Maria risposta alle attese della cultura contemporanea
Data: Venerdi 13 Settembre 2013, alle ore 23:44:08
Argomento: Cultura


Intervento di Carmelo Dotolo in AA. VV., Maria e la cultura del nostro tempo: a trent'anni dalla Marialis cultus. Atti del XV Colloquio internazionale di mariologia, Patti (Me), 16-18 aprile 2004, pp. 127-152.



«La riflessione teologica si muove entro gli orizzonti di comprensione della cultura. Non potrebbe essere altrimenti, per il fatto che la cultura esprime il modo con il quale ogni uomo e gruppo sociale traduce la sua ricerca di senso, configurandola in forme diverse e molteplici. La cultura è sostanzialmente ermeneutica dell'esistenza, risposta provvisoria ma essenziale di ciò che consente di organizzare la vita nella sua concretezza quotidiana. Gli stessi simboli, immagini e linguaggi rappresentano l'orizzonte di comprensione che producono una identità culturale, un modo per identificarsi e per abitare la terra. Al di là delle diversità e della molteplicità delle risposte che possono essere date, i processi culturali portano con sé indizi, tracce di quei sentieri che l'uomo intraprende per rendere più agevole e sensato lo stare nel mondo (1). E' dentro questa istanza complessiva che si gioca il ruolo della teologia, la cui connessione con la cultura è decisiva per la significatività della sua riflessione e dei suoi linguaggi. Non c'è alcunché di nuovo in tale constatazione, se non il ribadire la coessenzialità di tale rapporto, per il fatto che la riflessione della fede non può non essere compagnia del vissuto, indicazione di senso che le proviene dalla rivelazione quale stella di orientamento per la vita. "La teologia è chiamata, pertanto, ad affrontare a livello critico-scientifico il problema di una sintesi tra «cultura, storia e fede», nella convinzione che un messaggio di salvezza non mostra la sua «universale efficacia» se non operando a fondo, e non solo a livello epidermico, nel luogo culturale nel quale l'uomo concretamente e storicamente vive "(2). Ora, "poiché parlare di Dio significa sempre anche parlare della salvezza umana "(3), ciò implica assumere con serietà le domande che provengono dalla vita, cogliendo in esse quei sussulti messianici che l'attraversano, anche nelle controfigure di senso e di verità che abbondano nelle narrazioni mitiche della contemporaneità. Senza cedere all'enfasi dell'ingenuità comunicativa, la riflessione teologica è consapevole che inserire nei circuiti della cultura una parola che guarisce e salva, significa interpretare criticamente e profeticamente il suo compito di correlazione, ponendo domande in grado di supportare l'elaborazione di risposte che non siano à la carte , ma inizio di un cammino aperto all'imprevedibilità dell'incontro con l'Altro. "Si tratta di ascoltare le attese più intime dei nostri contemporanei [...] cercare di capire che cosa fa ardere i loro cuori e che cosa, invece, suscita in loro paura e diffidenza, [...] per poterci fare servi della loro gioia e delle loro speranza" (CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 34).»

 







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