Madre della Divina Grazia
Data: Martedi 16 Luglio 2013, alle ore 23:49:53
Argomento: Spiritualità


Un intervento di Mons. Francesco Ravinale vescovo di Asti in La Voce del Santuario di Maria SS. delle Grazie di Cerreto Sannita, 84 (2013), n. 1. gennaio-febbraio, pp. 3-4.



L'invocazione «Madre della divina grazia, prega per noi!» fino a qualche tempo era per me semplicemente una delle litanie che cercavo di recitare fedelmente ogni giorno, ma non nascondo che per molto tempo «litania» per me significava solamente «ripetizione » e talvolta anche ripetizione noiosa. Poi c'è stato un momento in cui mi sono detto che le litanie erano espressione di modi diversi per rivolgersi a Maria e pertanto potevano costituire un'interessante preghiera ispirata alle diverse sensibilità di un popolo credente sparso su tutta la terra. Ultimamente ho scoperto che le litanie possono rivelarsi un arricchimento ancora più efficace e un autentico programma di vita cristiana, in quanto dicono il rapporto con Dio tipico di Maria Santissima, i doni particolari da lei ricevuti e le virtù che ella ha vissuto in modo eminente. In questa luce mi pare molto importante pregare la«Madre della divina grazia». L'espressione si trova nella sacra Scrittura, in quel brano della lettera di San Paolo a Tito che viene proclamato a natale, nella Messa della notte: «E' apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo». «La grazia di Dio» è apparsa con la nascita di Gesù. Maria è veramente la «Madre della grazia divina». La sua personalità, la sua santità, la preziosità della sua presenza accanto a noi derivano proprio da questo rapporto tutto particolare con la grazia di Dio e con colui che è la manifestazione visibile del Dio invisibile. Grazie a Maria Santissima «è apparsa la grazia di Dio» e si è manifestato un Dio preoccupato di donare grazia agli uomini, cioè di stabilire un rapporto con loro. Quando dico «Madre della divina grazia, prega per noi», chiedo fondamentalmente di farmi entrare in rapporto di grazia con il Signore. E la vita cristiana consiste essenzialmente in questo rapporto, capace di trasformare del tutto l'esistenza di una persona umana. La prima trasformazione è data dal fatto che«la grazia di Dio porta salvezza a tutti gli uomini». L'uomo, con il peccato, aveva troncato il rapporto con Dio e non poteva che lasciarsi andare alla deriva, lontano da lui e quindi esposto ad una vita secondo i propri criteri e i propri capricci. Una vita destinata al fallimento, perché non più ancorata al progetto per cui l'uomo era stato creato. Con l'Incarnazione il Figlio di Dio ha ristabilito questo rapporto di salvezza e lo ha offerto a chiunque semplicemente abbia il desiderio di accettarlo. Ristabilito il rapporto con Dio, diventa possibile proseguire in questo processo di trasformazione, perché«la grazia ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà». Si compie così un vero cambiamento di impostazione della vita, che si sposta dai criteri umani, limitati e orientati male, alla essenzialità e rettitudine che si instaurano quando ci si lascia guidare dai criteri di Dio. La trasformazione definitiva avviene quando il rapporto con Dio diventa così intenso da costituire l'ideale di un'esistenza vissuta «nell'attesa della beata speranza e della manifestazione del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo ». Quella trasformazione di vita che sant'Agostino aveva sperimentato e lo aveva portato ad un rapporto che si esprimeva così: «Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto fino a quando non giunga a riposarsi in te». «Madre della divina grazia»: un'espressione così breve e semplice che rischia di non lasciar trasparire la radicale trasformazione che la grazia divina aveva operato in Maria Santissima. Prega per noi e rendici assetati di questa grazia che è il dono più grande che noi possiamo desiderare.

 

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