L'Ora della Madre: con Maria in attesa della resurrezione
Data: Sabato 20 Aprile 2019, alle ore 9:24:12
Argomento: Chiesa


Una meditazione del mariologo Antonino Grasso.



1. Una pia pratica sempre più diffusa

Fin dai primi secoli la Chiesa d’Oriente ha sentito e celebrato questo misterioso legame che congiunge, come ponte, il Venerdì Santo alla Domenica di Pasqua, passando attraverso il cuore di Maria, ed ha guardato la Vergine come rappresentante ed espressione di tutta la Chiesa redenta, che attende trepida l’alba della risurrezione. Anche oggi, nel Sabato Santo, la Chiesa bizantina canta davanti all’icona di Cristo sepolto i lamenti della Madre. Quest’Ora della Madre, ispirata alla liturgia bizantina, è stata accolta con favore in occidente, è stata celebrata anche due volte in S. Pietro, per desiderio di San Giovanni Paolo II e a partire  dall’Anno Mariano 1987, si celebra stabilmente in Santa Maria Maggiore. Ormai si celebra anche in molti altri luoghi, nelle chiese cattedrali o parrocchiali.  Il Sabato Santo è la matrice della memoria settimanale di santa Maria in sabato, come attestano documenti latini che risalgono al secolo IX;  lo conferma l’Introduzione della Raccolta di formulari di Messe della Beata Vergine Maria del 1988; lo convalida il Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, che proponendo come pio esercizio per il Sabato Santo appunto l’«Ora della Madre», afferma: «la Vergine Maria che sosta presso il sepolcro del Figlio, è icona della Vergine Chiesa che, sospinta e sostenuta dalla sua fede, veglia anch’essa con fiducia presso la tomba del suo Sposo, in attesa di celebrarne la Risurrezione, con la sicura certezza che l’alba del sole sarà più forte dell’oscurità della notte».
 
2. Perché si celebra l’ora della Madre nel Sabato Santo

“Il Venerdì Santo è l’«Ora» di Cristo: «Ora» in cui, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino all’ultimo segno, consumando per loro e per i peccati di tutti la sua immolazione di Vittima sull’altare della Croce: ai suoi piedi, per divino volere, stava Maria, a lui indissolubilmente unita nel dolore e nell’offerta. Il Sabato Santo è l’«Ora» della Madre: «Ora» tutta sua, nella quale lei, la Donna, la Figlia di Sion, la Madre della Chiesa, visse la prova suprema della fede e dell’unione al Dio Redentore”. Straziata dal dolore per il Figlio ucciso e sepolto, per l’ingratitudine e l’infedeltà del popolo eletto, per il tradimento e l’abbandono dei più intimi discepoli, per l’ottusità di tutti nel credere che egli sarebbe risorto come aveva predetto, anch’essa è provata dalla tentazione del dubbio, al quale eroicamente resiste, aggrappandosi alle parole del Figlio e alla fedeltà del Padre onnipotente. Per questo Maria è la Madre della nostra fede, perché credette contro ogni evidenza, sperò contro ogni speranza. Per questo il Sabato Santo è l’«Ora» sua, nella quale davvero completò in sé quel che mancava ai patimenti del Cristo a favore della sua Chiesa: poiché – come dicono antichi autori – in quel giorno, tutta la Chiesa si raccolse nel suo cuore di Madre, e con la Chiesa si raccolsero e fiorirono in lei le speranze e le attese del mondo. Perciò, in questo giorno, viene celebrata la Madre della nostra fede, per entrare con Lei, come Lei e con il suo materno aiuto, nella gioia pasquale del Signore Risorto.

3. Che cosa ci insegna l’Ora della Madre

Nella Madonna del Sabato santo, possiamo leggere la nostra attesa, le nostre speranze, la nostra fede vissute come un continuo passaggio dal buio verso la luce liberante del Mistero. Maria, ci fa riscoprire il primato dell’iniziativa di Dio e dell’ascolto credente della sua Parola; ci aiuta a leggere il valore del nostro tempo, sollecitandoci a rispondere con verità, speranza e amore all’angosciosa domanda che portiamo sempre dentro di noi: verso dove andiamo? Nel suo silenzio di Madre in attesa, la Madonna del Sabato santo ci invita, a ricercare, a sperare, ad ascoltare quella Voce che ci parla e ci chiama verso lo splendore ineffabile di Dio, nel quale, anche la nostra morte, come quella di Gesù, sarà inesorabilmente sconfitta. Come scriveva mons. Tonino Bello Santa Maria, donna del Sabato santo, ci guida per mano alle soglie della luce. Ridesta nel nostro cuore, una intensa nostalgia di rinnovamento, che si deve tradurre in fiducioso impegno a camminare sulle tortuose vie della storia, verso l’eternità. Santa Maria, donna del Sabato santo, ci aiuta a capire che, in fondo, tutta la vita, si rassomiglia tanto a questo giorno e ci ripete che non c'è croce che non abbia le sue deposizioni, non c'è amarezza che non si stemperi in un sorriso, non c'è peccato che non trovi redenzione, non c'è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. La nostra Madre dolcissima, la donna del sabato santo, desta in noi l'impazienza del domenicale ritorno del Signore e ci aiuta a rivestirci nel frattempo, delle vesti nuziali per l’incontro definitivo con lui, ad entrare con Lei e come lei nella gioia pasquale del Signore Risorto.
 







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