Il Giardino della Panaghía fucina di monaci santi
Data: Giovedi 12 Dicembre 2013, alle ore 10:01:40
Argomento: Ortodossi


Di George Gharib in Madre di Dio, n. 12 - dicembre 2003, p. 17.



Il Monte Athos, ritenuto feudo ed eredità della Panaghía, è stato ed è ancora dopo più di mille anni di storia, una roccaforte della vita monastica, una culla di mistica e di ascesi, un faro di spiritualità e una fucina di monaci santi che sotto le ali della Madre di Dio hanno cercato e cercano di realizzare nella loro vita la più alta forma di vita cristiana. Per celebrare la schiera dei Santi vissuti sulla santa Montagna, la Chiesa greca ha istituito la festa di "Tutti i Santi dell’Athos", che comporta una lunga ufficiatura, come è quella delle grandi occasioni; gli artisti, a loro volta, hanno dipinto icone destinate ad essere portate in processione ed esposte alla venerazione dei fedeli. Ufficiatura e icone mettono in luce la figura della Madre di Dio, Regina indiscussa di cuori e luoghi dell’Athos.

Festa di Tutti i Santi dell’Athos

La festa che commemora tutti i Santi che sono vissuti sulla santa Montagna porta il nome generico di "Sinassi", ossia assemblea festiva la cui celebrazione è stata collocata nella seconda Domenica dopo Pentecoste, immediatamente dopo la prima dedicata a "Tutti i Santi" del Martirologio ortodosso. Il Sinassario, o libro che contiene gli elogi dei Santi e che corrisponde grosso modo al Martirologio romano, enuncia così l’oggetto della festa: "La seconda domenica dopo Pentecoste, festeggiamo la memoria di tutti i Padri venerabili che si sono illustrati sul Monte Athos". Enunciazione che è seguita dalla singolare dichiarazione in versi: "In Europa, nessun altro monte ha rivaleggiato / con l’Athos quanto a santità". L’ufficiatura della festa, composta da ‘Piccoli’ e ‘Grandi Vespri’ e dal ‘Mattutino’, riporta Letture bibliche e un gran numero di Inni che spaziano sui tre generi dell’innografia liturgica bizantina: il Tropario, il Kontákion e il Canone. L’Ufficio non porta il nome dell’autore, ma si presume che sia stato composto nel corso del secolo XVIII, molto probabilmente da un monaco dello stesso Monte, che conosce non solo il genere di vita dei monaci ma anche i diversi Monasteri e le loro dipendenze. Il Tropario principale, detto Apolytikíon, cantato molte volte in tutte le Ore dell’Ufficio, enumera le diverse categorie di Santi dell’Athos: "I Padri dell’Athos, questi Angeli nella carne, venerabili e confessori, pontefici e martiri, onoriamoli con inni e cantici, imitando le loro virtù. Coro dei monaci ad alta voce tutti insieme cantiamo con un sol cuore: ‘Gloria a colui che vi ha coronati, gloria a colui che vi ha santificati, gloria a colui che nei pericoli ha fatto di voi i nostri difensori’ ". L’altro Tropario caratteristico che ricorre nel Mattutino, chiamato Kontákion, paragona i Santi del Monte agli Angeli e ne invoca l’intercessione: "Acclamiamo, in occasione della loro Sinassi, tutti i Padri santi che dell'Athos hanno fatto un altro cielo e dimostrato che tanti monaci, sull’esempio degli Angeli, hanno potuto condurvi la loro vita. Inneggiamo a loro, dicendo: ‘Liberateci da ogni prova e pericolo, o moltitudine venerata, vanto dell'Athos’ ".

I Santi dell’Athos e la Panaghía

I testi dell’ufficiatura mettono in grande risalto la stretta relazione della Madre di Dio con il Monte, alludendo spesso alla promessa da lei fatta di vigilare sul santo luogo. La promessa, che ricorre nella vita di molti Santi dell’Athos, è così riferita, ad esempio, nella vita di Pietro l’eremita, il primo dei grandi monaci dell’Athos: "La dimora (di Pietro) sarà sul Monte Athos che su mia richiesta ho ricevuto in eredità da mio figlio e Dio. Là quelli che abbandoneranno i turbamenti mondani e abbracceranno le cose spirituali, secondo le loro forze, e invocheranno il mio nome in verità, fede e disposizione d'animo, trascorreranno la vita presente nell'assenza di preoccupazioni e guadagneranno la futura per mezzo di opere gradite a Dio. Questo monte mi dà grande diletto e il mio spirito su di lui si rallegra: so infatti con certezza che verrà un tempo in cui sarà colmo di monaci da un capo all'altro e, se essi seguiranno i comandamenti salvifici, la misericordia del mio figlio e Dio non si allontanerà da loro…". I testi illustrano la stretta unione che intercorre tra i monaci del Monte e la Panaghía nel suo giardino terrestre, di cui essi formano i gigli e le foglie ombroso di alberi che raggiungono il cielo: "Giubila nel Signore, o Athos, il cui nome santificato, spirituale e splendido paradiso, è il Giardino della Madre di Dio; sui tuoi versanti difatti, ecco che dei gigli sono fioriti sempre freschi ed esalando ovunque il loro profumo. Nelle tue valli e le sulle tue rive sono cresciuti alberi dal fogliame ombroso, la cui altezza raggiunge il cielo e che producono quali frutti i beni immortali dello Spirito: è l’assemblea di tutti i Santi per mezzo dei quali il Monte è santificato…". Un altro Inno paragona il santo Monte ad un campo fortificato della Madre di Dio, dove i monaci hanno lottato da atleti contro le passioni, raggiungendo l’illuminazione del cuore: "Rallegrati, folla dei santi monaci dell’Athos, campo fortificato della Regina del Cielo; avendo vinto i principi tenebrosi e le funeste potenze, con Dio come alleato, avete mortificato la vostra carne facendola vivere tramite lo spirito; con l’effusione ininterrotta delle vostre lacrime, avete estinto gli ardenti bracieri delle passioni. Voi che avete ricevuto l’energia divina della grazia e il cui cuore si è intimamente illuminato, intercedete presso Cristo nostro Dio, di concedere alle nostre anime la salvezza".

