Avvocata delle donne, secondo Auguste Nicolas
Data: Martedi 16 Novembre 2021, alle ore 16:34:55
Argomento: Autori


Un articolo in La Madonna della Neve, n. 8 - ottobre 2021, pp. 4-5.




Sul finire del XIX secolo la riflessione mariana s'incontra con I'incipiente questione femminile - Si scopre che Maria è la prima ad agire per la promozione della donna - E nei libri del laico Auguste Nicolas l'avvocata di Eva è liberatrice di ogni donna - La teologia segna la cultura.

II tema di Maria avvocata, sul finire del XIX secolo, si incontra con quello della promozione della donna in conseguenza del culto di Maria. A questo proposito pagine molto belle ritroviamo nell'opera di Auguste Nicolas (1807-1888), avvocato e giudice di pace, totalmente consacrato all'apostolato intellettuale, e difensore della fede cattolica. Avendo emesso il voto di dedicare un libro a gloria di Maria se avesse ottenuto la guarigione della figlia, scrive La Vierge Marie, in quattro volumi (1855-1860), che raggiunge presto un grande successo. Da laico affronta il tema, a quell'epoca nuovo, della dignità della donna: «L'asservimento e la degradazione della donna era un fatto universale nell'antichità, e più che un fatto era un principio. L'affrancamento e il culto rispettoso della donna è un fatto e un principio in tutto il mondo cristiano». E spiega: «Il cristianesimo ha innestato nel mondo un principio creatore e vitale, preso fuori del mondo, portato dal cielo. É la donna, infatti, a concepire e a dare la luce questo principio; perché non è altro che il Verbo di Dio nato da Maria...». Si evidenzia così una sorta di "ipersensibilità" femminile davanti al mistero della salvezza: «Come la donna non avrebbe sentito in modo tutto speciale la redenzione che ella ha procurato all'intera umanità, poiché proprio il suo sesso fu in Maria l'artefice benedetto di questa universale redenzione?». L'Autore sa bene che in Gesù Cristo non è più questione di uomo o di donna e la donna non ha un "onore" diverso dall'uomo rispetto al Salvatore; «ma siccome egli stesso ha voluto essere frutto della donna, la donna trova in Maria un principio particolare di riabilitazione».

Maria e la dignità della donna

Nicolas, al proposito, evidenzia la condizione d'inferiorità femminile: «Indipendentemente dalla Caduta comune a tutto il genere umano, la donna subiva una degradazione speciale, procedente dall'essere stata l'artefice primitiva di quella comune decadenza». Senza Maria, la salvezza avrebbe condotto la donna al livello dell'uomo, e l'uomo al livello di Cristo, ma in questa maniera il male non sarebbe stato totalmente riparato e si sarebbe verificata una sorta di asimmetria nell'opera redentrice. Per questo «conveniva che la donna avesse una parte speciale nella riparazione, controparte di quella che aveva avuto nella colpa». Un tema questo non del tutto nuovo, ma di cui Nicolas saprà trarre le conseguenze a livello culturale. Questo processo avviene «con l'essere l'artefice primitiva di quella, come lo era stata di questa; cogliendo e gustando prima di ogni altro il frutto di vita e comunicandolo all'umanità, come ella lo aveva fatto per il frutto di morte». Ecco perché Maria è giustamente chiamata nuova Eva. E «siccome tutte le donne portavano la maledizione della colpa di Eva, esse raccolgono pertanto la benedizione della grazia concessa a Maria». Qui Nicolas richiama e aggiorna l'espressione di Ireneo: «Maria non è solamente la causa di salvezza di tutto il genere umano, ma in particolare I'Avvocata di Eva, ed è pure l'Avvocata di Eva perché è la causa di salvezza di tutto il genere umano». Ne consegue che «il culto di Maria ha così una portata altrettanto considerevole quanta legittima come riabilitazione della donna». Tale riabilitazione «la caratterizza mirabilmente nel suo tipo più perfetto, e la preserva non solo da ogni smarrimento, ma da ogni errare e da ogni eccesso». Qui l'autore riporta un episodio della Vita del beato Susone: «Si racconta che il beato Enrico Susone, incontrando un giorno una donna nella contrada più sudicia della città, si mise subito dalla parte del fango per lasciarla passare nel solo luogo asciutto che vi era. La donna notato questo atto di umiltà gli disse: "Padre mio, che cosa fa, lei prete e religioso, perché cedere la via a me che sono una povera donna e farmi arrossire di vergogna?". Frate Enrico rispose: "Sorella mia, ho l'abitudine di onorare e di venerare tutte le donne perché esse ricordano al mia cuore la potente regina del cielo, la Madre del mio Dio, verso la quale sono tanto obbligato". La donna alzò le mani e gli occhi al cielo dicendo: "Supplico questa potente Regina che lei onora in noialtre donne, di volerla favorire di qualche grazia particolare prima della sua morte».

Maria e la donna cristiana

E commenta Nicolas: «La donna cristiana è il nodo e il cuore della famiglia. Nella sua molteplice funzione di sposa, di madre, di figlia e di sorella, essa unisce tutti i membri e ispira tutte le relazioni con il più irresistibile influsso, quella che si subisce senza saperlo. Questo potere si manifesta come un fenomeno nuovo fin dai primi secoli cristiani». In forza di questa emancipazione religiosa, la donna ha potuta sperimentare anche una emancipazione morale e legale che «la fece salire a livello dell'uomo». É inevitabile che l'uguaglianza fra uomo e donna resti sempre condizionata dalla cultura in cui si manifesta (e in questo Nicolas forse non è del tutto cosciente). La sua preoccupazione è di fondare teologicamente questo cambiamento. Egli spiega: «Ricordiamo come l'opinione e la condotta di Colui che è la Verità stessa e il cui Vangelo diventerà il Codice dei codici, la Legge delle leggi, l'opinione e la condotta di Gesù Cristo verso la donna distruggevano totalmente le idee e i costumi correnti». Dunque è proprio per iniziativa divina che avviene questo cambiamento. «Innanzitutto, e nel più alto grado, con il prodigio della Maternità divina, della Verginità feconda, da cui egli aveva voluta nascere, non mediante una concezione passiva in Maria, ma attiva, deliberata, consentita liberamente con il Cielo medesimo, e frutto di una pienezza di grazia che solleva la donna all'altezza meritata di Madre di Dio». Per questo in tutta la sua vita terrena Gesù associa Maria ai suoi misteri: «... nel rimanere sottomesso a lei fino all'età di trent'anni, nel ricevere da lei l'impulsa anticipata della sua vita di miracoli, nel lasciarla per testamento come madre a tutto il genere umano dall'alto della Croce, e nell'innalzarla con l'Assunzione alla gloria di Regina degli angeli e del cielo». E, infine, secondo questa logica, nel «comportamento liberatore» che egli assume verso tutte le altre donne del Vangelo.

 

ASCOLTA L'AUDIO DELL'ARTICOLO

 







Questo Articolo proviene dal PORTALE DI MARIOLOGIA


L'URL per questa storia è:
/modules.php?name=News&file=article&sid=2223