Il Beato Giovanni Paolo II e il suo contributo alla Mariologia
Data: Venerdi 23 Agosto 2013, alle ore 10:20:26
Argomento: Magistero


Dal libro di Salvatore Maria Perrella, L'insegnamento della mariologia ieri e oggi, Edizioni Messaggero, Padova 2012, pp. 129-141.



Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, nato il 18 maggio 1920 a Wadowice in Polonia, cardinale arcivescovo di Cracovia, è stato eletto Vescovo di Roma il 16 ottobre 1978 alla giovane età di 58 anni; dopo un dinamico e difficile pontificato vissuto al completo servizio di Cristo, della Chiesa e dell'umanità, è tornato alla casa del Padre la sera del 2 aprile 2005, compianto da una grande moltitudine.361 Egli nei suoi oltre ventisei anni di servizio pettino non ha mai cessato di collegarsi e di ispirarsi nel suo magistero all'insegnamento del Concilio Vaticano II,362 che lo ha visto protagonista appassionato e da lui stesso considerato «una pietra miliare nella storia bimillenario della Chiesa».363 Negli ultimi anni della sua esistenza Giovanni Paolo II, già sofferente, ha portato a compimento, in un momento non sempre facile per la Chiesa e il mondo,364 un programma veramente gigantesco, mentre ci si attendeva una specie di sosta, con l'entrata nell'autunno di un magistero e di un servizio ricchissimi; sono stati anni veramente segnati dalla Croce portatrice di una chiamata pressante alla santità quale "misura alta" della vita cristiana ordinaria, vissuta sempre sotto lo sguardo materno della Madre del Redentore. Il ricchissimo insegnamento di Giovanni Paolo II ha avuto quale fulcro centrale quello di spronare le generazioni del tempo post-moderno e post-secolare365 ad aprirsi a Cristo e a prendere il largo con lui in tutti i percorsi del mondo, in tutti gli ambiti della società, in ogni circostanza c in ogni nostro impegno. Scrive la rivista  Il Regno-Documenti: «"Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà sulla terra, troverà ancora la fede sulla terra? Simone di Giovanni mi ami più di costoro'?". Le due domande evangeliche (Lc 18,8 e Gv 21,15) sono risuonate sulla bocca di Giovanni Paolo II come interrogativi dirompenti per il suo servizio e per il destino della Chiesa. La dimensione drammatica ed amante della fede ha sostenuto la pulsione interiore del suo ministero fino alla consunzione e la volontà di rinnovamento della missione ecclesiale oggi. Un'urgenza dai toni rivelativi e mistici ha mosso l'incessante ricerca e annuncio della verità di Dio e dell'uomo. Il tratto drammatico ed amante resta come indicazione di contenuto e di metodo guardando al futuro. Ma anche all'esterno. In un mondo che diventa rapidamente una grandezza unitaria, mentre si sviluppa con differenti velocità e diverse forme di civiltà vengono improvvisamente e simultaneamente tutte a confronto. Le sfide che riguardano l'Europa non sono le stesse dell'America Latina, in Asia Sono diverse da quelle africane».366 In oltre ventisei anni di un pontificato carismatico (16 ottobre 1978 - 2 aprile 2005),367 Papa Wojtyla, a partire dal 4 marzo 1979, giorno di promulgazione della prima enciclica (Redemptor hominis), al 7 ottobre 2004, giorno di pubblicazione dell'ultima lettera apostolica (Mane nobiscum Domine), ha pubblicato ben 14 lettere encicliche, che sono espressione viva ed autorevole della straordinaria fecondità del suo pensiero e del suo intenso magistero: tre encicliche trinitarie (Redemptor hominis; Dives in misericordia; Dominum et vivificantem); tre encicliche sociali (Laborem exercens; Sollicitudo rei socialis; Centesimus annus); tre encicliche ecclesiologiche (Slavorum Apostoli; Redemptoris missio; Ut unum sint); tre encicliche antropologiche (Veritatis splenclor; Evangelium vitae; Fides et ratio); 2 encicliche che, per vari motivi, ben possono considerarsi "espressive" di questo pontificato e costituiscono come un coronamento del suo variegato insegnamento autentico (Redemptoris Mater; Ecclesia de Eucharistia).368 Vanno anche annoverate 8 