Apollinare di Laodicea - DIZIONARIO DI PATRISTICA

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Apollinare di Laodicea

A
VITA
Nacque a Laodicea verso il 310; era figlio di un sacerdote che aveva il suo stesso nome. L'amicizia con Atanasio gli costò, nel 342, la scomunica da parte del vescovo ariano Giorgio. Nel 346 Atanasio ritornò dall'esilio e nel 361 Apollinare venne eletto vescovo di Laodicea. Combatté gli ariani ma, alla fine, anch'egli venne condannato come eretico nei sinodi romani del 377 e 382, che si celebrarono sotto il pontificato di Damaso. Il concilio di Costantinopoli del 381, inoltre, condannò la cristologia di Apollinare alla quale faremo riferimento più avanti. Morì intorno al 390.

OPERE
Sappiamo che commentò diversi libri dell'Antico e del Nuovo Testamento dei quali ci sono pervenuti frammenti in diverse "catene". Inoltre scrisse due opere apologetiche, dirette rispettivamente Contro il neoplatonico Porfirio e Contro Giuliano l'apostata, che non ci sono giunte. La medesima sorte hanno subito i suoi scritti anti eretici. Perduto è anche il suo contributo alla poesia cristiana anch'esso notevole. Paradossalmente, la maggior parte delle opere conservate - in modo frammentario - riguarda i suoi scritti impregnati di una eterodossia cristologica. Si discute dell'autenticità delle due lettere dirette a Basilio Magno.

TEOLOGIA
Preoccupato dell'eresia ariana e del fatto che essa non credeva nella piena divinità di Cristo, Apollinare sostenne una visione che ledeva gravemente l'umanità del Salvatore. Partendo da Platone, affermava la coesistenza nell'uomo di spirito, anima e corpo. Secondo Apollinare, in Cristo erano presenti gli ultimi due elementi, mentre il primo veniva sostituito dal Logos. In questo modo, mentre la divinità appariva completa, l'umanità non lo era affatto. Cristo non poteva aver avuto un'umanità completa perché Dio e uomo non potevano unirsi completamente e inoltre, poiché lo spirito può decidere fra il bene ed il male, questo avrebbe permesso a Cristo di peccare; il che è inconcepibile. Apollinare sosteneva che in Cristo c'era una sola natura. Apparentamente la sua tesi risolveva i problemi cristologici, e questo forse spiega l'influsso che ebbe successivamente, ma in realtà ledeva gravemente la fede cristiana nell'umanità completa e perfetta di Cristo, privando di senso l'incarnazione e la redenzione.
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