Maria nella storia rumena
Data: Martedi 12 Aprile 2011, alle ore 12:22:20
Argomento: Società


Un articolo di P. Stefano Connoter ocd, in La Madonna della Neve, n. 3 - marzo 2011, pp.6-7.



In uno dei suoi libri Giovanni Paolo II scriveva che un buon modo per cogliere la cultura e l'anima profonda di un popolo era la visita ai suoi santuari mariani. In quei luoghi si sedimenta la storia e si esprimono i valori più profondi e più nobili di una regione. Mi aveva colpito questo fatto, anche perché ho potuto vivere per quattro anni accanto al Santuario delle Madonna delle Laste di Trento dove la storia della mia regione e della mia stessa famiglia si intreccia con la presenza di Maria.
Venuto in Romania mi è sembrato naturale seguire anch'io questo "metodo" per conoscere non solo la lingua ma anche la cultura e la storia del popolo rumeno. Ero deciso quindi ad andare prima o poi a Cacica, nel nord della Romania, dove si trova il più importante santuario mariano della nazione.
In novembre mi trovavo a Iasi, appunto al nord, per studiare la lingua. Sarebbe stata una bella occasione, ma ero ancora abbastanza lontano e non avevo a disposizione molto tempo.

L'Immacolata di Cacica

Ed ecco la sorpresa: posso dire che Maria mi è venuta incontro! Almeno così io ho letto il fatto che l'icona delle Vergine Immacolata, venerata a Cacica, sia stata trasportata solennemente alla cattedrale di Iasi la prima domenica di Avvento. Senza sapere niente, quel giorno sono andato proprio alla messa di accoglienza dell'icona, che è poi rimasta una settimana per solenizzare l'inizio dell'anno della famiglia celebrato dalla diocesi di Iasi. Nella cerimonia di accoglienza il vescovo ha ricevuto l'icona della Vergine portata dai padri francescani alla porta della cattedrale. In quel momento è stato letto il vangelo della visitazione di Maria a Elisabetta: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?" (Lc 1,43) Anch'io mi sentivo un po' visitato, un po' preceduto da Maria, un po' introdotto nel paese dove lei è tanto amata e venerata con il titolo di Vergine Purissima (Preacurata Fecioara).
Poi in gennaio sono andato a Timisoara per perfezionare lo studio del rumeno. Ero ospite di padre Zsolt, di origine ungherese. Con lui un giorno sono andato a visitare la basilica di Maria Radna, un'altro importante santuario mariano rumeno.

La stampa di Bassano

Qui si scopre come la devozione a Maria diventa luogo di incontro di popoli diversi. Fino alla prima guerra mondiale questa terra apparteneva all'Impero Austro-ungarico, per cui oltre al rumeno si parla ungherese e tedesco, ma anche serbo e bulgaro. L'immagine della Vergine Maria venerata a Radna rappresenta la Madonna del Carmine: è una stampa donata nel 1668 da Giorgio di Bosnia. La riproduzione sacra è stata però impressa in Italia da una stamperia di Bassano del Grappa. Essa riproduce la figura classica della Madonna del Carmine che si rifà al modello della Madonna Bruna di Napoli. L'immagine appare però speculare rispetto alla "Bruna", cioè con il bambino alla sua sinistra, probabilmente perché la lastra è stata incisa come l'originale e girandola per la stampa l'immagine si è rovesciata.

Tenerezza carmelitana



Come la"Bruna" si tratta di una Madonna della tenerezza dove il bambino tiene una mano sotto il mento di Maria. Nel settembre del 1695 la chiesa, incendiata dai turchi, è bruciata fino alle fondamenta. Solo la stampa che raffigura la Madonna è rimasta intatta. A partire da questo fatto miracoloso hanno iniziato ad affluire numerosi pellegrini.
Si potrà un giorno raccontare una storia simile dell'immagine della Madonna del Carmine che è venerata qui nella nostra cappella del monastero di Ciofliceni in Romania? Speriamo di sì, possibilmente senza che il convento venga incendiato! Il posto che mi è stato assegnato in cappella è proprio di fronte a questa immagine sacra. Quando vado a pregare mi sembra che Maria guardi proprio verso di me e che Gesù Bambino con la sua mano sotto il mento della Vergine dica ancora: Donna ecco tuo figlio".
A lei quindi affido la nostra missione e la costruzione della chiesa che ancora manca al nostro convento di Ciofliceni, assieme alla costruzione di un popolo carmelitano, capace di accogliere la grande sfida della nuova evangelizzazione, di cui anche la terra rumena ha tanta sete.

 







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