Apparizioni: accoglienza prudente
Data: Lunedi 1 Luglio 2013, alle ore 13:27:23
Argomento: Mariofanie


Un articolo di P. Giuseppe Furioni ocd, in La Madonna della Neve, n. 5 - giugno 2013, pp. 16-17.



Quale assenso dare a una apparizione giudicata autentica? - Quali sono gli effetti per la fede? - La risposta si muove nell'ordine della prudenza - Si va nella direzione della fede umana - La stessa che si usa davanti a una novità che porta cosa buone.

Quando un'apparizione mariana è giudicata autentica, che tipo di conseguenze ci sono per la fede? Una risposta, considerata ancora oggi attuale, l'ha offerta il card. Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV (1740-1758), quando sostiene che il riconoscimento di determinate rivelazioni private non richiede un assenso di fede cattolica, ma piuttosto «un assenso di fede umana conforme alle regole della prudenza, che ce le presenta come probabili e piamente credibili». Si tratta cioè di quel tipo di atteggiamento che si assume di fronte a un giudizio offerto da persone esperte in una materia nella quale noi non siamo direttamente competenti. Pensiamo alla diagnosi da parte di un'equipe di medici su una malattia della quale non abbiamo familiarità. Prudenza non significa trascurare il parere, dato che in gioco è la salute di qualcuno, ma prenderlo sul serio. La prudenza è la virtù che nel giudizio tiene conto di tutti i dati: prudente è chi in un centro abitato non supera i 50 Km/h e abbassa ulteriormente la velocità se il contesto lo richiede; altrettanto prudente e chi su un rettilineo autostradale, in situazione normale di traffico, non si accontenta di andare ai 70 col rischio di essere tamponato! «La retta norma dell'azione», l'ha definita S. Tommaso. «La prudenza - dice il Catechismo- è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo... Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione».
Nel 2000 anche il card. Ratzinger fece proprio questo giudizio commentando il fenomeno mariano di Fatima e richiamo un testo, risalente al 1953, di Edouard Dhanis, gesuita fiammingo, il quale affermava sinteticamente che l'approvazione ecclesiale di una rivelazione privata contiene tre elementi: il fatto che il messaggio non contiene nulla che contrasti la fede e i buoni costumi; è lecito renderlo pubblico; e i fedeli sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione.
E la prudenza consiste nell'avere come punto di partenza la convinzione che le apparizioni mariane autentiche sono un aiuto per la fede. Certamente non sono un articulum fidei, un articolo di fede a cui si è obbligati ad aderire, ma nemmeno un impedimento, un ostacolo a credere. Sempre il card. Ratzinger, nella circostanza della pubblicazione del cosiddetto Terzo segreto di Fatima, annotava che «un tale messaggio - nel caso nostro quello di un'apparizione mariana - può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell'ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio farne uso».
Dunque, le rivelazioni private non hanno che un carattere relativo e ufficioso, e in nessun caso possono diventare regola della fede cattolica. Sono però delle possibilità, dei segni: disprezzarli, solo perché non appartengono immediatamente alla rivelazione sarebbe da stolti, perché ci si impedisce pregiudizialmente di conoscere elementi presenti nel corpo delle verità rivelate e che fino a un determinato periodo non hanno avuto adeguata luce. Pensiamo alle rivelazioni private relative al Cuore di Gesù ricevute da S. Margherita Maria Alacoque. Grazie alla sua esperienza spirituale si comprende meglio un dato che appartiene al patrimonio rivelato: Cristo, nel suo cuore trafitto - proprio mentre viene colpito dal peccato dell'uomo - rivela la profondità del suo amore indifeso e invita le anime amanti a una «riparazione» di questo amore offeso.
Un passo ulteriore si ha quando una particolare rivelazione viene inclusa nella vita liturgica della Chiesa: pensiamo alla memoria della Madonna di Lourdes o di Fatima, [...]. Questo fatto costituisce un vero salto qualitativo nella valenza ecclesiale di un particolare dono carismatico, dato che esso, sia pure come culto relativo (e non assoluto), è inserito nella lex orandi Ecclesiae. Il culto infatti non è diretto all'evento carismatico in sé, ma alla persona del santo venerato. Così la memoria mariana dell'11 febbraio non è dell'apparizione della beata Maria Vergine, ma riguarda direttamente la Madonna, tanto che il titolo preciso è "Memoria della beata Maria Vergine di Lourdes".

 







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