Nel linguaggio più comune il termine denota semplicemente il fatto che qualche cosa è.
Per quanto concerne S. Tommaso si è affermato categoricamente che "existentia" "è un termine estraneo alla semantica della metafisica tomistica"(C. Fabro). Ma questa affermazione è inesatta, perché nelle opere giovanili (Commento alle Sentenze, De Veritate, Contra Gentiles) existentia ricorre abbastanza spesso, e viene usato per significare l’appartenenza di qualche cosa al mondo esterno, al mondo reale, oggettivo e quindi per escludere che si tratti semplicemente di un’idea, o di una finzione della fantasia. Ecco alcuni passi, dove questo uso del termine existentia risulta assai chiaro: "Non potest autem efficax sumi testimonium veritatis per ea quae non in rei existentia sed solum in apparentia sunt (non si può cavare un’efficace testimonianza della verità da quelle cose che non accadono realmente ma soltanto in apparenza)"(C. G., IV, c. 29, n. 3655; cfr. ibid., n. 3651; IV, c. 63, n. 4004). "..Quod per se habet operationem et per se existentiam habere potest (ciò che è dotato di azione propria può anche avere una propria esistenza)"(C. G., II, c. 82, n. 1646; cfr. I, q. 79, a. 675). "Veritas quae in anima causatur a rebus, non sequitur aestimationern animae sed existentiam rei (la verità che viene causata dalle cose nella mente non è frutto della valutazione della mente bensì dell’esistenza della cosa)"(De Ver., q. 1, a. 2. ad 3). In un importante testo del Commento alla Metafisica leggiamo: "Logicus considerat modum praedicandi et non existentiam rei.. Sed philosophus existentiam quaerit rerum (il logico studia il modo di predicare e non l’esistenza della cosa (..). Invece il metafisico ricerca l’esistenza della cosa)"(VII Met., Lect. 17, n. 1658).
Dai testi citati risulta che S. Tommaso usa indubbiamente il termine "existentia", ma non gli assegna il senso forte, intensivo di actus essendi, bensì il senso debole e comune di "realtà di fatto" di qualche cosa, della sua appartenenza al mondo reale e non immaginario o al mondo delle idee; appartenenza questa che si può riconoscere allo stesso modo ai sassi, alle nubi, all’acqua, alle piante, all’uomo, agli angeli, a Dio. Dell’esistenza intesa come "attualità" non si danno gradi e pertanto si tratta di un concetto univoco e non analogico (quali sono invece i concetti di ente, essenza ed essere).