Festa della Madonna della Milicia
Omelia di Mons. Paolo Romeo de l8 settembre 2007
FESTA DELLA MADONNA - ALTAVILLA MILICIA



Siamo raccolti in questo luogo tutte le varie rappresentanze del popolo santo di Dio per esprimere la nostra devozione e la nostra venerazione alla Vergine Maria, invocata con il titolo Madonna della Milicia.
    Altavilla Milicia mi ha visto già tante volte presente nel suo Santuario mariano diocesano, oltre a l’altro ieri mattina per aprire la festa con la celebrazione eucaristica, per ammirare, apprezzare e, soprattutto, per pregare l’artistica immagine che ci presenta Maria col Bambino fra le braccia, S. Francesco e un devoto in preghiera. In quel devoto in ginocchio dinanzi a Maria e al suo figlio Gesù vogliamo identificarci tutti noi questa sera, così numerosi raccolti in questa terra di Maria.
    Noi vogliamo vedere Maria stasera esultante davanti a Dio, come doveva essere quando ha cantato il Magnificat, dicendo con immensa riconoscenza e giubilo del suo cuore: “ha fatto in me cose grandi Colui che è potente, e santo è il suo nome”. È una preghiera di lode quella che Maria innalza al Signore, la prima preghiera che anche noi sempre dovremmo rivolgere a Dio, insieme con il ringraziamento per le tante “grandi cose” che Egli ha operato ed opera in noi e nella Chiesa.
    Maria è la Donna eletta…coronata di stelle…innalzata al di sopra di tutte le cose visibili ed invisibili…così come la acclamano le invocazioni delle Litanie: Regina degli Angeli, dei Patriarchi, dei Profeti, degli Apostoli, dei Martiri, dei Confessori, delle Vergini, di tutti i Santi… E’ Regina del cielo perché è madre di Cristo, Re dei secoli eterni, ed è, in assoluto, la più umile ed alta di ogni creatura, modello sublime di ognuno che, come cristiano, voglia rassomigliare a Gesù imitando la sua fedeltà al Padre nell’adempimento della sua volontà.
    Come Gesù ha detto di se stesso: “Io sono venuto nel mondo per fare la volontà del Padre mio…”, così anche Maria ha mostrato la medesima disposizione nell’ubbidienza quando nell’Annunciazione ha detto: “Ecco, sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola…”. In quel momento, divenendo madre del Verbo eterno di Dio, del Figlio di Dio incarnato, divenne lei stessa, nel suo corpo immacolato, Cielo di Dio, tabernacolo purissimo dell’Emmanuele, del Dio vivente in mezzo agli uomini.
    Abbiamo bisogno tutti di Maria, del suo esempio e della sua intercessione per vivere degnamente la nostra esperienza terrena e risultare alla fine meritevoli di entrare a far parte definitivamente di quel glorioso regno dei cieli di cui Maria è la dolce Regina. Il regno di Dio, però, come ci ha detto Gesù, non è qualcosa che comincerà un giorno per noi, ma è già in mezzo a noi, dentro di noi, con le sue precise esigenze di giustizia, di amore e di pace. È un regno che deve essere veramente conquistato e mantenuto “con la violenza”: non quella che si fa sugli altri uomini e sulle cose ma con quella che si fa su se stessi per mantenersi sempre fedeli a Dio.     Ed è anche vero che il regno di Dio deve essere difeso con forza dagli assalti di quelli - e sono tanti nel mondo di oggi - che vorrebbero distruggerlo, ripetendo l’empio grido di quanti già contestavano e lottavano Gesù, dicendo: “non vogliamo che costui regni su di noi”.
    Veramente dinnanzi al triste spettacolo che offre oggi il nostro mondo, così difficile da governare e quasi dovunque in preda ad agitazioni convulse, noi comprendiamo che la restaurazione della tranquillità, dell’ordine e della pace che tutti desideriamo non può dipendere solo dalle leggi che si fanno o da elaborate pianificazioni, ma da una interiore conversione degli uomini perché desiderino e vogliano operare, nella sfera privata come in quella pubblica, non secondo quello che piace o che conviene a ciascuno, ma secondo quello che è utile e giusto per tutti.
    È questa la condizione per vivere come cittadini del regno di Dio, è questa la rivoluzione spirituale che bisogna operare non tanto nelle strutture della società quanto nel cuore stesso di ogni uomo, perché voglia capovolgere le dominanti leggi dell’egoismo per abbracciare e promuovere quelle della giustizia e dell’amore.

