Giuseppe Toniolo e la pietà mariana
Data: Lunedi 7 Maggio 2012, alle ore 17:30:38
Argomento: Santi


Un articolo di Luciano Orabona in Il Rosario e la Nuova Pompei, 128 (2012), n. 4, pp. 10-11.



Il 29 aprile la Chiesa ha proclamato Beato Giuseppe Toniolo, morto il 7 ottobre 1918. Laico, come Bartolo Longo, e di quattro anni più giovane, nacque a Treviso il 7 marzo 1845, si occupò anche lui di problemi sociali e condivise con il Beato il mondo religioso mariano di Pompei.
Compiuti gli studi al Foscarini di Venezia e laureatosi nel 1867 in giurisprudenza nell'Università di Padova, fu il più acclamato teorizzatore cattolico in campo economico-sociale. Da vincitore di concorso venne chiamato a insegnare Economia politica nell'Università di Pisa e dal 1883 ne illustrò la cattedra da ordinario per circa quarant'anni.
In Pisa l'osservazione di una penosa situazione locale, lo spinse alla ricerca di soluzioni per venire incontro alle esigenze della povera gente. Dopo aver sposato, a trentatré anni, Maria Schiratti di Pieve di Soligo, dalla quale ebbe sei figlie e un maschio, assunse crescenti responsabilità nell'apostolato, fino a diventare il maggiore esponente del movimento sociale cattolico.
L'esplorazione del pensiero teorico, la fedeltà ai canoni della scienza e una grande umiltà - sue principali virtù umane - si alimentarono nel contatto con il soprannaturale, alla costante presenza di Dio. Ne nacquero una dopo l'altra le principali opere di cui fu promotore: l'Unione cattolica per gli studi sociali in Italia, nel 1891; la «Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie», nel 1893; la Società cattolica per gli studi scientifici, nel 1899; le Settimane sociali, nel 1907. E quando con  Il fermo proposito san Pio X sciolse nel 1905 l'Opera dei Congressi, toccò a lui l'onere della presidenza dell'Unione elettorale, la più impegnativa delle tre nuove strutture dell'apostolato dei laici in Italia.
Non minore merito storico è stato il suo contributo alla formazione della coscienza nazionale da pioniere in campo femminile nella promozione dell'Unione delle Donne Cattoliche, ispiratrice della Barelli nella fondazione con padre Gemelli dell'Università Cattolica.
Di lui disse il cardinale Roncalli alla vigilia di diventare papa Giovanni XXIII: «Magistrum sequor: un semplice laico, ma quale maestro! I suoi chiari insegnamenti sono luce all'intelligenza e fiamma viva al cuore».
La lezione del Beato Toniolo va oltre gli scritti di storia ed economia politica. Tre volumi dell'Opera omnia, con ricco epistolario, e altri due di Scritti religiosi e Iniziative culturali e di Azione cattolica attestano la vita interiore dello scienziato, con testimonianze negli Appunti di regolamento di vita sui rapporti con Bartolo Longo e la recita del Rosario.
Nel diario del 1886 pone con straordinaria umiltà gli esercizi spirituali sotto il patrocinio di Maria Vergine del rosario e ne scandisce i tempi con tale impressionante umiltà: « 1° giorno: 3 ottobre (domenica del Rosario). 1. Tu quis es? - Sono peccatore - sono manchevole delle più elementari virtù - sono tiepido. Da trenta e più anni io frequento la scuola di Gesù, ammesso ai suoi più intimi ammaestramenti e non ho ancora imparato, posso confessarlo, nulla! Oh vergogna!».
Ancora in ottobre, del 1890, l'umile sentire di sé, sublimato da aneliti di speranza mariani: «5 ottobre. Madonna del Rosario. - A lode di Maria Regina del Sacratissimo Rosario, ausilio dei cristiani, [...] diffidare assolutamente in tutte le guise di me stesso, [...] e di ogni presidio naturale; per sperare vivamente e compiutamente (per intercessione di Maria Vergine del Rosario) soltanto nei presidi sovrannaturali». Poi aggiunge: «Spero nel nome di Maria, che affidato del tutto alla grazia vostra, senza abbattimenti e con ogni calma, conseguirò grande profitto, onde si faccia in me la vostra volontà e possa il vostro regno in me discendere; ed in quanto a voi piaccia, contribuire alla diffusione del vostro regno anco negli altri».
Così, infine, confida nel 1916, due anni prima della morte, ad Achille Gallarini: «Carissimo amico, scrivo il giorno del Rosario affinché la memoria sacra della Madonna benedetta renda più efficaci le mie espressioni di amicizia».

 

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