esortazioni apostoliche di natura dottrinale e pastorale (Catechesi tradendae; Familiaris consortio; Reconciliatio et paenitentia; Christifideles laici; Redemptoris custos, su san Giuseppe; Pastores dabo vobis; Vita consecrata; Pastores gregis), 5 esortazioni postsinodali a seguito di Sinodi Continentali dei Vescovi (Ecclesia in Africa; Ecclesia in America; Ecclesia in Asia; Ecclesia in Oceania; Ecclesia in Europa); 6 lettere apostoliche di una certa rilevanza (Salvifìci doloris; Mulieris dignitatem; Ordinatio sacerdotalis; Orientale lumen; Dies Domini; Il rapirlo sviluppo, ultimo documento firmato dal Papa pochi giorni prima di morire); 6 lettere a categorie specifiche di persone (Lettere ai bambini; Ai giovani e alle giovani del mondo - ai giovani il Papa ha inviato ben 19 Messaggi in occasione delle GMG369 -; Lettera agli anziani; Lettera alle donne; Lettera alle famiglie; Lettera agli artisti); 5 lettere apostoliche in ordine al cammino della Chiesa verso il nuovo millennio dell'era cristiana (Tertio millennio adveniente; Incarnationis mysterium; Novo millennio ineunte; Rosarium Virginis Mariae; Mane nobiscum Domine).370 Non abbiamo potuto evidentemente richiamare tutti i documenti di così prolifico magistero; basti pensare che Papa Wojtyla ha pubblicato, oltre alle 14 encicliche e alle 24 esortazioni e lettere apostoliche richiamate, ben 11 esortazioni apostoliche, 42 lettere, e 28 motu proprio, senza contare le centinaia di altri messaggi, allocuzioni e le catechesi del mercoledì durante le udienze generali; come innumerevoli sono le omelie pronunciate in tutto il mondo in occasione di festività liturgiche o di viaggi pastorali. Karol Wojtyla ha anche scritto da Papa cinque volumi: Varcare la soglia della speranza (1994); Dono e mistero (1996); Trittico Romano (volume di poesie); Alzatevi, andiamo (2004); Memoria e identità (2005). Tracciare un quadro riassuntivo del pensiero e della figura spirituale di Papa Wojtyla e particolarmente difficile, data la molteplicità e complessità delle componenti che entrano in gioco: egli e stato complessivamente un filosofo, un teologo, un poeta, un sacerdote, un uomo veramente singolare e poliedrico; un vero "pellegrino dell'Assoluto".371 Il 2 aprile 2005 Giovanni Paolo II si è ricongiunto al suo Signore e Maestro, venendo compianto da una moltitudine di persone, credenti e non. A meno di tre mesi dalla morte, grazie alla dispensa data dal suo successore Benedetto XVI, è iniziata la causa di beatificazione, rigorosa e veloce. Il 14 gennaio 2011 è stato dato il via libera alla promulgazione del decreto sul miracolo attribuito all'intercessione del servo di Dio Karol Wojtyla: atto che ha concluso ufficialmente l'iter della causa di beatificazione, che ha portato, per decisione di Papa Ratzinger, il 1 maggio 2011, seconda Domenica di Pasqua della Divina Misericordia, l'iscrizione del grande Pontefice polacco nell'albo dei Beati della Chiesa.372

Un pontificato intensamente mariano

Il pontificato di Karol Wojtyla è stato segnato da una forte connotazione mariana: il 25 marzo 1983, ricorrendo l'Anno giubilare della Redenzione, il Pontefice, in comunione con tutti i Vescovi, rinnovava l'affidamento del mondo al Cuore immacolato di Maria, secondo un'indicazione del messaggio della Vergine a Cova d'Iria-Fatima, ffidamento che ripeteva solennemente durante il Grande Giubileo del 2000;373 il 25 marzo 1987, al termine della lettera enciclica Redemptoris Mater, stabiliva la celebrazione dell'Anno Mariano (7 giugno 1987-15 agosto 1988) quale preparazione, ricordando la Madre, alla celebrazione, nell'anno 2000, del bimillenario della nascita del Figlio di Dio. L'insegnamento di questo grande Servo di Dio, inoltre, esprime chiara e forte la convinzione che nella Madre del Redentore e nella stessa mariologia, osservava acutamente l'allora cardinale Joseph Ratzinger, collaboratore ed amico, «si incontrano tutti i grandi temi della fede».374 L'enciclica Redemptoris Mater, del 25 marzo 1987, e