Maria, la ''mamma'', madre che ci accompagna
Data: Domenica 16 Maggio 2021, alle ore 19:40:05
Argomento: Spiritualità


Due articoli di Mario Morra e Madre Yvonne Reungoat in Maria Ausiliatrice, XXXIII (2012), n. 3 maggio-giugno, pp. 8-9; pp. 2-3.

 



In tutti i secoli, gli uomini si sono rivolti alla Madonna come a buona Mamma, ne hanno cantato le lodi e sperimentato la protezione. Soprattutto nelle difficoltà e nella sofferenza.
In questo periodo di crisi, Maria, esperta nell’arte di accompagnare suo Figlio nella sua crescita umana e la Chiesa nei tempi difficili, è la nostra compagna di viaggio. Ci aiuta a ritrovare l’entusiasmo di seguire Gesù. Ci invita ad una rinnovata fiducia nel Dio della vita, che ci chiama a camminare nella fede e nell’amore e ad infondere speranza.

MARIA, LA "MAMMA"

Nel corso dei secoli, nei momenti lieti e tristi, gli uomini si sono rivolti alla Madonna come a buona mamma, ne hanno cantato le lodi e sperimentato la protezione. L’hanno invocata sotto i più bei titoli: Madonna del Soccorso, Madonna dell’Aiuto, Ausiliatrice, Madonna della Consolazione, del Buon Consiglio, della Misericordia, della Salute, del Suffragio, della Pace... Maria è presente in tutte le vicende umane, soprattutto dove si soffre e si piange. Ella, come mamma tenerissima, ha pianto sul proprio Figlio condannato dalla ingratitudine degli uomini, lungo la Via dolorosa, ai piedi della Croce, con Gesù morto tra le braccia. Proprio sul Calvario, dall’alto della Croce, Gesù morente la dona come mamma a Giovanni ed in lui a tutti gli uomini. Per questo Maria partecipa al dolore di tutti i suoi figli e piange sulle loro miserie.

        La “Pietà” partecipa ai dolori di tutte le mamme
        La devozione popolare ha dato un nome eloquente a Maria che accoglie nel suo grembo Gesù morto, deposto dalla Croce. È il pianto di una mamma che piange il figlio ucciso dalla cattiveria degli uomini: è “la Pietà” per eccellenza! Quante mamme si sono sentite confortate da questo pianto di Maria! Quante, come Lei, hanno pianto i propri figli uccisi dalle tante guerre! Quante non hanno avuto neppure il conforto di versare le proprie lacrime sui figli uccisi o dispersi in Paesi lontani! L’arte cristiana ha saputo esprimere a meraviglia questo dolore di Maria e di tante mamme. Basti contemplare la bellezza e la maestà della Pietà di Michelangelo! La Madonna è apparsa in varie occasioni con Gesù morto tra le braccia, quasi a ricordarci il suo dolore di mamma e la sua partecipazione al dolore di tutte le mamme che piangono il proprio figlio morto o disperso. A Pietralba, in Trentino Alto Adige, la Madonna appare a Leonardo Weissensteiner che scopre, scavando le fondamenta della chiesetta, una bianca statua in alabastro raffigurante appunto la Pietà. A Castelpetroso, nel Molise, la Madonna appare, in ginocchio, orante e con il Figlio morto adagiato sulla roccia, a due contadinelle la sera del 22 marzo 1888, giovedì di Passione. Riappare, in seguito, al Vescovo, recatosi sul luogo per ordine di papa Leone XIII, e dopo ancora a un gruppo di pellegrini polacchi e al conte Acquaderni di Bologna, già guarito dall’acqua prodigiosa scaturita sul posto dell’apparizione, e fondatore dell’attuale Santuario. La Madonna non dice una parola, ma il suo atteggiamento doloroso è un eloquente messaggio.

        La Madonna piange per la nostra cattiveria
       Anche la cattiveria degli uomini che offendono il Signore ed il prossimo è causa del pianto di Maria. Il 28 febbraio 1522 il pianto sgorgato dall’immagine della Madonna, dipinta su una parete, salva la città di Treviglio dal saccheggio minacciato dal Maresciallo francese Lautrec. Il 19 settembre 1846, una “Bella Signora” appare a due fanciulli, Massimino e Melania, mentre stanno pascolando le mucche su un alpeggio del Comune di La Salette, a 1.800 metri di altezza. In un piccolo avvallamento, all’improvviso, essi scorgono un globo di luce “come se il sole fosse caduto in quel luogo”. Lentamente il globo si apre e nella luce abbagliante i due ragazzi travedono una donna seduta, con i gomiti sulle ginocchia e il volto nascosto fra le mani, che piange. La “Bella Signora” si alza e li invita ad avvicinarsi. Rassicurati, Massimino e Melania scendono di corsa lungo il pendio. Quella “Bella Signora” non smette di piangere. È alta e tutta splendente della luce che si sprigiona dal Crocifisso che porta sul petto. Ai lati del Crocifisso si vedono un martello e delle tenaglie. Continuando a piangere, Ella affida ai fanciulli il seguente messaggio: «Se il mio popolo non vuole sottomettersi alla legge del Signore, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più sostenerlo». Insomma, Maria adempie con amore materno al suo compito di mediatrice presso Dio per i peccatori, ma non può far tutto da sola. Per questo supplica tra le lacrime: «Convertitevi, figli miei!».

