PREGHIERE DEI SECOLI A MARIA

Gioisci, o Madre
della gioia soprannaturale!
Gioisci, o mistica dimora
dell'ineffabile gioia!
Gioisci, o beatissima fonte
dell'inesauribile gioia!
Gioisci, o tesoro
di gioia eterna
che porti Dio!
Gioisci, o rigoglioso albero
della gioia vivificatrice!
Gioisci, o Madre di Dio
che non hai conosciuto nozze!

Gioisci, o vergine integerrima
dopo il parto!
Gioisci, spettacolo fra tutti
il più ammirabile!
Chi mai potrà esprimere
il tuo splendore?
Chi mai potrà
narrare a parole
la tua straorinaria bellezza?
Tu hai reso bella
la natura degli uomini!

Sofronio nacque a Damasco verso il 550 e morì a Gerusalemme l'11 marzo 638, un anno dopo la conquista della città da parte del califfo Omar. Molto probabilmente fu prima maestro di retorica e poi monaco nel monastero di San Teodosio vicino a Gerusalemme. Dopo aver soggiornato insieme a Giovanni Mosco a Roma (nel 619 o nel 634) e in Egitto, nel 634 fu eletto pariarca di Gerusalemme. Sofronio si impegnò nella lotta contro i monoteliti in Egitto e in Africa e a Costantinopoli contro lo stesso patriarca Sergio. Tra le sue opere si conoscono una "Lettera Sinodica a Sergio e agli altri Patriarchi", diversi scritti agiografici, 11 omelie, 23 odi anacreontiche e alcuni inni liturgici.
Sofronio, con tono altamente elogiativo, celebra la santità di Maria sia nella Lettera Sinodica che nelle sue omelie, specialmente in quella lunghissima sull'Annunciazione. Per comprendere meglio quanto egli afferma sulla santità di Maria, non bisogna dimenticare ciò che egli insegna circa il peccato originale. Sofronio chiama Maria "l'Immacolata", e, precisa, che ella era santa prima ancora dell'Incarnazione del Verbo: "Lo Spirito Santo scende su di te, che sei l'Immacolata, per renderti più pura e donarti la virtù fecondatrice". I cristiani sono invitati a celebrare la solennità dell'Annunciazione con il degno e dovuto onore, per ottenere, intercedente l'Immacolata, i beni celesti.