Cirillo di Alessandria - DIZIONARIO DI PATRISTICA

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Cirillo di Alessandria

C
VITA
Nato in Alessandria in data sconosciuta (370‑380), nel 403 prese parte alla destituzione di Giovanni Crisostomo operata dal sinodo della Quercia. La sua avversione per Giovanni Crisostomo si mantenne viva almeno fino al 417. Pare che abbia nutrito uno spropositato sadismo verso i giudei e i novaziani, cosa che lo portò a scontrarsi con Oreste, il Prefetto imperiale della città. Questo fatto spiega perché lo si accuserà di essere stato complice dell'assasinio della filosofa pagana Ipazia, smembrata nel 415 sui gradini di una chiesa da una turba di cristiani. A partire dal 428, anno in cui Nestorio fu consacrato vescovo di Costantinopoli, si oppose fermamente a quest'ultimo contraddicendo le sue tesi in una lettera pasquale del 429. Da quel confronto nacquero le scuole di Alessandria e Costantinopoli. Questo portò Cirillo e Nestorio a sollecitare l'intervento di papa Celestino. Un sinodo celebratosi a Roma (430) condannò Nestorio e approvò le tesi teologiche di Cirillo. A motivo del rigido atteggiamento di quest'ultimo verso il suo avversario- atteggiamento che minacciava di provocare uno scisma in Oriente-, l'imperatore Teodosio convocò un concilio ad Efeso (431), nella cui prima sessione Nestorio venne destituito e scomunicato. Nel corso di questo concilio venne anche riconosciuto a Maria il titolo di Madre di Dio (Theotokos), sebbene il suo contenuto fosse riferito più a categorie cristologiche (la divinità di Cristo) che mariologiche (il ruolo svolto da Maria). Quattro giorni più tardi, l'arrivo di Giovanni di Antiochia provocò la convocazione di un nuovo sinodo nel quale Cirillo fu destituito e scomunicato. Teodosio, onde evitare il conflitto, dichiarò la destituzione sia di Cirillo che di Nestorio ordinando la loro carcerazione. Ma in un secondo momento permise a Cirillo di ritornare nella sua sede e rimandò Nestorio al suo monastero di Antiochia. Nell'intento di perseguire il nestorianesimo, Cirillo tra il 438 e il 440 ottenne la condanna di Teodoro di Mopsuestia, il quale, precedentemente, era stato maestro di Nestorio. Tuttavia, ormai alla fine della vita, Cirillo si dichiarò contrario a tale misura.

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