senza dubbio il più importante documento del magistero mariano di Giovanni Paolo II; essa reca un significativo contributo alla dottrina mariana della Chiesa cattolica soprattutto per quel che riguarda il cammino di fede di Maria, la sua mediazione materna, la specifica dimensione mariana della spiritualità cristiana, la maternità spirituale di Maria nei riguardi della Chiesa e dei singoli cristiani, la natura della presenza di Maria nella vita della Chiesa e delle Chiese cristiane.375 La riflessione sulla Madre di Gesù ha condotto più volte Giovanni Paolo II ad affrontare la "questione femminile" nel mondo e nella Chiesa, soprattutto con la lettera apostolica Mulieris dignitatem (15 agosto 1988) sulla dignità e vocazione della donna, che si colloca in questa precisa temperie culturale di integrazione tra il femminile e il maschile ("unità nella differenza e nella reciprocità"), ed apporta il suo autorevole contributo mediante la proposizione dell'antropologia biblica ed il riferimento, generalmente trascurato o banalizzato, alla persona/figura di Maria di Nazaret che svela in modo eminente e peculiare alle donne la loro dignità e vocazione, spronando gli uomini a riconoscere con gratitudine il peculiare "genio femminile", emarginato e non riconosciuto da consuetudini e da atteggiamenti culturali e religiosi plurisecolari, non in linea col disegno di Dio in Cristo.376 Non va dimenticato il Catechismo Della Chiesa Cattolica, sorto su richiesta del Sinodo dei Vescovi del 1985, e promulgato nel 1992, che, dopo ritocchi ed integrazioni, è stato pubblicato in edizione tipica latina nel 1997 su mandato di Giovanni Paolo II. In questo importante sussidio informativo e formativo della fede cattolica, la persona, il ruolo, il significato e i rapporti che intercorrono tra Maria, la Trinità, Cristo, lo Spirito, la Chiesa e i suoi membri, vengono presentati all'interno delle quattro parti in cui è strutturato il compendio di fede:
- la professione di fede battesimale con cui si confessa il Credo della Chiesa;
- i sacramenti della fede all'interno del mistero pasquale di Cristo celebrato dalla Chiesa;
- la vita di fede che deve impegnare eticamente i credenti nella legge dell'amore;
- la preghiera del credente modellata su quella del Signore, e che vede in Cristo e nella sua Madre i modelli oranti per eccellenza.377
Il Catechismo Della Chiesa Cattolica ha collocato, dunque, congruamente e bene la Vergine nel mistero di Cristo e della Chiesa, ponendola in una posizione "centrale" nella confessione del Dio Uno e Trino, in linea con le varie proposte dottrinali e teologiche contemporanee, avendo grande attenzione all'ineludibile orientamento ecumenico che oramai connota la dottrina ecclesiale postconciliare.378 Alla rinnovata presentazione catechetica veniente dal Vaticano II, dal magistero postconciliare, dal Catechismo della Chiesa Cattolica sulla Madre di Cristo, si sono esemplati e si esemplano anche i catechismi delle varie Chiese particolari della Chiesa universale.379 Il 28 giugno 2005, vigilia della solennità degli apostoli Pietro e Paolo, a pochi mesi dalla morte di Papa Wojtyla che l'aveva commissionato, è stato reso pubblico il Compendio del Catechismo c'ella Chiesa Cattolica; sussidio strutturato in 598 domande con relative risposte, accompagnate da una trentina di tavole iconografiche, che ben esprimono il Mistero confessato, celebrato, pregato, vissuto; e da un'appendice di preghiere comuni e di formule di dottrina cattolica. Per quanto riguarda l'aspetto mariologico e mariano il Compendio rispecchia e presenta fedelmente nella struttura, con efficace sintesi teologica ed icasticità letteraria, la dottrina e la prassi ecclesiale presente nel Catechismo Della Chiesa Cattolica.380 La Madre del Signore è strutturalmente, teologicamente e simbolicamente un patrimonio inalienabile della nostra fede nel Dio di Gesù Cristo, per cui non è banale la sintetica asserzione secondo cui: «Ciò che la fede cattolica crede riguardo