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UN MESE CON MARIA


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23. Leone Magno

LATINI

23. Dalla «Omelia 25» pronunciata nel Natale del 444 da papa Leone Magno († 461)

2. Noi predichiamo che il Figlio di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli e coeterno con il Padre per uguaglianza eterna e consustanziale, è venuto in questo mondo, facendosi uomo nel seno della Vergine, prescelta per il compimento di questo mistero di pietà. In lei e per mezzo di lei la Sapienza edificò per sé quella dimora, e l'incommutabile divinità del Verbo associò a sé la forma di servo nella rassomiglianza della carne di peccato [...].

3. Esulti perciò la fede degli spiriti giusti e procuri di comprendere il vero e unico Figlio di Dio, non solo secondo la sua divinità, nella quale è stato generato dal Padre, ma anche secondo l'umanità, nella quale è nato dalla Vergine. E' lui che sussiste nell'umiltà della nostra natura, così come sussiste pure nella sua maestà divina, vero uomo e vero Dio: eterno nella sua essenza, e nato nel tempo nella condizione nostra; una cosa sola con il Padre nella sostanza, la quale mai fu inferiore al Padre, e una sola natura con quella della madre, in rapporto con il suo corpo, creato per lui [...].

4. «Quando giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò il Figlio suo, nato da donna, nato sotto la legge» (gal 4,4,). Che cosa significa allora questa realtà, se non che il Verbo si è fatto carne, che il Creatore del mondo è nato dal seno della Vergine, che il Signore della maestà si è congiunto con gli elementi della prima origine umana; e sebbene sia mancata a quella spirituale concezione ogni contatto di comunione con seme d'uomo, che vuol dire, se non che, per assumere la sostanza di un vero corpo, egli ha preso dalla madre quella sola natura d'uomo?[...]


(AA.VV. Testi mariani del primo millennio
vol III, Città Nuova, Roma 1990, pp. 488-489)

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