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Modellata
sulla Via Crucis e fiorita dal tronco della devozione ai
«sette
dolori»
della Vergine, questa forma di preghiera germinata nel sec. XVI si è
progressivamente imposta, fino ad attestarsi nella forma attuale nel
sec. XIX. La tematica fondante è la considerazione
sintonica-cordiale del cammino di prova vissuto da Maria, nel suo
pellegrinaggio di fede, lungo l'arco della vita del suo Figlio e
sigillato in sette stazioni:
•
la rivelazione di Simeone (Lc 2,34-35);
•
la fuga in Egitto (Mt 2,13-14);
•
lo smarrimento di Gesù (Lc 2,43-45);
•
l'incontro con Gesù sulla via del Calvario;
•
la presenza sotto la croce del Figlio (Gv 19,25-27);
•
l'accoglienza di Gesù deposto dalla croce (cf Mt 27,57-61 e
par.);
•
la sepoltura di Cristo (cf Gv 19,40-42 e par.).
La Via Matris
Associati
nel progetto salvifico di Dio (cf Lc 2,34-35), Cristo
crocifisso e la Vergine addolorata sono associati anche nella
Liturgia e nella pietà popolare.
Come Cristo è l'«uomo dei dolori» (Is 53,3), per mezzo del
quale piacque a Dio «riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando
con il sangue della sua croce [...] le cose che stanno sul la terra
e quelle dei cieli» (Col 1, 20), così Maria è la
«donna
del dolore», che Dio volle associata a suo Figlio come madre e
partecipe della sua Passione .
Fin dai giorni dell'infanzia di Cristo, la vita della Vergine,
coinvolta nel rifiuto di cui era oggetto suo Figlio, trascorse,
tutta, sotto il segno della spada (cf Lc 2,35). Tuttavia la
pietà del popolo cristiano ha individuato nella vita dolorosa della
Madre sette episodi principali e li ha contraddistinti come i
«sette
dolori»
della beata Vergine Maria.
Così, sul modello della Via Crucis, è sorto il pio esercizio
della Via Matris dolorosae o semplicemente Via Matris,
anch'esso approvato dalla Sede Apostolica (cf Leone XIII, Lettera
apostolica Deiparae Perdolentis. Forme embrionali della
Via Matris sono individuabili fin dal secolo XVI, ma nella sua
forma attuale, essa non risale oltre il secolo XIX. L'intuizione
fondamentale è quella di considerare l'intera vita della Vergine,
dall'annuncio profetico di Simeone (cf Lc 2,34-35) fino alla
morte e sepoltura del Figlio, come un cammino di fede e di dolore:
cammino articolato appunto in sette
«stazioni»,
corrispondenti ai
«sette
dolori»
della Madre del Signore.
Il pio esercizio della Via Matris si
armonizza bene con alcune tematiche proprie dell'itinerario
quaresimale. Infatti, essendo il dolore della Vergine causato dal
rifiuto di Cristo da parte degli uomini, la Via Matris rinvia
costantemente e necessariamente al mistero di Cristo servo
sofferente del Signore (cf Is 52,13-53,12), rifiutato dal suo
popolo (cf Gv 1,11; Lc 2,1-7; 2,34-35; 4,28-29; Mt
26,47-56; At 12,1-5). E rinvia ancora al mistero della
Chiesa: le stazioni della Via Matris sono tappe di quel
cammino di fede e di dolore, nel quale la Vergine ha preceduto la
Chiesa e che questa dovrà percorrere fino alla fine dei secoli.
La Via Matris ha come massima
espressione la
«Pietà»,
tema inesauribile dell'arte cristiana sin dal Medioevo.
Congregazione per il Culto Divino
e la disciplina dei Sacramenti,
Direttorio su pietà popolare e liturgia.
Principi
e orientamenti, 136
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