a Maria si fonda su ciò che essa crede riguardo a Cristo, ma quanto insegna su Maria illumina, a sua volta, la sua fede in Cristo».381 Dal 6 settembre 1995 al 12 novembre 1997, durante le udienze del mercoledì Giovanni Paolo II ha dettato ai fedeli presenti ben 70 catechesi mariane, che costituiscono un vademecum prezioso per chi voglia conoscere la Madre del Signore e per chi è chiamato, per dovere pastorale ed esigenze di cuore, a parlarne e ad illustrarne la missione. Nessun Papa ha dedicato tanto tempo alla catechesi mariana. A parte le grandi encicliche, tra cui la Redlemptoris Mater, e tutti i suoi documenti, quasi sempre conclusi da speciali preghiere a Maria, che andrebbero tutte riunite e studiate nella loro ricchezza e spontaneità, Giovanni Paolo Il ha proposto un'organica e completa catechesi mariana, che si potrebbe ritenere una sorta di "vita di Maria" intessuta dalle preziose notizie dei Vangeli e dalla plurisecolare dottrina e pietà ecclesiale, da offrire alla meditazione dei fedeli di oggi.382 Cultore di espressioni di genuina pietà popolare, Papa Wojtyla ha mantenuto vivi i pii esercizi dell'angelus, dell'Akathistos e del Rosario.383 Nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre 2002),364 egli ha esortato i fedeli a una ripresa fervorosa della sua recita e ha arricchito il numero dei misteri salvifici contemplati con altri cinque riguardanti la vita pubblica di Gesù, raggruppati in una sezione propria intitolata Misteri della Luce.385 Nell'enciclica del Giovedì santo 2003, Ecclesia de Eucharistia, il Papa ha intitolato il capitolo VI: «Alla scuola di Maria, "Donna eucaristica"».386 La predilezione del tema eucaristico ha portato il Santo Padre alla pubblicazione della lettera apostolica Mane nobiscum Domine, dell'ottobre 2004,387 idealmente ed esplicitamente collegata con altri suoi documenti in cui il rapporto Eucaristia e Maria vengono richiamati e approfonditi.388 Giovanni Paolo II, nella memorabile visita alla Pontificia Facoltà Teologica "Marianum" (10 dicembre 1988), annoverava la questione ecumenica tra gli argomenti ineludibili, gravi e delicati da affrontare (ricordiamo l'enciclica Ut unum sint, del 1995 e la lettera apostolica Orientale Lumen, del 1995),389 questione che «segna profondamente il cammino della Chiesa del nostro tempo. A questo proposito, le ricerche, approfondite nei contenuti e rispettose nella esposizione, dovranno mostrare ai fratelli delle Chiese dell'ortodossia e della Riforma che la dottrina cattolica sulla beata Vergine è, nella sua essenza, veritas biblica, veritas antiqua e quindi non può essere motivo di divisione».390 Convinzione pienamente condivisa da molti ambienti e persone della Riforma e dell'anglicanesimo, in quanto il nostro tempo e sempre più testimone, nonostante alcune resistenze, che i protestanti, anche grazie alla palingenesi mariologica del cattolicesimo, hanno riaperto il "dossier su Maria" ponendo fine all'occultamento mariologico, particolarmente evidente e talora acre a partire dal secolo XVIII.381 Ora anche le Chiese e le teologie delle Chiese, occidentali cd orientali, discutono, studiano e cercano di trovare punti di incontro sulla Madre di Gesù, non più ritenuta mater divisionis, ma, come giustamente asseriva Sant'Agostino (è 430), mater unitatis (Sermo 192,2).382  Non possiamo non richiamare i persistenti e numerosissimi richiami alla Madre di Gesù disseminati nei molteplici interventi e documenti magisteriali che Giovanni Paol II ha pubblicato in venticinque anni di servizio pontificale; le innumerevoli omelie o meditazioni pronunciate in santuari noti e meno noti d'Italia c del mondo, e nei suoi numerosi viaggi nazionali ed internazionali. Nel suo servizio pontificale Giovanni Paolo II, il papa del totus tuus, ha consacrato, affidato, nella linea dell'esperienza spirituale monfortana e kolbiana,393 se stesso e la Chiesa intera alla tenerezza e alla mediazione esemplare e celeste della Madre del Redentore e della Chiesa, sottolineandone