Nel sabato del tempo....
Data: Domenica 10 Dicembre 2017, alle ore 10:18:48
Argomento: Spiritualità


Incamminati verso l'ottavo giorno, con Maria "Donna forte". Un articolo di Giuseppe Daminelli in Madre di Dio, n. 10 dicembre 2017,  pp. 4-5.



Il nostro tempo, é stato paragonato dal compianto cardinale Carlo Maria Martini, al Sabato santo, tempo di smarrimento, «situazione di catastrofe e crollo delle illusioni», quando sia Dio che i poveri, sembrano sconfitti. In quel buio che inonda la terra, emerge la figura di Maria, come donna di fede che sola attende l'alba gioiosa della risurrezione. Anche noi siamo inquietati dall'esperienza sempre più frammentaria del presente, dove prevale il senso della solitudine, a cominciare dalla famiglia, in cui i rapporti tra gli sposi e tra i genitori e i figli entrano facilmente in crisi. Diminuisce inoltre la capacità di aggregazione delle grandi agenzie sociali e si frammentano le associazioni politiche, mentre si ripropongono individualismi di gruppo. Ne consegue un'autoreferenzialità che chiude su di sé singoli e gruppi e la crescita di una generale indifferenza etica e di una cura spasmodica dei propri interessi e privilegi. Ma inquieta anche il movimento della globalizzazione in quanto avviene nel quadro di un neoliberalismo e di un neo capitalismo che punisce ed emargina i più deboli e accresce il numero dei poveri e degli affamati della terra. La fatica di vivere e interpretare il presente si proietta sull'immagine del futuro di ciascuno, che risulta sbiadita e incerta. Ne è segno la drammatica diminuzione delle natalità, come pure il calo delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Pure il fenomeno della mondializzazione «fa prevedere per il domani del mondo piuttosto una unità di dominio dei più forti e dei più ricchi, una unità della torre di Babele, che non un'unità di comunione di beni, una unità della Pentecoste e della primitiva comunità di Gerusalemme».

Maria e il silenzio di Dio

In questo tempo di smarrimento, ci è di modello e aiuto la «donna forte» (Pr 31,10) del Sabato santo, che ha dimostrato di saper sperare contro ogni speranza e di credere nell'impossibile possibilità di Dio, al di là di ogni evidenza della sua sconfitta. Nell'esperienza di solitudine che serpeggia fra i cristiani odierni, a vari livelli e nelle lacerazioni del cuore, di fronte all'assenza di futuro, alla mancanza di senso, all'incapacità di dialogo, Maria o ci offre l'esempio di una donna che vive la comunione e la carità: sta con i discepoli, li conforta, li rimette insieme, li incoraggia, facendo loro gustare i frutti della "consolazione della vita" che genera comunione. Nel tempo del silenzio di Dio e dell'apparente sconfitta dell'Amore crocifisso, Maria è elemento di coesione, testimone di compassionevole amore e di prossimità operosa. Anche noi alla scuola di Maria non possiamo non chiederci come vivere la nostra condizione presente nella luce che il Risorto getta sul "Sabato del tempo" in cui ci troviamo. Dobbiamo imparare ad accoglierci e perdonarci, esercitare il dialogo, compreso quello economico e interreligioso, nel rapporto fra società civile e rappresentanti politici e, infine, fra l'uomo e il creato. Nel "Sabato del tempo", incamminati verso l'ottavo giorno, siamo invitati a vivere come pellegrini nella notte, rischiarata dalla speranza e riscaldata dall'autenticità dell'amore. Se vivremo così, allora il "Sabato del tempo" apparirà ai nostri occhi come già segnato dai colori dell'alba promessa, e la pallida luce dei giorni che passano si illuminerà dei primi raggi del giorno che non passa, l'ottavo e l'ultimo, il primo della vita eterna di tutti i risorti nel Risorto.

Vivere mediante Maria, con Maria, in Maria e per Maria

San Luigi Maria di Montfort invita a vivere mediante Maria, con Maria, in Maria e per Maria (Vera Devozione, 257-265). Tale quadruplice formula ha suscitato talvolta l'impressione di un atteggiamento esagerato e complesso. In contesto di "pericoresi" la posizione monfortana appare come l'applicazione nel rapporto con la Madre del Signore, di ciò che costituisce il molteplice compito di ogni persona nel riguardi della Trinità e analogicamente di tutte le persone umane. E viceversa quello che la spiritualità dice di Maria diviene modello antropologico per i rapporti all'interno della cerchia umana. E come l'esercizio del vivere per mezzo, con, in e per Maria, deve essere compiuto non cumulativamente ma singolarmente, cosi la "pericoresi" deve essere vissuta accentuando or l'uno o l'altro aspetto. Si legittima il riferimento a Maria come persona ecclesiale per eccellenza, da essere "tipo" della Chiesa. Identificarsi con lei significa essere aiutati a rispondere con il si dell'amore al Dio dell'alleanza, a realizzare il dono di sé alla Trinità e, secondo il loro livello, agli esseri umani, a interiorizzare il mistero esplicato nella planimetria salvifica di Dio svelato dal Magnificat.

Maria, scrigno dei divini misteri

Non si tratta di un cantico edulcorato, mentre da esso balza un Dio non neutrale, ma liberatore efficace degli umili. La figura di Maria emerge in tutta la sua carica religiosa e nella sua lettura orante della storia come «modello profetico», che va incontro alle urgenze dell'uomo d'oggi angosciato per il futuro: interiorità, "ulteriorità", impegno pratico, solidarietà. In Maria troviamo il cuore divenuto scrigno dei divini misteri attraverso il continuo esercizio della meditazione e del confronto (cf Lc 2,19.51). Sono i misteri della vita di Cristo, ma anche il mistero della santissima Trinità, cui essi necessariamente rimandano. Creatura diafana, Maria é uno specchio che riflette l'agire di Dio nella storia della salvezza e nell'intimo delle persone. Ella rivela in particolare la propria sublime esperienza del Dio altissimo che l'ha guardata con amore, del Figlio salvatore con cui è vissuta in perenne simbiosi a cominciare dal concepimento verginale, dello Spirito Santo che ha agito in lei rendendola madre credente del Verbo incarnato. Se accogliamo Maria nella nostra vita sulla scia del discepolo amato (cf Gv 19,27), sarà sua missione e sua gioia prenderci per mano e accompagnarci nel cammino di comunione verso la Trinità e verso gli uomini e le donne, nostri compagni di viaggio nell'itinerario dal tempo all'eternità.

 

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