25.10.2019 - Francesco e Maria

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25.10.2019

DISCORSI > 2019
La parola “servi di Maria” mi fa pensare a una cosa che Sant’Ignazio [di Loyola, negli Esercizi] mette nella meditazione sulla nascita di Gesù. Dice: “Devo essere presente – nella meditazione – come un servo che aiuta la Madonna a fare le sue cose a Betlemme, nel presepio”. Servi della Madonna. In questo c’è un rapporto grande con quello che fa la Madonna. Fa nascere Gesù, lo fa crescere, e poi fa crescere la Chiesa. E quei grandi commercianti – perché avevano dei soldi questi, non erano sprovveduti – alla fine hanno lasciato tutto per farsi servi, servi della Madonna, perché hanno capito il ruolo della Madonna nella redenzione, ruolo che tante volte le teologie cosiddette “moderne” dimenticano. Ma la Madonna ci ha portato Gesù! E i vostri Fondatori hanno capito questo, hanno capito e si sono fatti servi. Sono andati a pregare [sul Monte Senario]; e poi tutto il lavoro che hanno fatto.
La parola “servizio” è anche quella che dice la Madonna all’Angelo: “Io sono la serva, io sono qui per servire”. Imitano la Madonna proprio in questo servizio. E si fanno servi di Lei, perché li conduca proprio in questa strada di servizio. La prima parola: servizio. Siete servi. Non dimenticatevi mai questo. Non siete padroni. Servi. “Guarda che quell’altro…”. Ma tu sei servo di quell’altro. “Ma quel vescovo…”. Tu sei servo di quel vescovo. “Ma la Chiesa…”. Tu sei servo della Chiesa. “E la gente…”. Tu sei servo della gente. Mai spostarsi da quella grazia fondante che è l’essere servo. Servo per scelta. Anche l’altro Sant’Alessio [romano] si era fatto mendicante, abitava sotto le scale. Il vostro Alessio ha fatto una scelta: è stato servo per scelta, per diventare santo. Questa è proprio la strada fatta dal Verbo: “Annientò sé stesso. Si è fatto servo fino alla morte, morte di croce” (cfr Fil 2,7-8). È la strada del servizio. Sì, ma anche di più: della servitù. “Questo vuol dire che io devo essere schiavo?”. Sì. “Che devo anche rinunciare a certe libertà per farmi servo?”. Sì. Meditate su questo vostro nome: servi della Madonna, la serva del Signore, il quale da Signore si è fatto servo, Gesù.
Questa è la prima idea che mi viene in mente, ma sempre pensando all’anno 1957, quando questi due vostri fratelli mi parlavano della spiritualità della congregazione. Mi è rimasta impressa.
E il servizio è un servizio di speranza. Se c’è una persona che non sembra avesse motivi di speranze umane è la Madonna, con quelle cose strane che succedevano nella sua vita: dalla nascita di Gesù, poi la persecuzione e la fuga, poi il ritorno, e vedere il figlio che cresceva nelle contraddizioni… Ma Lei guardava avanti: era la Signora della speranza. Oggi, siamo tutti dottori nella mancanza di speranza. Troviamo sempre scappatoie per non avere speranza, quando incominciamo a lamentarci del mondo: “Ma questo…, e queste calamità, le cose che succedono… “. Succedono cose brutte, ma non più brutte di quelle che accadevano al tempo della Madonna. È lo stesso. Il mondo cambia le forme, ma le schiavitù, le guerre, le crudeltà di quel tempo sono quelle di oggi. Bisogna seminare speranza, guardare oltre. La Madonna ci insegna anche a seminare speranza. Pensate al Calvario; pensate alla Pentecoste, quando pregava con i discepoli. È la Madonna dei dolori, e nel dolore, nella povertà, nello spogliamento viene la speranza, si vede chiara. Quando uno sta bene non è tanto facile esprimere la speranza, ma quando ci sono le difficoltà viene la speranza. E Lei [Maria] è una maestra, ci ha insegnato tanto. Ci ha insegnato tanto.
Poi, l’altra parola [del tema del vostro Capitolo]: “in un mondo che cambia”. Il cambiamento. Il tempo è sempre in cambiamento. Noi abbiamo sempre la tentazione di fermare il tempo, di dividerlo, di dominarlo… Come diceva uno qui, al Sinodo per l’Amazzonia: “Voi europei avete l’orologio, noi [indigeni] abbiamo il tempo”. Scommettere sul tempo. Sì, le cose cambiano, ma il tempo è di Dio. E non chiudersi nelle nostre tempistiche che sono troppo umane, troppo umane. Andare avanti secondo il tempo di Dio: Lui sa.
Essere servi della Madonna, della speranza, in un tempo che  cambia, in cambiamento, è possibile soltanto con la preghiera. I vostri sette Fondatori prima di tutto si sono ritirati a pregare. E hanno pregato bene! Mi raccomando: non lasciate la preghiera. È il fondamento della vostra vita. La preghiera anche come chiedere l’elemosina alla Madonna: “Aiutami a essere un servo fedele”. Questa preghiera è feconda e vi darà vocazioni e tante cose. La preghiera è lo strumento che fa miracoli. Fa miracoli. Ma ci sono tanti increduli sul potere della preghiera. E io sono tentato di dire – è una tentazione ma lo dico lo stesso – che tante volte i più grandi increduli siamo noi, i vescovi, i preti, che non crediamo nel miracolo della preghiera. Non crediamo a quello che Gesù ci dice: “Chiedete e otterrete”. Non crediamo nel Padre nostro che ha tanta forza.
[...]
Un ultimo riferimento, per finire, allo spirito… ma non allo Spirito Santo! Al bel gesto di portarmi un po’ di spirito per sollevare il cuore! [vino prodotto nella fattoria dei Servi di Maria in Toscana] Grazie, grazie tante! E pregate per me che ne ho bisogno, perché anch’io possa essere un po’ servo della Madonna in un tempo in cambiamento, servo di speranza. Grazie!

Ai partecipanti del Capitolo Generale
dell'Ordine dei Servi di Maria


 
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