E' l’abitudine cattiva di chi non adempie i doveri inerenti al suo ufficio con la cura e la sollecitudine necessarie. S. Tommaso la annovera tra i vizi contrari alla prudenza.
Secondo l’Angelico la negligenza è un peccato speciale, perché è mancanza della dovuta sollecitudine, la quale è un atto speciale della ragione; anzi, dato che la sollecitudine retta appartiene alla prudenza, perciò la negligenza, che è mancanza di rettitudine, è contraria alla prudenza. Se la negligenza riguarda cose necessarie per la salvezza eterna, è peccato mortale. "Se invece la negligenza si limita a trascurare un atto o una circostanza che non è indispensabile alla salvezza, e questo sia fatto senza disprezzo, ma solo per mancanza di fervore, dovuta a un peccato veniale, allora la negligenza non è peccato mortale ma veniale"(II-II. q. 51, a. 3).