Clemente di Roma - DIZIONARIO DI PATRISTICA

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Clemente di Roma

C
VITA
Terzo successore di Pietro in Roma, stando all'elenco dei vescovi romani citato da Ireneo (Adv. Haer., III, 3, 3). Eusebio (HE, III, 15, 34) fissa l'inizio del suo pontificato nell'anno dodicesimo di Domiziano (92) e il termine nel terzo di Traiano (101). Alcune fonti affermano che venne consacrato dallo stesso apostolo Pietro, ma che, per ragioni di convivenza pacifica, vi avesse rinunciato in favore di Lino riprendendo il suo posto dopo Anacleto. Gli sforzi di scrivere la storia della sua vita sono fino ad oggi risultati vani. Origene lo identificò con il Clemente ricordato in Filippesi 4,3; le Pseudo‑clementine lo fecero diventare uno dei Flavi e Cassio lo identificò con il console Tito Flavio Clemente giustiziato fra il 95‑96 per la sua fede cristiana. Certamente non abbiamo prove in favore di nessuna di queste tesi e nemmeno del suo martirio, che tuttavia viene commemorato dalla liturgia romana.

OPERA
L'unico scritto che possediamo è la Lettera alla comunità di Corinto (95‑96), il primo scritto cristiano - a parte quelli del Nuovo Testamento - di cui conosciamo l'autore, la condizione e l'epoca. Informato dei problemi esistenti nella Chiesa di Corinto, Clemente scrisse questa lettera che è un richiamo alla concordia fra i membri di quella Chiesa. Gli sono state attribuite anche una seconda lettera (di cui non conosciamo l'autore) che contiene una testimonianza a favore della « Paenitentia secunda », due lettere Alle vergini- scritte in realtà nel III secolo-, e le Pseudo‑Clementine,  un racconto giuntoci in modo frammentario, anch'esso del III secolo.

TEOLOGIA
La lettera di Clemente riveste una certa importanza in quanto non contiene soltanto una formidabile testimonianza del soggiorno di Pietro a Roma e di Paolo in Spagna bensì è la prima dichiarazione espressa sulla successione apostolica (XLIV, 1‑3), benché non affermi il primato della sede romana. La gerarchia cristiana viene suddivisa in vescovi e diaconi- i quali vengono denominati con il comune nome di presbiteri in alcune occasioni (XLIV, 5 e LVII, 1)- la cui missione è quella di offrire i doni o di presentare le offerte.
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