    La vostra presenza qui ad Altavilla, così numerosa, devota, orante è già un attestato della vostra fede nella Vergine Maria. Ma la professione della fede deve tradursi in impegno convinto e deciso di vivere il messaggio che quest’anno la Madonna della Milicia rivolge alla nostra Chiesa di Palermo: la riflessione sull’importanza fondamentale che riveste oggi, più che mai, la famiglia. Sarà motivo di approfondimento in questo nuovo anno pastorale che ci apprestiamo ad aprire.
    Purtroppo in tante famiglie non si prega più: e questa è anche una causa non secondaria della crisi dell’istituto familiare voluto da Dio e della mancanza di unità, di concordia, di fedeltà, di serenità, di pace coniugale e familiare.
    Non possiamo ignorare, infatti, che aumenta il numero delle separazioni, dei divorzi, a danno soprattutto dei figli. Mi pare, perciò, importante accogliere l’invito che questa sera Maria ci rivolge: la preghiera in famiglia.
    La preghiera in famiglia, fatta in comune, marito e moglie insieme, genitori e figli insieme, cementa l’unità e rafforza la stabilità e la concordia familiare.
    Tale preghiera ha come contenuto originale la stessa vita di famiglia. Gioie e dolori, speranze e tristezze, nascite e compleanni, anniversari delle nozze, partenze e arrivi, lontananze e ritorni, scelte importanti e decisive, la morte di persone care ecc. segnano l’intervento dell’amore di Dio nella storia della famiglia. Così devono segnare il momento favorevole per il rendimento di grazie, per l’implorazione, per l’abbandono fiducioso della famiglia al comune Padre che sta nei cieli..
    È compito anzitutto dei genitori, con l’esempio e con la parola, educare alla preghiera i figli fin dalla più tenera età. Solo pregando insieme con i figli, il padre e la madre scendono in profondità nel loro cuore, lasciando tracce che i successivi eventi della vita non riusciranno a cancellare.
    Per questo soprattutto a voi, genitori, la Vergine Maria, che fu la prima maestra di preghiera di Gesù e prima sua discepola, pone questa sera delle domande alle quali ciascuno di voi risponda nel sacrario del suo cuore.
    Mamme, papà, insegnate ai vostri figli le preghiere del cristiano? Pregate insieme con loro almeno qualche volta durante la giornata? Abituate la vostra famiglia a rivolgere il pensiero a Dio almeno la mattina e la sera, prima e dopo i pasti? Partecipate con i vostri figli alla Messa domenicale?
    Tutti questi interrogativi, che diventano impegni da vivere se ancora non sono realtà, sono le speranze che noi affidiamo alla tua materna e onnipotente intercessione, o Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra.
    Accolga Ella le nostre preghiere per tutte le intenzioni per le quali vogliamo innalzarle: per la santa Chiesa di Dio, impegnata nel mondo a promuovere la giustizia e la pace… per il Papa Benedetto XVI, da ieri sino a domani pellegrino in Austria, che vogliamo accompagnare con la preghiera… per il Collegio dei Vescovi, in particolar modo per me, vostro padre e Pastore, perché guidi con saggezza il popolo santo di Dio di questa santa Chiesa di Palermo… per tutti i sacerdoti, religiosi e religiose e cristiani impegnati nel ministero e nell’apostolato, perché non si scoraggino mai ma operino sempre concordemente per la promozione del regno di Dio…per tutti i responsabili delle pubbliche amministrazioni, perché siano sempre solleciti del bene comune e promuovano il progresso civile, sociale e morale della popolazione… per tutti i lavoratori di ogni genere, perché traggano frutto dalle loro fatiche e si santifichino offrendole al Signore… per tutte le mamme e i papà, per tutti i ragazzi, per tutti i giovani, perchè siano sempre impegnati nel promuovere un’autentica vita e formazione cristiana.
    Tutte queste nostre preghiere noi affidiamo alla tua materna e onnipotente intercessione, o Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, perché possa ottenerle dal tuo Figlio che stringi tra le tue braccia.
    Te lo chiediamo col cuore fiducioso di figli, o Madre nostra, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

+ Paolo Romeo
Arcivescovo di Palermo




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