MADRE CHE CI ACCOMPAGNA

La crisi economica e lo smarrimento di valori a cui oggi assistiamo non toccano soltanto le giovani generazioni, ma anche gli adulti. C’è chi propina ricette con soluzioni a medio o a lungo termine. Nessuno, però, può risolvere il calo di fiducia nella vita e nel futuro, che sembra all’origine di una crisi generalizzata e che investe ogni dimensione del vivere umano. Soltanto una ritrovata visione evangelica potrà ridimensionare questa crisi facendo balenare all’orizzonte indicazioni di senso. Maria di Nazaret, esperta nell’arte di accompagnare il suo Figlio Gesù nella sua crescita umana e la Chiesa nei tempi difficili, è la nostra compagna di viaggio. Maestra nel cammino della fede, addita anche a noi Gesù, si pone al nostro fianco, ci infonde fiducia e sicurezza. Anche Lei ha dovuto apprendere giorno per giorno la direzione giusta. Le è bastato rendersi disponibile a Dio, fidarsi di Lui, lasciarsi accompagnare da Lui. Maria è una giovane donna che fa spazio all’ingresso della luce. Ascolta nel silenzio del suo essere la densità della Parola che le viene rivolta dall’angelo: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te... Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,28.31). É una ragazza che sa amare e progettare il futuro, ma rimane aperta all’imprevisto di Dio. La sua casa è luogo del silenzio dell’ospitalità, dell’accoglienza del divino, che lei riceve nel cuore prima che nel grembo. Scopre che la sua autenticità sta nel sentirsi abitata da Dio, nel realizzare il passaggio dall’esistere per se stessa all’esistere per un Altro. Maria rimanda al centro della fede: Gesù Cristo, manifestazione luminosa di Dio. Lei è la casa dove la Parola può dimorare, ma lei stessa è accolta dalla Parola e dimora in essa: l’essere discepola di Gesù inizia con il suo “sì” ad essere madre. [...]

Maria accompagna anche noi oggi a vivere la chiamata del Signore nella ricerca continua del suo progetto, che esige la purificazione dai protagonismi personali e dall’egoismo. Ci sostiene nell’impegno di renderci disponibili ad accogliere le sorprese di Dio nel quotidiano. Ci aiuta a far fiorire la vita, a risvegliarla e potenziarla sul nostro cammino. Ci rende attenti a riconoscere i segni di speranza presenti nel nostro tempo, nella vita dei fratelli e delle sorelle che il Signore ci pone accanto, nell’esistenza dei giovani. Guardando a Lei, ci chiediamo: "siamo ancora capaci di ascoltare con stupore la Parola, di custodirla nel cuore e di aprirci all’inedito dell’amore?" Un cuore che ama è sempre pronto a cercare la persona amata, ad accogliere ogni suo desiderio per poi correre a realizzarlo. Maria è con noi, nella nostra casa e nella nostra vita; ci aiuta a ritrovare l’entusiasmo di seguire Gesù, a fidarci di Lui; ci guida nel pellegrinaggio della fede che si confronta ogni volta con nuove sfide e opportunità. La nostra testimonianza di adulti fiduciosi e gioiosi può infondere nei giovani la certezza di essere custoditi da Dio, sostenuti dalla mano materna di Maria, da Lei accompagnati nella ricerca del loro progetto personale, che è sempre un progetto di vita per la gioia degli altri; una vita che si gioca a favore del bene della comunità ecclesiale e sociale. Da Lei i giovani possono imparare la relazione che fa crescere in libertà e responsabilità, nel servizio agli altri e nell’apertura a Dio. Adulti e giovani siamo chiamati a un percorso di fede in cui lasciarci amare da Dio, accettare di entrare nel suo progetto servendo il bisogno di vita, di senso, di gioia delle nostre famiglie e comunità, delle giovani generazioni. Maria ci sostenga nell’impegno di diventare come Lei “aiuto” per custodire e fare crescere la vita.

 

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