l'aspetto martiriale: al seguito di Gesù, il «testimone fedele» (Ap 1,5), il devoto di Maria deve diventare sempre più esempio di coerente testimonianza a Cristo, Signore e Salvatore (cf. Mt 10,18.32-33; Le 21,12-19), in ordine al Regno del Padre. L'insegnamento mariano e mariologico di Papa Wojtyla ha avuto il nobile scopo di far conoscere e amare, in comunione con la grande tradizione ecclesiale, alle generazioni dei nostri giorni, il Figlio di Dio mediante la Madre e la Madre attraverso il Figlio, nella grande consapevolezza e determinazione che il popolo cristiano ha il diritto e il dovere di conoscere ciò che la Chiesa insegna circa la persona, il ruolo e il significato della Madre di Gesù in ordine alla fede e alla vita di fede.394 Insegnamento, ha osservato in un'intervista televisiva trasmessa in Polonia il 16 ottobre 2005 Benedetto XVI, che «rappresenta un patrimonio ricchissimo che non e ancora sufficientemente assimilato nella Chiesa. Io considero proprio una mia missione essenziale e personale non emanare tanti nuovi documenti, ma di fare in modo che questi documenti siano assimilati, perché sono un tesoro ricchissimo, sono l'autentica interpretazione del Vaticano II». Negli anni del pontificato di Giovanni Paolo II la Chiesa con il suo magistero e la teologia hanno rimotivato e rinnovato in modo convincente la mariologia, ripristinando ed attualizzando una procedura consona alla odierna sete di gustare la bellezza e la verità del Mistero e della Mater Domini.395 Tale procedura, che ha di "antico" e di "nuovo", consente di cogliere la santa e umana icona della Madre di Gesù così come la divina Rivelazione l'ha predestinata, attuata e mostrata nella narrazione della Santa pagina.396 Impresa che continua, appassiona, avvince, nonostante le "oscillazioni" umorali del tempo e dell'uomo, e che Papa Wojtyia ha, per quanto ha potuto, calmierato e stabilizzato con la sua mariologia e marianità biblica, sapienziale ed ecclesiale, ritmata dal suo cristocentrismo trinitario e dalla sua antropologia personalista e relazionale.397 Non va dimenticato, infatti, che Santa Maria è sin dagli inizi presente nel fatto cristiano; anzi, a motivo della sua persona, del suo ruolo e significato per la fede e per la vita di fede, è divenuta via via parte indelebile del fatto ecclesiale, come dimostra la bimillenaria storia del cristianesimo letta ed interpretata sull'importante versante della cultura.398 Versante, asserisce Stefano Dc Fiores, che ci «conduce scorgere la Madre di Gesù non solamente nel dogma e nel culto della Chiesa, in contesto chiaramente storico-salvifico e cristologico, ma più a monte nella dinamica culturale delle varie epoche come elemento significativo, anche se ancora poco studiato dagli storici. Anzi Maria appare in ognuna di esse come una figura indispensabile che conquista progressivamente tempo, spazio, persone e istituzioni; e diviene, pur nelle variazioni proprie di ciascun universo simbolico, una persona rappresentativa, frammento e insieme sintesi in cui si rispecchia il tutto della fede, della Chiesa, della società, in una parola della singola cultura».399 Credo, magistero, liturgia, pietà popolare, teologia, prassi pastorale, ecumenismo, dialogo interreligioso,400 arte e cultura, sono i topoi, i luoghi, gli ambiti attraverso cui la Madre del Signore è entrata, non abusivamente, ma congruamente nella coscienza non solo ecclesiale di ieri e di oggi! Infatti, nel nostro tempo attuale la mariologia è sempre più intessuta di profondi legami con le altre branche del pensare e del proporre la fede nell'oggi della Chiesa e del mondo; ciò, non dobbiamo dimenticarlo, grazie al Concilio Vaticano II, al suo insegnamento, ai suoi orientamenti e alle sue prospettive.401

NOTE
361 Cf. AA. VV, Il pontificato di Giovanni Paolo II. Storia del cristianesimo 1975-2005, San Paolo, Cinisello Balsamo 2006; A. RICCARDI, Giovanni Paolo II. La biografia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011.
