PREGHIERE DEI SECOLI A MARIA


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Massimo il confessore

VII Secolo

Guarda, dunque, ancora
e abbi pietà di questo gregge,
del popolo tuo,
che il tuo Figlio ha riscattato
col suo sangue prezioso:
per lui implora, e stabiliscilo
nella tua eredità;
e giorno dopo giorno abbi pietà
e sprona tutti gli uomini
insieme e ciascuno in particolare,
perchè tutti divengano un solo corpo
nella statura della pienezza spirituale,
ed abbiano per Capo
Gesù Cristo tuo Figlio.

Riempi di gioia
il tuo popolo e la tua eredità;
prega per esso,
o Regina tutta santa,
e proteggilo, coprendolo
con la tua grazia e il tuo soccorso;
allontana da lui le fiere invisibili
che uccidono l'anima.


Non ricordare i nostri peccati,
ma previenici con la tua misericordia.
Salvaci e con la tua intercessione
presso il tuo Figlio,
fa che ci vergogniamo
delle nostre colpe.
Preservaci in questa vita
e rendici vittoriosi
delle seduzioni
e degli assalti del male,
delle tentazioni visibili e invisibili,
facci arrossire
di tutti i nostri peccati.

E nel secolo futuro,
guidaci alle dimore eterne,
al luogo di riposo
dove regna la luce
del Cristo tuo Figlio,
affinché accanto a te
regni anche il tuo popolo
che ti glorifica
e noi possiamo gioire del tuo nome!



Nato nel 580 a Costantinopoli da nobile famiglia, dopo aver occupato la posizione di importante funzionario nella corte imperiale, si ritirò nel monastero di Crisopoli. In seguito all’invasione persiana del 626, Massimo si allontanò dal monastero situato vicino al Bosforo e andò prima a Creta, poi a Cipro e infine in Africa, dove conobbe la nuova eresia del monotelismo, che cominciò a lottare con tutte le sue forze e con i suoi scritti e si impegnò nelle controversie facendo sentire il peso della sua autorità di teologo sia in Africa sia in Oriente che a Roma, dove fu anche teologo e consigliere del papa. Intanto il monotelismo continuava a dilagare con l’appoggio dell’imperatore Costante II. Pur essendo riconosciuto come il più grande teologo del tempo, Massimo fu imprigionato e nel 653 condotto a Costantinopoli, dove dal 655 subì diversi processi e condannato prima all’esilio a Byzia nella Tracia; poi a Perberis ai confini dell’impero; poi anche alla flagellazione, all'imputazione della mano destra e della lingua e infine esiliato a vita sulle coste orientali del Mar Nero nella Colchide. Il 13 agosto del 666 all’età di 82 anni, Massimo morì nella fortezza di Schemaris a Lazica. Contro le eresie imperanti del tempo, Massimo difese la piena natura umana di Cristo, distinta dalla natura divina non confusa con essa nell'unica persona del Verbo. Nella Santa Vergine Maria madre di Dio Cristo, si è verificato il mistero dell'ineffabile assunzione della carne. Egli sottolinea anche a più riprese il modo straordinario della nascita del Cristo, mediante il suo concepimento senza seme dalla santa Madre di Dio e Semprevergine Maria.


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