Animazione culturale - DIZIONARIO DELLA CULTURA

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Animazione culturale

A
Metodo di promozione comunitaria diretto a stimolare lo sviluppo culturale degli individui e dei gruppi, orientato a sensibilizzarli nei confronti dei propri bisogni ed aspirazioni, e a favorire la comunicazione tra loro per porre in valore le proprie capacità creatrici. Occorre, per questo, realizzare le condizioni della partecipazione e della creatività e trovare i luoghi o i supporti dell'azione comune.
E' importante costituire bene i sottogruppi - giovani, adulti, anziani, immigrati - affinché possano beneficiare il meglio possibile dell'animazione. Particolare attenzione deve essere data alle sub‑culture che hanno il loro proprio linguaggio, il loro proprio stile di vita e i loro propri bisogni. Queste categorie sociali costituiscono spesso un non‑pubblico e sono i non‑utenti e i non‑abituati alle attività culturali riservate alle classi più agiate.
L'azione culturale può essere considerata una forma di educazione popolare che favorisce la democratizzazione della cultura e la formazione permanente. Due sono gli scogli da evitare: il primo è il concepire l'animatore culturale come un semplice funzionario o un militante anche se la sensibilizzazione alle responsabilità politiche può costituire un obbiettivo valido dell'animazione. Il secondo scoglio è il perseguire l'educazione popolare con spirito di condiscendenza come se si intendesse far « discendere » l'alta cultura verso le classi disagiate, i quartieri poveri, gli immigrati. Si tratta invece di far « salire » i più poveri culturalmente verso le forme più elevate della cultura aiutandoli ad accedervi con i propri gusti e le proprie motivazioni. I mezzi esterni sono secondari nei confronti dei mezzi educativi. Facilitare mediante sussidi l'ingresso nei teatri, nei musei, nelle mostre d'arte, all'opera è certamente uno dei modi di promozione della cultura, ma spesso queste iniziative non favoriscono che i privilegiati già abituati al linguaggio della grande arte, ai modi del pubblico raffinato e familiari della cultura detta di « élite ». Non è facile per i « non‑abituati » oltrepassare le barriere di una certa segregazione culturale. Ne deriva tutta l'importanza di aiutare gli esclusi della cultura a sviluppare a poco a poco i propri talenti, a situarsi nei confronti della vita collettiva, a partecipare insieme alla propria elevazione sociale e culturale, a cercarsi i mezzi e l'audacia di creare, di comunicare liberamente tra loro e con l'insieme della società.
L'iniziazione agli audiovisivi, all'uso diretto della radio e della TV comunitarie sono mezzi eccellenti. Nelle società dominate dai mass‑media, una delle funzioni prioritarie dell'animazione culturale è quella di formare coloro che ne usano alla critica, all'apprezzamento e alla scelta dei programmi offerti dalla radio, dalla TV, dal cinema, secondo i criteri di uno sviluppo progressivo delle persone, delle famiglie, delle comunità umane. Importa soprattutto formare il gusto in vista di una consumazione selettiva dell'immensa produzione delle industrie culturali. Questo lavoro di animazione, per sé, non richiede che un supporto istituzionale leggero e può essere intrapreso con mezzi semplici.
L'animazione culturale può essere perseguita in tutti gli ambienti educativi o di formazione permanente. Essa è organizzata in maniera sistematica o professionale nei centri culturali e nelle case di cultura.
Questi centri sono spesso affidati ad animatori o ad animatrici molti dei quali sono specializzati in campi specifici. Il termine « animatica » è talvolta usato per indicare tutte le questioni attinenti all'animazione culturale.

Vedi
Centro culturale
Educazione permanente

Bibl.: A. Girard 1982, cap. 3. F. Jeanson 1973. P. Moulinier 1980.

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