A Maria affidiamo le famiglie
Omelia del Card. Tettamanz idel 28 agosto 2002
SANTUARIO MADONNA DELLA GUARDIA - GENOVA



Siamo saliti, ancora una volta, in pellegrinaggio alla Madonna della Guardia: passo passo verso questo nostro Santuario sempre amato. Siamo saliti con il cuore rivolto a Maria e con gli occhi fissi su di lei: il cuore per pregarla, gli occhi per contemplarla e per imitarla.
Di pellegrinaggio ci parla l'evangelista Luca che presenta Maria che va da Nazaret alla casa di Elisabetta: un pellegrinaggio lungo e faticoso sulle alture montagnose della Giudea, ancor più lungo e faticoso perché compiuto da una giovane ragazza; un pellegrinaggio straordinario, perché straordinaria era lei, questa ragazza che nel suo grembo portava il Creatore del mondo.

Il senso della vita: umiltà e servizio

Addentriamoci in questa "straordinarietà": Maria, che cosa pensavi, che cosa dicevi tra te e te, quali sentimenti ti riempivano il cuore lungo il tuo cammino?
Nessun dubbio: tutto in lei era concentrato sul bambino che aveva in sé e che iniziava il suo pellegrinaggio umano. Proprio qui sta la straordinarietà: nel pellegrinaggio di Maria il protagonista era questo bambino, il Signore Gesù: lui il vero grande pellegrino della storia. Era il Figlio eterno di Dio che lasciava la casa del Padre per prendere casa fra di noi (cfr. Giovanni 1, 14). E questo per amore degli uomini: un amore fatto di umiltà abissale e di servizio pienamente disinteressato. Questo pellegrino in Maria muoveva i suoi primi passi del tutto invisibili: passi che sarebbero continuati poi, in modo visibile a tutti, durante la sua vita e la sua missione tra noi: sempre passi di umiltà e di servizio sino al totale dono di sé sulla croce. Qui, sulla croce, si concluderà il pellegrinaggio umano di Cristo tra gli uomini e avrà inizio il suo ultimo pellegrinaggio, quello che lo condurrà glorioso dalla casa degli uomini alla casa del Padre, per sempre.
Con il suo pellegrinaggio da Nazaret al paese di Elisabetta Maria ci si presenta come un'icona perfetta, un'immagine luminosa e affascinante di Gesù Cristo: come il Signore, così Maria brilla per la sua umiltà e per il suo spirito di servizio.
Di qui una grande e importante lezione per noi: una lezione tipicamente evangelica, che ci ricorda il vero senso della vita, i valori che realmente contano nella nostra esistenza quotidiana. Questi valori sono appunto l'umiltà e il servizio! Sì, la nostra vita vale nella misura in cui siamo umili e siamo pronti a servire. Certo, siamo in netta contraddizione con il mondo, con la sua mentalità, con il suo costume. Per la verità, anche nel mondo si parla continuamente di servizio, al punto che la parola servizio è inflazionata. In particolare, sono quelli che hanno il potere (politico, amministrativo, giudiziario, informativo…) che non si stancano di parlare di servizio. Loro sono al servizio! Sì, sono al servizio! Ma di chi? E con quale servizio?
Noi lo sappiamo: il servizio è autentico solo là dove c'è l'umiltà, che è distacco da se stessi per donarsi agli altri, è superamento del proprio io e del proprio bene particolare per una vita più attenta al bene comune e più generosa specialmente verso chi ha più bisognoso.