362 Cf. J. GROOTAERS, Il Concilio, sfida del pontificato di Giovanni Paolo II, in AA. VV., Storia della Chiesa, Paoline, Cinisello Balsamo 1991, vol. XXV/2, pp. 669-689.
363 GIOVANNI PAOLO II, Fedeltà al Concilio, primo radiomessaggio «Urbi et orbi», in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 1979-2006, vol. I, p. 14.
364 Cf G. MICCOLI, In difesa della fede. La Chiesa di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Rizzoli, Milano 2007.
365 Sui fatti, sul controverso pensiero e prassi di questo tempo chiaroscuro, fatto di «scomparsa e riapparizione» di Dio e dei suoi valori nella coscienza e nella vita degli uomini, cf F. GENTILONI, La Chiesa post-moderna. Verità e consolazione, Donzelli, Roma 1998; H. WERWEYEN, La teologia nel segno della ragione debole, Queriniana, Brescia 2001; G. CHIURAZZI, Il postmoderno, Mondadori, Milano 2002; G. REALE, Valori dimenticati dell'Occidente, Bompiani, Milano 200)4; B. FORTE, Inquietudini della Trascendenza, Morcelliana, Brescia 2005.
366  EDITORIALE, Un'eredità aperta. Rinnovamento della Chiesa, speranza degli uomini, in «Il Regno-Documenti» 50 (2005) n. 7, p. 102; l'intero fascicolo della rivista è dedicato a una ricognizione del pontificato wojtyliano (cf ibidem, pp. 1-104: «AA. VV., Non temete. Giovanni Paolo II memoria ed eredità della Chiesa»).
367 Cf A. RICCARDI, Governo carismatico. 25 anni di pontificato, Mondadori, Milano 2003; A. SCOLA, L'esperienza elementare. La vena profonda del magistero di Giovanni Paolo II, Marietti, Genova 2003; D. DEL RIO, Karol il Grande. Storia di Giovanni Paolo II, Paoline, Milano 2003.
368 Cf  R. FISICHELLA, Il magistero teologico di Giovanni Paolo II, in Giovanni Paolo II tutte le encicliche. Testo latino a fronte, Bompiani, Milano 2010, pp. 7-76.
369 GIOVANNI PAOLO II, Cari giovani aprite bene gli occhi! Tutti i Messaggi 1986-2005, Chirico, Napoli 20053.
370 Cf AA. VV., Prendere il largo con Cristo. Esortazioni e Lettere di Giovanni Paolo II, Cantagalli, Siena 2005.
371 Cf G. REALE, Karol Wojtyla un pellegrino dell'Assoluto, Bompiani, Milano 2005.
372 Cf «L'Osservatore Romano» di sabato 14 gennaio 2011, pp. 1 e 8.
373 Cf S. M. PERRELLA, Accogliere Maria "dono" e "testimone" del mistero di Cristo. Antico e nuovo in tema di consacrazione mariana, in «Miles Immacolatae» 37 (2001), pp. 165-185.
374 J. RATZINGER, Le 14 encicliche di Giovanni Paolo II, in «Communio» 32 (2003), nn. 190-191, p. 9.
375 GIOVANNI PAOLO II; Redemptoris Mater, in Enchiridion Vaticanum, vol. 10, nn. 1272-1421, pp. 906-1041. La rivista Marianurn nelle annate 1988 e 1989 ha dedicato all'enciclica diversi studi sotto il versante interdisciplinare; così la rivista Estudios Marianos del 1989. Sul grande e delicato tema della «mediazione mariana» una delle problematiche più importanti dell'enciclica (cf RM 38-41), che declina il servizio della Vergine alla salvezza di Dio, cf A. ESCUDERO, La mediación materna de Maria según Juan Pablo II, Vision teológica de la intervención de la Madre de Jesús en el horizonte de la salvación, in «Ephemerides Mariologicae» 56 (9006), pp. 497-511.
