La catechesi, in quanto comunicazione della divina rivelazione, si ispira radicalmente alla pedagogia di Dio come si dispiega in Cristo e nella Chiesa, ne accoglie i tratti costitutivi e sotto la guida dello Spirito Santo, ne cura una sintesi sapiente, favorendo, così, una vera esperienza di fede, un incontro filiale con Dio. La catechesi, che è dunque pedagogia in atto della fede, nel realizzare i suoi compiti non può lasciarsi ispirare da considerazioni ideologiche o da interessi puramente umani, non confonde l'agire salvifico di Dio, che è pura grazia, con l'agire pedagogico dell'uomo, ma nemmeno li contrappone e separa. Gesù Cristo è la vivente, perfetta relazione di Dio con l'uomo e dell'uomo con Dio. Da Lui la pedagogia della fede riceve una legge che è fondamentale per tutta la vita della chiesa, e dunque della catechesi: quella della fedeltà a Dio e della fedeltà all'uomo, in uno stesso atteggiamento di amore.
DCG cfr. 143
Pedagogia della Chiesa
Pedagogia della Chiesa
Fin dagli inizi la Chiesa, che è in Cristo come un sacramento, ha vissuto la sua missione come proseguimento visibile e attuale della pedagogia del Padre e del Figlio. Essa, essendo nostra Madre, è anche l'educatrice della nostra fede. Sono queste le ragioni profonde, per cui la comunità cristiana è in se stessa catechesi vivente. Per ciò che è, annuncia celebra, opera e rimane sempre il luogo vitale, indispensabile e primario della catechesi. La Chiesa ha prodotto lungo i secoli un incomparabile tesoro di pedagogia della fede: anzitutto la testimonianza di catechisti/e santi/e. Una varietà di vie e forme originali di comunicazione religiosa come il catecumenato, i catechismi, gli itinerari di vita cristiana; un prezioso patrimonio di insegnamenti catechistici, di cultura della fede, di istituzioni e di servizi della catechesi. Tutti questi aspetti fanno la storia della catechesi ed entrano di diritto nella memoria della comunità e nella prassi del catechista.
DCG 141 CCC 85-87, 2030-2046
Pedagogia di Cristo
Pedagogia di Cristo
Venuta la pienezza dei tempi, Dio mandò all'umanità suo Figlio, Gesù Cristo. Egli ha portato nel mondo il dono supremo della salvezza, realizzando la sua missione di redentore entro un processo che continuava la "pedagogia di Dio" con la perfezione e l'efficacia insite nella novità della sua persona. Dalle sue parole, segni, opere, lungo tutta la breve ma intensa vita i discepoli hanno fatto l'esperienza diretta dei tratti fondamentali della "pedagogia di Gesù", indicandoli poi nei Vangeli: l'accoglienza dell'altro, in particolare il povero, il piccolo, il peccatore, come persona amata e cercata da Dio; l'annuncio schietto del Regno di Dio come bella notizia della verità e della consolazione del Padre; uno stile di amore delicato e forte che libera dal male e promuove la vita; l'invito pressante a una condotta sostenuta dalla fede in Dio, dalla speranza nel regno e dalla carità verso il prossimo; l'impiego di tutte le risorse della comunicazione interpersonale, come la parola, il silenzio, la metafora, l'immagine, l'esempio, tanti segni diversi, come era proprio dei profeti biblici. Invitando i discepoli a seguirlo totalmente e senza rimpianti,16 Cristo consegna loro la sua pedagogia della fede come condivisione piena della sua causa e del suo destino.
DCG 140 CCC 108, 561
Pedagogia di Dio
Pedagogia di Dio
La salvezza della persona, che è il fine della rivelazione, si manifesta come frutto anche di una originale ed efficace "pedagogia di Dio" lungo la storia. In analogia alle usanze umane e secondo le categorie culturali del tempo, Dio nella Scrittura viene visto come un padre misericordioso, un maestro, un saggio che assume la persona, individuo e comunità, nella condizione in cui si trova, la libera dai legami del male, la attrae a sé con vincoli di amore, la fa crescere progressivamente e pazientemente verso la maturità di figlio libero, fedele e ubbidiente alla sua parola. A questo scopo, come educatore geniale e lungimirante, Dio trasforma le vicende della vita del suo popolo in lezioni di saggezza adattandosi alle diverse età e situazioni di vita. A esso consegna parole di istruzione e catechesi che vanno trasmesse di generazione in generazione, ammonisce con il ricordo del premio e del castigo, rende formative le stesse prove e sofferenze. Veramente far incontrare una persona con Dio, che è compito del catechista, significa mettere al centro e fare propria la relazione che Dio ha con la persona e lasciarsi guidare da Lui.
DCG 139 CCC 53, 708, 1950, 1964
Pedagogia originale della fede
Pedagogia originale della fede
La catechesi, che è pedagogia in atto della fede, nel realizzare i suoi compiti non può lasciarsi ispirare da considerazioni ideologiche o da interessi puramente umani, non confonde l'agire salvifico di Dio, che è pura grazia, con l'agire pedagogico dell'uomo, ma nemmeno li contrappone e separa. E il dialogo che Dio va facendo amorevolmente con ogni persona che diventa sua ispirazione e norma; di esso la catechesi diventa eco instancabile, ricercando continuamente il dialogo con le persone, secondo le grandi indicazioni offerte dal Magistero della Chiesa.
Obiettivi precisi che ispirano le sue scelte metodologiche sono:
A - muovere una progressiva e coerente sintesi tra l'adesione piena dell'uomo a Dio (fides qua) e i contenuti del messaggio cristiano (fides quae);
B - sviluppare tutte le dimensioni della fede, per cui questa si traduce in fede conosciuta, celebrata, vissuta, pregata;
C - spingere la persona ad abbandonarsi tutta intera, liberamente a Dio: intelligenza, volontà, cuore, memoria;
D - aiutare la persona a discernere la vocazione, cui il Signore la chiama.
La catechesi svolge così un'opera insieme di iniziazione, di educazione e di insegnamento.