PREGHIERE DEI SECOLI A MARIA


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Venanzio Fortunato

VI Secolo

O Madre del Signore,
bella più delle gemme,
tu oscuri
lo splendore del sole,
brillando alta
sopra i soli e gli astri.

Più candida
del bianco vello
e più scintillante dell'oro;
più fulgida del raggio
e più dolce
del favo di miele;
più soave
e molto più rubiconda
delle rose a porpora.

Sei amabile, benigna,
luminosa, pia,

santa e veneranda;
sei fiore, decoro, altare,
candore, palma,
corona, pudore!

Grazie a te,
tutti i confini della terra
hanno meritato la salvezza,
il mondo intero si rallegra,
come pure il mare,
la spiaggia, il cielo!

Benché indegno nel mio cuore,
ti sussurro queste cose
con la bocca;
sii per me
una speranza di perdono,
tu che porti
la potenza del mondo!



Nasce verso il 530 a Valdobbiadine, studia a Ravenna, ricevendo una formazione classica unita ad una buona conoscenza della S. Scrittura e dei Padri della Chiesa. Dopo essere stato nel 565 a Metz alla corte di re Sigiberto e aver pellegrinato a Tours sulla tomba di San Martino, nel 567 si stabilisce a Poitiers dove nel 597 viene eletto vescovo. Muore qualche anno dopo, verso il 600.Venanzio ha dedicato a Maria un lungo poema dal titolo
In laudem sanctae Mariae in cui rivela la sua sincera e profonda devozione per Lei. Vede nella Vergine Santa una creatura mirabile al centro della venerazione del mondo; esalta la sua maternità e la sua verginità; ha intuizioni profonde circa la sua cooperazione all'opera della salvezza, confermando una dottrina che in quel periodo andava maturando. Egli esalta anche con tenerezza ed estatico lirismo i tratti più propriamente umani della fanciulla di Nazareth.


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