Maria madre della Chiesa per volere di Cristo
Data: Martedi 29 Settembre 2009, alle ore 10:34:58
Argomento: Chiesa


Dalla tesi di Licenza Maria, segno e strumento di Riconciliazione e di Pace nel magistero di Giovanni Paolo II” di fr.. Cristoforo Amanzi ofm



“[1] Maria è Madre della Chiesa, perché in virtù dell’ineffabile elezione dello stesso eterno Padre (cfr LG 56) e sotto la particolare azione dello Spirito d’amore (cfr LG 56), Ella ha dato la vita umana al Figlio di Dio, «per il quale e dal quale sono tutte le cose» (Eb 2,10) e da cui tutto il Popolo di Dio assume la grazia e la dignità dell’elezione. [2] Il suo proprio Figlio volle esplicitamente estendere la maternità di sua Madre – ed estenderla in modo facilmente accessibile a tutte le anime ed i cuori – additandoLe dall’alto della croce il suo discepolo prediletto come figlio (cfr Gv 19,26). [3] Lo Spirito Santo Le suggerì di rimanere anche Lei, dopo l’Ascensione di nostro Signore, nel Cenacolo raccolta nella preghiera e nell’attesa, insieme con gli Apostoli fino al giorno della Pentecoste, in cui doveva visibilmente nascere la Chiesa , uscendo dall’oscurità (cfr At 1,14). [4] E in seguito tutte le generazioni dei discepoli e di quanti confessano ed amano Cristo – così come l’apostolo Giovanni – accolsero spiritualmente nella loro casa (cfr Gv 19,27) questa Madre, la quale in tal modo, sin dagli inizi stessi, cioè dal momento dell’Annunciazione, è stata inserita nella storia della salvezza e nella missione della Chiesa” (RH 22).


Giovanni Paolo II nel porre all’attenzione dei fedeli Maria quale Madre della Chiesa, ne dà la spiegazione teologica utilizzando di volta in volta le fonti bibliche e conciliari.

Maria è Madre della Chiesa: un’affermazione netta che avendo incontrato, nel passato anche recente, molte difficoltà in merito alla sua formulazione e al suo fondamento teologico-scritturistico, necessita di ulteriori precisazioni.


In questo brano della Lettera enciclica “Redemptor hominis” (n.22), il Pontefice fornisce le motivazioni a sostegno del titolo. Infatti, toccando i momenti più importanti della cooperazione di Maria all’opera del Figlio, dall’Annunciazione alla Pentecoste, mostra l’itinerario teologico che la costituisce Madre di Cristo e dei Suoi discepoli, cioè della Chiesa: perché eletta dall’eterno Padre, il quale “ha voluto che l’incarnazione del suo Figlio fosse preceduta dall’accettazione di colei che era stata predestinata ad esserne madre” (LG 56), e sotto la particolare azione dello Spirito d’amore, il quale l’ha “plasmata per così dire e formata come una creatura nuova” (LG 56), Ella ha dato la vita umana al Figlio di Dio dando “al mondo la vita che tutto rinnova” (LG 56), Cristo per il quale e dal quale sono tutte le cose e da cui ogni fedele assume la grazia e la dignità dell’elezione a figlio.


Il Papa, però, non si ferma a questo primo aspetto che molto attinge dal testo conciliare e che mostra l’importanza fondamentale del libero consenso di Maria alla volontà divina di Salvezza (cfr LG 56), ma sottolinea un secondo aspetto che rappresenta una novità anche rispetto alla stessa Lumen gentium: il Figlio volle esplicitamente estendere la maternità di sua Madre (cfr LG 58).

Siamo di fronte alla divina volontà del Figlio, [il cui cibo è fare la volontà del Padre (cf Gv 4,34)], che senza alcun dubbio, in modo esplicito, estende la maternità di sua Madre: non più soltanto Sua ma anche Madre del discepolo prediletto, e tutto ciò in modo facilmente accessibile a tutte le anime ed i cuori ovvero una maternità alla quale si può accedere facilmente sul piano spirituale ed interiore: quello delle anime e dei cuori.


Dopo aver esposto le ragioni della sua maternità cogliendo argomenti sia dall’evento dell’Annunciazione-Incarnazione sia da quello della Passione-Morte, il Papa continua la sua esplicitazione con una affermazione molto personale e originale:

“Lo Spirito Santo Le suggerì di rimanere anche Lei, dopo l’Ascensione di nostro Signore, nel Cenacolo […] fino al giorno della Pentecoste”.

Dai testi lucani sappiamo che fu Gesù a “comandare” agli Apostoli, prima della sua Ascensione al cielo, di restare in città finché non fossero stati rivestiti di potenza dall’alto (cf Lc 24,49; At 1,4-5), ciò che accadde il giorno di Pentecoste.

