PREGHIERE DEI SECOLI A MARIA


Vai ai contenuti

Tommaso da Kempis

XV Secolo

Stella luminosissima,
che brilli nel cielo;
Regina del cielo,
Signora del mondo,
nessuna vergine
piena di celeste virtù
può paragonarsi
alla tua verginale bellezza poiché,
dopo il tuo unico Figlio Gesù,
tu sei la prima
di tutti i santi e le sante,
nonché la più nobile creatura
che Dio Padre previde
prima di tutti i secoli
e creò nella pienezza dei tempi.
Tutto il genere umano

ti lodi, glorifichi,
sommamente veneri
e intimamente ami
con grandissimo giubilo del cuore
e con purissimo affetto te,
la più bella Regina
di tutte le vergini,
o sempre Vergine Maria,
costituita mediatrice
di tutto il mondo.
E ogni creatura
del cielo e della terra,
innalzi a te,
le più dolci melodie.


Tommaso Haemerkken detto da Kempis, nacque nel 1380 a Kempen in Germania ed è noto soprattutto per essere ritenuto il più probabile autore del
De imitatione Christi. A partire dal 1395 frequentò le scuole a Deventer, divenendo un bravo copista. Successivamente fu accolto nel convento agostiniano di Monte Sant'Agnese, vicino a Zwolle, nell'Arcidiocesi di Utrecht, dove suo fratello Giovanni era stato nominato priore. Ordinato sacerdote nel 1413, fu eletto vice-priore dello stesso convento nel 1429, in un momento difficile per la chiesa locale, dato che il vescovo di Ultrecht, Rudolf van Diepholt, non era stato riconosciuto dal papa. Tommaso dedicò il suo tempo alla composizione e copiatura di testi, tra cui più volte la Bibbia. Egli morì il 25 luglio 1471 presso il suo monastero. Tommaso da Kempis appartiene alla corrente dei mistici che si diffuse lungo il Reno dalla Svizzera fino a Strasburgo e Colonia, sulla scia di Geert Groote e Florentius Radewijns, fondatori dei Fratelli della Vita Comune. L’Imitazione di Cristo, documento medioevale di sapienza cristiana, redatto appositamente per la formazione dei monaci ed inizialmente indirizzato esclusivamente a loro, costituisce uno degli esempi della più alta mistica di orientamento cristiano che ha formato generazioni di seguaci di Cristo anche non monaci.
La figura di Maria che emerge dagli scritti di Tommaso da Kempis congiunge indivisibilmente le due grandi vicende o condizioni della sua vita: il periodo terreno e quello celeste. Ella è la Vergine
“immensamente venerabile” e glorificata “al di sopra di tutti i cori degli angeli e dei Santi”; ed è la Madre misericordiosa che “condiscendente si china e con frequenza soccorre nelle difficili necessità della Chiesa”. Ma è soprattutto colei che eccelle nelle virtù: “È bello seguirla sulla via dell’umiltà, della povertà, della pazienza e della perfezione in ogni cosa”. Tommaso propone una vera spiritualità mariana, sempre orientata in ultima analisi a Cristo e alla Trinità, consistente in un riferimento costante e progressivo alla Madre di Gesù che si specifica nelle fasi di questo itinerario: ricordare, contemplare, imitare, pregare Maria. Tommaso preannuncia quasi il Concilio Vaticano II che nella Lumen Gentium, 65, invita la Chiesa ad innalzare lo sguardo “a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti”. Sulla bocca della Vergine egli pone queste significative parole che indicano il vero senso della devozione mariana: “Siate imitatori del mio Figlio e della vostra Madre. Ricordatevi di me, che non posso scordarmi di voi. Io sono difatti colei che prova compassione di tutti i miseri e la piissima avvocata di tutti i fedeli”.


Home Page | III Secolo | IV Secolo | V Secolo | VI Secolo | VII Secolo | VIII Secolo | IX Secolo | X Secolo | XI Secolo | XII Secolo | XIII Secolo | XIV Secolo | XV Secolo | XVIII Secolo | XX Secolo | Torna al sito | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu