoli, se esse devono rendere più difficile l'unità di ogni figlio del Padre nell'unica famiglia della Chiesa-Madre, di cui Maria è figura». Ecco perché la rinuncia allo schema De beata Virgine Maria, o quantomeno un'estrema sobrietà evangelica e una grande preoccupazione ecumenica nel suo svolgimento, sarà più conforme all'intenzione di colei che si è definita la Serva del Signore e che è quindi pure la Serva dell'unità dei figli del Padre nella Chiesa-Madre, poiché il Figlio ha tanto pregato per questa unità.

Difficoltà ecumeniche

Non s'intende ovviamente rimettere in questione i dogmi ormai acquisiti dalla Chiesa cattolica. E la comunità di Taizé precisa: «Noi crediamo che la Santa Madre di Dio, intercede per noi presso il Padre nel mistero della mediazione unica del Figlio e nella comunione dei Santi. Noi pensiamo che sarebbe inopportuno di aggiungere qualsiasi altra cosa alle definizioni di Pio IX e di Pio XII sull'immacolata concezione e sull'assunzione corporale di Maria».
La preoccupazione sorge dal momento che lo schema sembra orientare la mariologia nel voler precisare l'idea di corredenzione, di mediazione di tutte le grazie, malgrado lo stato attuale degli studi mariologici non autorizzi questa scelta.
Per favorire il dialogo ecumenico, la chiesa cattolica dovrebbe elaborare un vocabolario teologico che possa permettere ai protestanti di comprendere il ruolo di Maria nel mistero di Cristo. I titoli di «corredentrice» e di «mediatrice di tutte le grazie» sono attualmente inaccettabili per i protestanti e costituiscono un ostacolo insormontabile.

Proposte costruttive

La Fraternità di Taizé suggerisce di rinunciare all'attuale schema De beata Maria Virgine per le inevitabili difficoltà ecumeniche che susciterebbe. Ma se questo non si potesse fare, è necessario che lo schema sottolinei essenzialmente i punti seguenti:
- Riaffermare solennemente il dogma di Efeso: Maria madre di Dio, da cui scaturisce tutta la mariologia.
- Porre in stretta relazione mariologia e cristologia: il ruolo di Maria e i titoli a lei rivolti si comprendono nel mistero di Cristo.
- Sviluppare il rapporto Maria - Chiesa e presentare la Madre di Dio in tutta la sua grandezza di figura della Chiesa-Madre dei fedeli, vergine e santa nella fede, nei sacramenti e nei ministeri.
- Proporre ai cristiani l'esempio di fede, di speranza, di carità, dei purezza, di povertà, di obbedienza, di servizio della beata Vergine Maria; sottolineare l'amore degli umili e dei poveri contenuto nel Magnificat.
- Richiamare, a proposito di Maria, il senso e la grandezza della verginità come segno di totale consacrazione a Dio, come segno di povertà che implora la pienezza di Dio, come segno escatologico della novità del regno di Dio che viene sovvertendo le leggi e le necessità di questo mondo.
- Affermare l'intercessione di Maria, nel mistero della mediazione di Cristo e della comunione dei santi, fondando una sana pietà mariana, che è l'unione a Maria in Cristo per adorare il Padre e supplicarlo, affinché ogni uomo giunga alla conoscenza della verità e alla vita di carità mediante lo Spirito Santo, cosicché tutti i cristiani ritrovino l'unità visibile nella Chiesa-Madre, di cui Maria è la figura perfetta. Si tratta di proposte che il dibattito conciliare prenderà in seria considerazione.

 







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