La presenza di Maria nei Theotókia del Canone

Il Canone del Mattutino, lunga composizione poetica che si divide in nove odi di dieci strofe ognuna, passa in rivista i diversi Santi che hanno illustrato ognuno dei venti Monasteri. L’ultima strofa di ogni ode è costituita da un’antifona, detta Theotókion, che celebra la Madre di Dio. Il Theotókion della prima ode allude all’affidamento del luogo alla Madre di Dio come suo feudo ed eredità: "Quando il Signore affidò le diverse nazioni ai suoi santi Angeli, e sapendo che saresti stata la sua propria Madre immacolata, egli volle proprio a te affidare come feudo ed eredità imperitura questo bel Monte dell’Athos". Il Theotókion della terza ode ricorda alla Madre di Dio la sua promessa di combattere a favore dei monaci: "O Vergine, tu hai promesso di combattere sempre in prima fila con quanti sulla santa Montagna combattono contro il nemico che fa guerra ai mortali: la tua promessa, o nostra Signora, non dimenticarla!". Un altro Theotókion si rivolge a Maria, riconoscendola come medico e maestra di ogni virtù: "Tu vigili con tanta cura, o Signora, sul tuo Monte; poiché haii promesso di essere per tutti quanti che vi conducano santa vita la maestra di ogni virtù, la nutrice, il medico che nutre e cura tanto le anime che i corpi". Maria è invocata soprattutto come Regina particolare dell’Athos: "Tu sei la Sovrana del mondo intero, Signora semprevergine; ma dell’Athos in modo particolare tu sei la Regina, la protettrice, tu che lo salvi da ogni male che lo minaccia".

Le icone dei Santi dell’Athos

Segnaliamo, infine, che per venerare i Santi del Monte Athos gli artisti hanno dipinto icone che rendono visibile agli occhi l’oggetto della festa. Queste icone, fatte da monaci appartenenti ai diversi Monasteri, sono diversamente concepite. Tutte contengono al centro la penisola athonita e raffigurano ai lati di ogni monastero il fondatore e un numero più o meno grande di Santi che lo hanno illustrato. Tutte le icone contengono in alto anche la figura della Madre di Dio, in busto o a pieno corpo, tenendo spesso in mano il ‘pastorale’ monastico: così Maria è indicata come la vera Badessa di tutto il santo Monte, considerato come un unico Monastero. In altre icone Maria è circondata da un numero più o meno grande di santi monaci i cui nomi sono scritti, permettendo così di identificarli e di indirizzare loro preghiere specifiche. I testi liturgici contengono spesso una descrizione dell’icona, come si può leggere nella seguente antifona cantata nel Mattutino della festa: "Rallegrati, o Semprevergine, vedendo compiuta la tua promessa di santificare questo Monte; difatti, l’assemblea dei Padri che in questo giorno noi glorifichiamo, essendosi dimostrati santi, ha sigillato con le proprie opere, o Madre Vergine, la tua felice profezia". In un altro Inno i santi monaci sono paragonati a piccoli uccelli rifugiati sotto le ali della Madre: "Come l’uccello raccoglie i suoi piccoli e li copre maternamente, così proteggi noi abitanti del santo Monte; all’ombra delle tue ali preservaci da ogni pericolo e radunaci, o Vergine degna di essere cantata, per le tue preghiere nella tua celeste città". Nella seguente antifona del Mattutino troviamo un’altra descrizione di Maria che nell’icona troneggia come Regina: "Tutta splendente di luce, o nostra Signora, tu appari seduta in alto su un trono fiammeggiante, mentre ti circondano questi azzimi di purezza, questi cori immensi come torri di fuoco, simboleggiando sulle alture meridionali e attorno al Monte Athos quanti noi in questo giorno vogliamo acclamare…". In un’altra icona si vede raffigurato in alto Cristo, che un’antifona chiama Padre e Fratello di tutti i Cristiani, al quale Maria conduce come Madre dolce e tenera: "Tuo Figlio, o Vergine, è veramente il Padre e Fratello di tutti i Cristiani; tu, o Purissima, sei la loro dolce e tenera madre, la custode di tutti quanti vivono sul Monte, eredità e feudo che hai ricevuto da tuo Figlio. Abbi quindi per noi misericordia, poiché siamo tuoi propri figli e servitori, intercedendo presso il tuo Figlio e Dio di concedere il perdono per i peccati da noi commessi in pensieri, parole ed opere…".







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