La famiglia e le sue povertà

Nel pellegrinaggio di Maria c'è un altro aspetto che desideriamo mettere in luce: il suo aspetto familiare. E' un pellegrinaggio che coinvolge la famiglia e la casa.  Maria infatti lascia la sua abitazione di Nazaret per andare nella casa di Elisabetta, dove c'è la famiglia della parente con Zaccaria e il bambino atteso. La casa ora vede insieme due mamme e due bambini: la Vergine Madre e l'anziana Elisabetta, Gesù e il Battista, che ancora nel grembo materno si fanno sentire con il loro sussulto gioioso.
Dalla narrazione dell'evangelista Luca emergono due fondamentali valori che brillano in questa casa fortunata e felice: una grande fede in Dio e un intenso amore.
La lezione che vogliamo raccogliere questa sera riguarda le nostre famiglie, alle quali è stato dedicata l'ultima mia lettera pastorale dal titolo: Famiglia, dove sei?, lettera che porta la data della Solennità della Madonna della Guardia. Si tratta di un Percorso pastorale che la nostra Chiesa di Genova potrà iniziare già da subito a vivere, tanto più che questo Percorso è stato preparato nelle sue linee fondamentali e operative con la collaborazione degli Organismi diocesani, di tante comunità e persone, pur nella piena disponibilità a quanto vorrà nel tempo confermare e precisare il nuovo Arcivescovo che il Signore donerà alla nostra Diocesi. E' un percorso che guarda alla famiglia d'oggi nella sua concretezza, ossia alla famiglia sfidata da tante difficoltà, prove e sofferenze, che costituiscono forme di vere e proprie povertà. E' una sfida che la famiglia d'oggi deve saper affrontare: deve cioè rendersi consapevole di queste povertà e deve impegnarsi a superarle, perchè si possa realizzare lo stupendo disegno con cui Dio ha pensato e voluto la famiglia e perché possano trovare esaudimento le esigenze più autentiche e profonde che sono presenti nel  cuore dell'uomo e della donna.
In Luca si parla della fede di Maria, ma anche della fede di Zaccaria e di Elisabetta: una fede che significa riconoscere che Dio è presente con il suo misterioso e amoroso disegno nella loro vita, e che insieme significa accoglienza libera e generosa di questo disegno. Sì, la volontà di Dio diventa la norma sovrana della loro vita: una volontà accolta nei momenti sereni e gioiosi, ma anche e in un certo senso soprattutto in quelli pesanti efaticosi. Di fronte a questo quadro evangelico, dobbiamo riconoscere che le nostre famiglie sono spesso spiritualmente povere, molto povere! Sono famiglie con poca fede o senza fede. Chiediamoci: c'è posto per Dio? c'è posto per una visione della vita nella quale entra la provvidenza amorosa del Signore? c'è posto per la preghiera? c'è posto per una testimonianza e un'educazione cristiana dei figli?
In Luca si parla di amore: dell'amore di Maria verso la parente bisognosa e dell'amore di questa verso Zaccaria, dell'amore di queste due mamme per i loro figli. Di nuovo, allo stupendo quadro evangelico fa triste riscontro la povertà di non poche famiglie, che sono prive di amore: di amore indissolubile e fedele, di amore fecondo nel dono della vita e nell'opera educativa alle vere ragioni per cui vale la pena e la gioia di vivere, di amore apostolico come partecipazione attiva alla vita e alla missione della Chiesa, di amore capace di solidarietà verso una società consumistica ed egoistica! Emergono le tante ferite e piaghe che mortificano l'amore nella sua bellezza e autenticità: dov'è la stima reciproca?, dov'è la fedeltà vissuta nella fatica ma anche nella gioia di un impegno onorato?, dov'è la generosità vero i figli?, dov'è la forza educativa di proporre ai figli ideali forti di vita?, dov'è la condivisione alle sofferenze e ai disagi altrui?
Tutto questo diciamo non per giudicare né per condannare proprio nessuna famiglia e nessuna persona: Dio solo è il giudice giusto e misericordioso. Questo diciamo piuttosto per ridare speranza e fiducia, per invitare tutti - sacerdoti, religiosi, fedeli laici, uomini e donne, singoli e comunità ecclesiali, responsabili delle istituzioni e della società - a prendersi a cuore il fondamentale problema della famiglia oggi. Soprattutto questo diciamo perché più intensa si faccia stasera la nostra preghiera a Maria, "regina della famiglia".

+ Dionigi card. Tettamanzi





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