di Mons. Pio Vittorio Vigo in La Rosa di Valverde, maggio 2008, pp. 3-5.
Un fenomeno sotto gli occhi di tutti si rileva nel concorso particolare della gente quando si tratta di una festa che riguarda la Vergine Maria. Riconosciuta e venerata sotto i diversi titoli che la pietà cristiana le ha riconosciuti, è sempre onorata, osannata e pregata da tanta gente. Perché? Il motivo mi sembra di trovarlo nella riflessione che i Padri del Concilio Vaticano II hanno fatto in merito al rapporto della Chiesa con il mondo contemporaneo. Essi affermano nella Costituzione Pastorale Gaudium et spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”. In altre parole, ci dicono che la Chiesa tutta si sente profondamente coinvolta con le diverse problematiche e situazioni del mondo, e si ritrova solidale con esso. E se si rileva, oggi, come nota diffusa la perdita di speranza, anche per i cristiani che respirano nel quotidiano la stessa aria del momento, è necessario un riferimento sicuro che possa alimentare, sostenere, difendere la speranza. Maria Santissima è per tutti segno sicuro di speranza. Si constata questa verità conoscendo come viene onorata la Vergine nel Mondo. Anche tra i popoli di religione non cattolica o cristiana si sente il bisogno di ricorrere a Maria. Sanno che è una donna buona e la mamma di Gesù; ma non sanno chi è Gesù. Mi ha colpito quello che ho visto in un Santuario della Vergine nel Tamil Nadu, in India. Molti ex voto erano di persone che appartenevano alla religione Indù. Una suora di quella terra mi raccontò un giorno la storia della sua famiglia. Lei ancora bambina, si ricordava i riti di culto che il padre faceva in campagna per aggraziarsi il suo dio. Un giorno il papà cadde ammalato gravemente. Era in Ospedale. Una notte vide avvicinarsi al suo letto una signora bellissima che gli diceva: “Sei guarito!”. La mattina seguente, venne constatata dai medici la sua inspiegabile guarigione. Tornato a casa, volle accertarsi chi poteva essere stata quella signora che lo andò a trovare per guarirlo. Nessuno glielo seppe dire. Consultò anche un Missionario francese; egli gli disse che queste grazie le fa la Vergine Maria. Allora volle essere istruito nella fede cattolica, chiese il battesimo per sé e per i suoi figli. La moglie, indignata per la conversione del marito, abbandonò la famiglia e ritornò a casa dei suoi. Poi, dopo sette anni, ritornò dal marito, volle essere istruita sulla fede cattolica e si fece battezzare. La famiglia si ricompose serena nella fede. Questo è uno dei tanti interventi della Madonna a favore della nostra vita. Quanti avvertimenti ci sono venuti dalla Vergine a tempo giusto per convertirci ed evitare disastri sociali e politici! Nell’estate scorsa sono stato a Kibeho, in Rwanda, dove è apparsa la Vergine dieci anni prima del genocidio che ha consumato nel sangue quel popolo. Aveva ripetuto con insistenza, alle ragazze veggenti, la necessità urgente di conversione, prima che fosse troppo tardi: vedeva un fiume di sangue scorrere nel cuore della nazione! Le ragazze parlarono, ma non furono credute. Venne riconosciuta ufficialmente la verità delle apparizioni dopo otto anni dai dolorosissimi fatti di guerra civile accaduti. Sì, Maria è la Madre della speranza. Chi si affida a Lei, può vivere secondo le richieste del Vangelo. In Lei troviamo tutte le compiacenze che Dio vuole riservare anche per noi. Da Lei impariamo lo spirito necessario per accogliere, custodire, far crescere in noi i doni, con umiltà e semplicità, e come saper comunicare agli altri nella gioia i beni ricevuti. Imitando Lei, sappiamo trovare il tempo dell’ascolto devoto della Parola, i momenti di preghiera personale e comunitaria, le opere di carità da fare e il modo di compiere le azioni che costruiscono comunione. Con Lei abbiamo più facilitata la via che ci avvicina a Cristo.
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