I ''Pasti di Maria'': dal Malawi una storia di fede e di aiuti
Data: Lunedi 28 Novembre 2016, alle ore 10:31:50
Argomento: Varie


Un'intervista della Radio vaticana del 27 novembre 2016 a Francesco Stefanini, responsabile di "Mary's Meals Italia".



Quasi 1 milione e 200 mila bambini ogni giorno ricevono un pasto in 12 Paesi sparsi su 4 continenti, con 100 mila volontari che si adoperano per dare loro anche la possibilità di avere un’istruzione, con cui poter sconfiggere l’indigenza. È l’operato di "Mary’s Meals", letteralmente “Pasti di Maria”: una onlus apolitica e aconfessionale nata nel 2002 dalle vicende dello scozzese Magnus MacFarlane-Barrow, legate a una storia di fede e di aiuti umanitari, che ha avviato anche in Italia un ciclo di appuntamenti nelle università e collaborazioni con varie associazioni, tra cui la Fondazione Protettorato di San Giuseppe, la Comunità di Sant'Egidio e la Croce Rossa. Francesco Gnagni ne ha parlato con il responsabile italiano di "Mary's Meals Italia", Francesco Stefanini:

R. - "Mary’s Meals" nasce nel 2002: all'epoca forniva cibo a duecento bambini in Malawi con un piccolo programma di alimentazione in una piccola scuola. Oggi alimenta nel mondo, in 12 Paesi, un milione e 187 mila bambini per ogni giorno di scuola.

D. - Com'è nata l’associazione?

R. - Era appunto il 2002. Il nostro fondatore Magnus MacFarlane-Barrow, uno scozzese, visitò una famiglia che viveva in una situazione di estrema povertà, con una mamma morente di Hiv. Magnus chiese al figlio più grande - erano sei - quale fosse il suo sogno, quali fossero le sue ambizioni per il futuro. E lui rispose: “Avere abbastanza cibo per potere andare a scuola”. Quella è stata l’intuizione che a Magnus ha fatto scattare l’idea di fondare un’associazione che fornisse cibo per permettere di andare a scuola. "Mary’s Meals" nasce dunque dall’intuizione di un piccolo, di un bambino; non nasce in un tavolo di grandi, di pensatori, ma dal desiderio di un bambino.

D. - Quali sono i profili dei volontari che collaborano?

R. - Moltissimi dei nostri volontari appartengono a parrocchie sia in Italia sia all’estero. "Mary’s Meals" letteralmente in italiano significa “Pasti di Maria”. Il nome si ispira a Maria, figura che ha cresciuto e allevato Gesù in maniera molto più semplice, consentendogli di crescere. Quindi "Mary’s Meals", come "Pasti di Maria", si richiama alla figura della Madonna che è stata capace di crescere suo figlio anche in condizioni di povertà.

D. - Distribuendo pasti, la vostra associazione garantisce un futuro e la possibilità non solo di immaginarlo ma anche di progettarlo concretamente. Ci racconta qualcosa delle storie che lei ha vissuto facendo questa attività?

R. - A giugno ero in Malawi. Ricordo che visitando alcune scuole, in posti anche molto difficili da raggiungere, vedevo questi piccoli bimbi che si muovevano per la strada: dal loro villaggio di origine verso la scuola, ognuno aveva la sua coppetta, andava a scuola e prendeva il pasto servito dai nostri volontari. Questo è stato veramente commovente e toccante. Un’altra storia: ero sempre lì, in Malawi, a giugno, a versare questo “cuore” nelle coppe dei bimbi; non sono riuscito a versare una coppa fino all’orlo. Dopo un po’ vedo il bambino scomparire dietro la fila; dopo qualche minuto mi sento toccare sulle spalle e questo bambino mi dice: “Piena fino all’orlo: io mangio solo una volta al giorno”. In quel momento ho capito quanto "Mary’s Meals" sia veramente importante per la vita di questi bambini che oggi, soprattutto nel momento di crisi che vive il Malawi, mangiano solamente una volta al giorno.

D. - State organizzando delle iniziative anche in Italia?

R. - Ad oggi abbiamo anche un programma molto interessante che avvicina le persone perché diamo ai bambini sia il pasto quotidiano per ogni giorno di scuola, per tutto l’anno scolastico, sia degli zaini. Quindi diamo anche la possibilità materiale di poter studiare. Moltissime scuole, gruppi, associazioni raccolgono i loro zaini secondo una lista prestabilita, noi li raduniamo in ogni parte d’Italia e dopo li spediamo a questi bimbi. E quando ricevono il loro zaino personalizzato con tutte le cosine dentro, si sentono onorati perché hanno sia la possibilità di mangiare a scuola sia gli strumenti per poterla frequentare, quindi un quaderno, una penna, le ciabatte per poter camminare e un’agendina per poter appuntare delle cose. E la loro gioia - quando ero lì a giugno, ho visto scaricare il camion degli zaini - era tantissima!

 







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