Rosario da riscoprire
Lettera alla Diocesi di Mons. Renato Corti del 1 novembre 2002
DIOCESI DI NOVARA



Miei cari,
il Papa scrive una Lettera Apostolica sul Rosario e la invia a tutti noi. Ci fa una proposta di preghiera. Forse qualcuno dirà: “Ma come? Nel terzo millennio si torna al Rosario?”. E però, lo so che molte persone, soprattutto tra gli anziani e i malati, questa è preghiera quotidiana. Forse dobbiamo umilmente imparare da loro. Persino i giovani, afferma il Papa, possono riscoprire il Rosario: “Se viene ben presentato, sono sicuro che saranno capaci di sorprendere ancora una volta gli adulti, nel far propria questa preghiera e nel recitarla con l’entusiasmo tipico della loro età” (n. 42). Tutta la Lettera Apostolica vuol essere precisamente una valida presentazione del Rosario. Ne metto in rilievo alcuni punti significativi, per poi offrire alla nostra Diocesi qualche suggerimento pratico per tradurla in concreto.

1. In primo luogo, trovo illuminante il collegamento tra questa lettera e quella scritta dal papa dopo il Giubileo, all’inizio del nuovo millennio. Là ci raccomandava di “ripartire da Cristo” contemplandone costantemente il volto; qui invita a farlo insieme con Maria (cfr n. 3). Il Rosario – dice il Papa – non è altro che questo.

2. Questa contemplazione del volto di Gesù insieme con Maria mira ad alcuni obiettivi spirituali di grande rilevanza: ricordare Cristo con Maria; imparare Cristo con Maria, penetrandone i segreti e comprendendone i messaggi; conformarsi a Cristo insieme con Maria attraverso una costante frequentazione di lui; supplicare Cristo insieme con Maria, che intercede per noi; annunciare Cristo con Maria, valorizzando il Rosario come opportunità catechistica per l’evangelizzazione (cfr nn. 13-17).

3. Onde favorire un’ampia contemplazione del volto di Gesù, quale ci è presentato dal Vangelo, Giovanni Paolo II introduce, nell’elenco tradizionale, altri cinque riferimenti che si riferiscono alla vita pubblica di Gesù e che egli chiama “Misteri di luce” ricordando quanto disse Gesù stesso: “Finchè sono nel mondo, sono la luce del mondo” (Gv 9,5; cfr n. 19). Questi misteri sono: il Battesimo al Giordano, il miracolo delle nozze di Cana, l’annuncio del Regno di Dio con la predicazione e l’invito alla conversione; la Trasfigurazione e l’istituzione dell’Eucaristia. “Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù” (n. 21).

4. Sempre per rendere ricca e fruttuosa la recita del Rosario, Giovanni Paolo II suggerisce qualche attenzione di metodo, alcune in parte nuove, destinate a rendere il Rosario non una recita meccanica, bensì una preghiera contemplativa.
- Con molta delicatezza suggerisce, per esempio, che l’enunciazione del mistero diventi come l’apertura di uno scenario su cui concentrare la nostra attenzione (n. 29).
- Ritiene utile che, per dare profondità alla meditazione dei singoli misteri, si dia spazio a qualche versetto corrispondente del Vangelo (n. 30).
- Giudica opportuno anche qualche istante di silenzio per fissare l’attenzione sul mistero da meditare, prima di iniziare la preghiera vocale (n. 31).
- Loda “l’uso praticato in alcune regioni di dare rilievo al nome di Cristo (che è il ‘baricentro’ dell’ ‘Ave Maria’) aggiungendovi una clausola evocativa del mistero che si sta meditando (n. 33).
- Propone anche una nuova distribuzione delle varie parti del Rosario lungo la settimana: lunedì, “Misteri della gioia”. martedì, “Misteri del dolore”. mercoledì, “Misteri della gloria”. giovedì, “Misteri della luce”. venerdì, “Misteri del dolore”. sabato, “Misteri della gioia”. domenica, “Misteri della gloria”. La novità è soprattutto il giovedì, giorno nel quale siamo invitati a contemplare i “Misteri della luce” (n. 38).
***
Tutto questo viene proposto alle comunità cristiane, alle famiglie cristiane, a ogni singolo cristiano. Sa che è “un tesoro da riscoprire” (n. 43) e chiede collaborazione ai Vescovi, ai Sacerdoti, ai Diaconi perché ne siano “solerti promotori”. Ai teologi chiede una riflessione “al tempo stesso rigorosa e sapienziale”. Conta sui consacrati e le consacrate. Invita apertamente le famiglie a riprendere “con fiducia tra le mani la corona del Rosario” (n. 43).

Ai Vescovi affida le sue indicazioni non intendendo “intralciare, ma piuttosto integrare e consolidare i piani pastorali delle Chiese particolari” (n. 3). Per parte mia:
- chiedo ai Sacerdoti di dare spazio per una breve presentazione della Lettera Apostolica nelle Parrocchie; si possono considerare occasioni preziose le prossime Novene dell’Immacolata e del Natale: si potrà recitare il Rosario e leggere, di giorno in giorno, un brano della Lettera Apostolica;
- incoraggio la diffusa consuetudine di recitare il Rosario quando un fratello o una sorella della nostra comunità conclude con la morte la sua esistenza terrena;
- vorrei che si diffondesse anche la pratica del Rosario, già presente in numerose Parrocchie, nel tempo che precede la celebrazione della S. Messa;
- suggerisco ai Sacerdoti giovani di portare il Rosario anche in Oratorio, magari limitandosi a proporre solo qualche “decina” e curando gli aspetti di metodo;
- anche gli incontri mensili proposti quest’anno a tutte le Parrocchie come momento di preghiera e di riflessione della comunità cristiana con i giovani e per i giovani, potranno arricchirsi di un momento mariano;
- chiedo, infine, a tutti i Sacerdoti di illuminare le famiglie sul senso della preghiera e di esortarle a praticarla. Mi riferisco alla preghiera come tale, che oggi è spesso totalmente cancellata per dimenticanza o per l’invasione dei mass-media, mentre è assolutamente necessaria per una sana vita di fede, per l’educazione cristiana dei figli e per affrontare con coraggio i problemi con i quali le famiglie debbono confrontarsi. In questo quadro potrà essere suggerita anche quella preghiera, semplice e profonda nel medesimo tempo, che è il Rosario.
***
Viviamo dunque con gioia “l’Anno del Rosario”. E facciamo nostre le due intenzioni principali che stanno a cuore al Papa e che egli chiama “le cause più difficili”: la pace, la famiglia (cfr n. 39-42).

Buon cammino, con Maria.
+ Renato Corti
Novara, 1 novembre 2002, festa di Ognissanti




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