PREGHIERE DEI SECOLI A MARIA


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Tonino Bello

XX Secolo

O Maria, Vergine della notte,
noi t'imploriamo di starci vicino
quando incombe il dolore
e irrompe la prova
e sibila il vento della disperazione
e sovrastano sulla nostra esistenza
il cielo nero degli affanni
o il freddo delle delusioni,
o l'ala severa della morte.
Liberaci dai brividi delle tenebre.
Nell'ora del nostro Calvario,
stendi il tuo manto su di noi,
perché, fasciati dal tuo respiro,
ci sia più sopportabile
la lunga attesa della libertà.
Alleggerisci con carezze di Madre
la sofferenza dei malati.
Riempi di presenze amiche e discrete
il tempo amaro di chi è solo.

Spegni i focolai di nostalgia
del cuore dei migranti,
e offri loro la spalla
perché vi pongano il capo.
Preserva da ogni male i nostri cari,
che faticano in terre lontane
e conforta chi ha perso
la fiducia nella vita.
Non ci lasciare soli nella notte
in compagnia delle nostre paure.
Anzi, se nei momenti dell'oscurità
ti metterai vicino a noi
e ci sussurrerai che anche tu.
Madre dolcissima...
stai aspettando la luce,
spariranno le lacrime dal nostro volto,
e insieme incontreremo l'aurora.
Così sia.


Nato ad Alessano (Lecce) il 18 marzo 1935, ordinato prete 1'8 dicembre 1957, don Tonino Bello, fu educatore in seminario, direttore dell'Ufficio pastorale diocesano di Ugento, parroco a Tricase e, quindi, dal 4 settembre 1982 fino alla morte avvenuta il 20 aprile 1993, vescovo di Molfetta. Aperto alle problematiche sociali, condivise per anni la sua abitazione con famiglie di sfrattati; prese posizione a favore dei marocchini, ospitandoli nel vescovado; difese strenuamente i diritti dei lavoratori; si oppose alla corsa agli armamenti; partecipò alle marce a favore della pace. Dal 1985 fino alla morte monsignor Bello fu anche Presidente di
Pax Christi, un movimento internazionale che ha lo scopo di educare alla pace e di cercare le strade concrete perché dal mondo sia bandita la violenza. Don Tonino ha amato teneramente Maria. Nel parlare di Lei, egli ha usato un linguaggio pieno di soavità, tenerezza, stupore, vibrante poesia. La "sua" Maria, è la "donna della porta accanto", una donna consapevole e partecipe dei drammi e delle problematiche dei suoi "vicini", perchè è stata anche la prima ad aver sperimentato i silenzi del dolore e della morte, capace, quindi, di avvicinarsi all'esistenza delle donne e degli uomini, con impeto materno, grande e sofferta partecipazione. Le sue visioni originali, hanno reso Maria una "donna dei nostri giorni", una nostra contemporanea. Nella rilettura poetica e spesso ardita della vita di lei e dei suoi atteggiamenti, egli esprime ed idealizza la sua stessa vocazione di essere e rimanere, come e con l'aiuto di Maria, un cuore che si apre, che comprende, che partecipa, che aiuta tutti. I suoi scritti sono un canto e un'esaltazione della maternità attiva e fattiva della Madre del Signore: per essere veri operatori di pace nel mondo, costruttori di una civiltà fondata sull'amore, bisogna essere come Maria, seguire il suo esempio.


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