376 Cf GIOVANNI PAOLO II, Mulieris dignitatem, in Enchiridon Vaticanum, vol. 11, nn. 1206-1345, pp. 706-843; A. SERRA, La «Mulieris dignitatem». Consensi e dissensi, in «Marianum» 53 (1991), pp. 144-182; C. MILITELLO, Donna in questione. Un itinerario ecclesiale di ricerca, Cittadella, Assisi 1992; è interessante e complementare anche lo studio di: H. HARBECKE, Maria e la/e donna/e. Linee mariologiche in Joseph Ratzinger/Benedetto XVI nel dialogo con il pensiero femminista della differenza, in «Concilium» 44 (2008), n. 4, pp. 161-174.
377 Cf AA.VV., Maria nel Catechismo della Chiesa Cattolica, Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 1993.
378 Cf S. M. PERRELLA, «Non temere di prendere con te Maria» (Matteo 1,20). Maria e l'ecumenismo nel postmoderno, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003, pp. 56-60.
379 Cf A. AMATO, Maria nei Catechismi postconciliari Europei, in «Ricerche Teologiche» 4 (1993) pp. 153-189; L. RESINES, La presentación de Maria en los catechismos postconciliares, in «Ephemerides Mariologicae» 56 (2006) pp. 314-334.
380 Cf Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio, nn. 26; 85-100 («Gesù Cristo Fu concepito per opera dello Spirito Santo, nacque da Maria Vergine»); nn. 142; 196-199 («Maria, Madre di Cristo, Madre della Chiesa»); nn. 909, 242; 294 353; 446; 541; 546-547 («Come pregava la Vergine Maria'?»; «Esiste nel Vangelo una preghiera di Maria?»); nn. 562-563 («In che cosa la preghiera cristiana è mariana?»; «Come la Chiesa prega Maria'?»); nn 567; 591.
381 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 487.
382 Questi interventi si trovano negli Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XVIII/1-2; XIX/1-2; XX/1-2; le catechesi sono state raccolte anche nel volume La catechesi mariana di Giovanni Paolo II. Quaderni de «L'Osservatore Romano», n. 39, LEV, Città del Vaticano 1998; va comunque detto che alcune date riportate non corrispondono e che la catechesi sul «Valore del concepimento verginale di Gesù» del 31 luglio 1996 non risulta pubblicata in questo volume e in quello degli Insegnamenti.
383 Cf CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, Direttorio su pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti, LEV, Città del Vaticano 2002, nn. 183-207, pp. 153- 173: «La venerazione per la Santa Madre del Signore».
384 Cf GIOVANNI PAOLO II, Rosarium Virginis Mariae, lettera apostolica del 16 ottobre 2002, in Enchiridion Vaticanum vol. 21, nn. 1167-1258, pp. 846-929.
385 Cf AA. VV., Riflessioni sulla lettera apostolica «Rosarium Virginis Mariae». Quaderni de L'Osservatore Romano, n. 64, LEV, Città del Vaticano 2003.
386 Cf GIOVANNI PAOLO II, Ecclesia de Eucharistia, lettera enciclica del 17 aprile 2003, in Enchiridion Vaticanum vol. 22, nn. 53-58, pp. 274-281: «Ad Mariae scholam, mulieris "eucharisticae"».
387 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Mane nobiscum Domine, 8-10, in Enchiridion Vaticanum, vol. 22, nn. 3045-3048, pp. 1790-1793.
388 Cf  S. DE FIORES, Maria donna eucaristica. Un commento al capitolo VI dell'enciclica Ecclesia de Eucharistia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005.
389 Cf  G. BRUNI, Servizio di comunione. L'ecumenismo nel magistero di Giovanni Paolo II, Qiqajon, Magnano 1997. 
390 Acta Apostolicae Sedis 81 (1989) p. 775.
391 Cf G. BRUNI, Maria e la mariologia. Questioni ecumeniche, in AA. VV., Prospettive attuali di mariologia, Monfortane, Roma 2001, pp. 67-83.
392 Cf S. M. PERRELLA, Maria madre di Gesù. Patrimonio comune da condividere. Il dialogo fra chiese e teologie. Il punto di vista cattolico, in  AA. VV., Maria segno e modello della nuova umanità riconciliata in Cristo, AMI, Roma 2010, pp. 183-250.
393 E significativo che Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater, in cui tratta esplicitamente della spiritualità mariana (cf Redemptoris Mater 48), non usi mai l'espressione «consacrazione a Maria»; lo rileva anche la bella lettera della Pontificia Academia Mariana Internationalis: «Ai nostri giorni il concetto di consacrazione alla beata Vergine è stato frequentemente oggetto di analisi e di riflessione tuttora in corso. A questo proposito si osserva nei testi magisteriali di Giovanni Paolo II un minore uso del termine consacrazione in favore di quello di affidamento» (PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS, La Madre del Signore, n. 56, p.88). Si veda S. M. PERRELLA, Affidamento/Consacrazione, in DE FIORES-FERRARI SCHIEFR- PERRELLA (EDD), Mariologia, pp. 16-24.
394 Sui contenuti teologici di tale importante e vasto magistero mi sono lungamente soffermato in PERRELLA, La Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale, pp. 179-296.
395 Cf AA. VV., Totus tuus. La mariologia de Juan Pablo II, in «Ephemeride Mariologicae» 56 (2006) pp. 379-547; AA. VV., Il magistero mariano di Giovanni Paolo II. Percorsi e punti salienti, Centro di Cultura Mariana «Madre della Chiesa», Roma 2006.
396  Cf AA. VV., Maria di Nazaret nella Bibbia in Dizionario di Spiritualità Biblico-Patristica 40 (2005), pp. 7-395.
397 Cf P. LARGO DOMINGUEZ, Bibliografia sobre la doctrina mariológica y la vivencia mariana de Juan Pablo II, in «Ephemerides Mariologicae» 56 (2006), pp. 525-547.
398 Cf  DE FIORES, Maria sintesi di valori, pp. 15-28.
399 Ibidem, p. 18.
400 PONTIFICIUM CONSILIUM PRO LAICIS, Ecumenismo e dialogo interreligioso: il contributo dei fedeli laici, LEV, Città del Vaticano 2002; P. SELVADAGI, Dialogo interreligioso in Occidente: puntualizzazioni e prospettive, in «Lateranum» 73 (2007) n. I, 115-133; dal punto di vista mariologico, segnaliamo: S. M. PERRELLA, La «lectio magistralis» di Papa Ratzinger. Il contributo di Maryam di Nazareth, madre del profeta Gesù, alla pacificazione tra Islam e Cristianesimo, in «Miles Immaeulatae» 42 (2006), pp. 353-419; S. M. PERRELLA-G. M. ROGGIO, Dialogo Interreligioso, in DE FIORES-FERRARI SCHIEFR- PERRELLA (EDD), Mariologia pp. 384-396; G. RAGOZZINO, La Madonna dei Musulmani, Sittina Marryam, Edizioni Messaggero, Padova 2012. Inoltre: «Maria vessillo dell'unità, può donare la "Parola dell'unità" non solo ai seguaci di Cristo, ma anche ai credenti di tutte le religioni. La speranza che Leone XIII nutriva per il dialogo ecumenico può essere estesa anche al dialogo interreligioso [ ..]. Sant'Agostino vede Maria come la "madre dell'unità" nell'ambito del "Corpo mistico", cui appartengono, anche se in maniera diversa, tutti i popoli» (F. GIOIA, Maria madre della Parola. Modello di dialogo tra le religioni, Città Nuova, Roma 1995, pp. 72-73).
401 Cf A. AMATO, Maria nel Concilio Vaticano II e nel magistero postconciliare in IDEM, Maria la Theotokos, pp. 213-240; G FORLAI, Quello che so di lei. Piccola mariologia per continuare a credere, Editrice Esperienze, Fossano 2010.

 







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