Teodoro di Mopsuestia - DIZIONARIO DI PATRISTICA

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Teodoro di Mopsuestia

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VITA
Nacque ad Antiochia. Studiò retorica e letteratura con Libanio e in questo ambiente conobbe Giovanni Crisostomo. Prima dei vent'anni entrò in un monastero, che abbandonò successivamente per sposarsi e divenire avvocato. L'influenza di Giovanni Crisostomo lo convinse a tornare alla vita monastica e nel 383 fu ordinato sacerdote. Nel 392 fu consacrato vescovo di Mopsuestia, in Cilicia. Molto stimato e ammirato dai suoi contemporanei, morì nel 428. Centoventicinque anni dopo fu condannato come eretico.

OPERE
Senza dubbio, Teodoro è il rappresentante più importante della scuola esegetica di Antiochia. Compose commenti a quasi tutti i libri della Bibbia (Genesi, Salmi, Dodici Profeti Minori, Dieci lettere minori di Paolo, ecc.) e redasse opere di liturgia, disciplina e teologia.

TEOLOGIA
L'ortodossia di Teodosio non fu mai messa in dubbio durante la sua vita. Ma, poco dopo il concilio di Efeso del 431, Rabula di Edessa diede inizio alla critica delle sue opere. In seguito, Cirillo di Alessandria lo tacciò di nestorianesimo. Di fatto, Bardenhewer recentemente, partendo dai frammenti del trattato sull'incarnazione, riuniti da Leonzio di Bisanzio, ha condiviso la tesi per la quale Teodoro fu un nestoriano « ante litteram ». Probabilmente insegnò che in Cristo vi erano due persone. Malgrado ciò, alcune omelie di Teodoro, scoperte successivamente, fanno pensare che probabilmente il suo atteggiamento non solo non fu eterodosso, ma che per giunta avesse anticipato le definizioni del concilio di Efeso. In relazione al peccato originale, Mario Mercatore lo accusò di essere il padre del pelagianesimo e studiosi moderni come Gross hanno insistito nel ritenere che Teodoro fosse contrario alla dottrina del peccato originale. Senza dubbio, Amann e Devreesse, hanno giudicato tale interpretazione erronea poiché si basa su fonti manipolate alle quali si oppone il contenuto ortodosso degli scritti di Teodoro. In riferimento all'Eucaristia, Teodoro rifiutò un'interpretazione puramente simbolica del sacramento, indicando che il pane e il vino si convertivano in Corpo e Sangue in virtù dell'azione di grazie pronunciata sopra di essi. In quanto alla penitenza, insiste sulla necessità che i peccati gravi siano confessati in privato ad un sacerdote, come condizione previa per ricevere l'Eucaristia. La finalità di questa confessione non è soltanto l'applicazione di una disciplina ecclesiastica, ma è anche un consiglio pastorale offerto affinché il peccatore possa correggere il suo cammino.
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