L’affermazione personale ed originale è quella che fa riferimento allo Spirito Santo dopo l’Ascensione: il Papa chiama in causa volutamente la presenza e l’opera dello Spirito Santo nella vita di Maria, a sottolineare che lo Spirito, ancora non effuso sulla Chiesa (cf Gv 7,39), era già pienamente operante in colei che ne era la primizia:

“Lo Spirito Santo Le suggerì di rimanere […] nel Cenacolo raccolta nella preghiera e nell’attesa, insieme con gli Apostoli fino al giorno della Pentecoste”.


Il Papa con questa affermazione sottolinea il profondo e intenso rapporto tra lo Spirito Santo e Maria, la quale è sotto la particolare azione dello Spirito d’amore, docile ad ogni impulso, ad ogni Sua ispirazione. Lo Spirito Santo che si sarebbe effuso sulla Chiesa nascente, facendola uscire dall’oscurità, quasi come un bimbo dal grembo della propria madre, Le suggerì di restare nel Cenacolo raccolta nella preghiera e nell’attesa.


Come non pensare a Maria quale Madre della Chiesa: sul Calvario, per volontà del Figlio concepì (il suo proprio Figlio volle esplicitamente estendere la maternità di sua Madre) e nel Cenacolo in preghiera attese il nuovo parto, nello Spirito Santo, Spirito d’amore, dal quale doveva visibilmente nascere la Chiesa , uscendo dall’oscurità e manifestandosi come Chiesa degli uomini viventi, viventi perché vivificati dall’interno per opera dello Spirito di verità, Chiesa della quale Maria è Madre (cfr LG 56) e primizia (cfr LG 68), membro sovreminente e singolarissimo (cfr LG 53).


In seguito, dopo questi eventi, tutte le generazioni accolsero spiritualmente nella loro casa questa Madre. Il Papa di nuovo pronuncia un’affermazione forte e chiara: tutte le generazioni. Non afferma però che tutti e ciascuno dei discepoli e di quanti confessano e amano Cristo hanno accolto Maria come Madre, ma che tutte le generazioni l’accolsero, cioè la Chiesa di tutte le epoche, con la sua dottrina e la sua Tradizione, sempre l’ha accolta spiritualmente in casa, nella propria intimità, nel profondo del cuore, come Madre, così come l’apostolo Giovanni.


Qui Giovanni Paolo II supera il Concilio Vaticano II operando un passaggio che rispetto alla Lumen gentium rappresenta una vera e propria novità: riconosce in Giovanni tutti coloro che, come lui, di generazione in generazione confessano ed amano Cristo. Conseguentemente, Maria è chiamata da Gesù ad accogliere come figli i Suoi discepoli e quanti credono in Lui, in altre parole a diventare Madre della Chiesa; d’altro canto ogni credente, come Giovanni, è chiamato da Gesù ad accogliere Maria come Madre.


Ma non si ferma all’estensione della maternità di Maria operata da Gesù. Egli sottolinea che tutti coloro che credettero, così come Giovanni, accolsero spiritualmente nella loro casa questa Madre. L’accolsero, come Giovanni, nella loro intimità, nel loro cuore, come un bene prezioso; in quella casa dove nell’intimità si incontra Dio, il quale sta alla porta e bussa e se qualcuno apre, entra e mangia con lui (cf Ap 3,20), in quel sacrario dell’uomo dove risuona la voce di Dio, in quel luogo, definito casa, dove deve regnare la familiarità, la pace, la gioia, l’amore, cioè Dio. E’ lì che colui che ama Cristo deve ospitare la Madre perché Lei possa favorire l’incontro tra le creature e il Creatore, tra il discepolo e il Maestro, tra il figlio adottato ed il Figlio Unigenito, Primogenito di molti fratelli, Principe della Pace.

 


In tal modo, continua il Papa, cioè in qualità di Madre di Dio e della Chiesa, e con queste modalità, Maria è stata inserita nella Storia della salvezza e nella missione della Chiesa: Maria partecipa attivamente a quella Storia particolare il cui protagonista è Dio stesso, fatto uomo per la nostra salvezza (cfr LG 65), al quale Ella ha dato la vita umana (Annunciazione) e da cui ha ricevuto l’estensione della sua maternità (Calvario) manifestata nel giorno della Pentecoste.


Maria è inserita così anche nella missione della Chiesa: mantenere il legame dinamico del mistero della Redenzione con ogni uomo. Maria svolge questo compito in qualità di Madre indicando e offrendo maternamente, a tutti gli uomini e senza interruzione, il Figlio, fonte di acqua viva che sgorga perché abbiano vita in abbondanza.

 

Fr. Cristoforo Amanzi

 







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