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UN MESE CON MARIA


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9. Modesto di Gerusalemme

BIZANTINI

9. Dalla «Omelia sulla Dormizione della Madre di Dio» di Modesto di Gerusalemme († 634)


Ineffabile è la santissima conoscenza delle sacre festività della Madre di Cristo Dio: un mistero gloriosissimo e incomprensibile agli uomini e a tutte le potestà celesti! Anche un discorso multiforme e sapiente esita perplesso nel tessere in modo degno il panegirico di un miracolo che supera l'intera conoscenza delle creature dotate di intelletto e di ragione. Infatti per volere di Dio è stata glorificata colei che propriamente e veramente è Madre di Dio, colei che è più santa e più gloriosa dei cherubini e dei serafini.
Quei Padri che per primi furono stabiliti Dottori della Chiesa di Cristo nostro Dio per la grazia dello Spirito Santo, fortificati da esso, lodevolmente si involarono ad una sì grande altezza che travalica ogni immensità e che è posta, al di là di tutte le potenze celesti, nell'incomprensibile gloria delle meraviglie e delle contemplazioni del suo divino e ineffabile mistero.
Essi, poi, soffermandosi piamente e secondo le loro possibilità come su un carro di sole trainato da cavalli infuocati, per mezzo di essa dal Cristo Salvatore "nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza" (Col 2,3) furono ritenuti degni di trovare nella Sacra Scrittura tutti quei passaggi che poi esposero nelle singole sacre festività della Madre di Dio, e, a gloria del Salvatore nostro Dio, di condurre gli uomini pii ad un tesoro che non può essere portato via, ad uno stupendo ornamento spirituale e alla divina edificazione delle Chiese ortodosse.
Ma io non so come sia potuto accadere che i primi Padri non ci abbiamo lasciato alcun discorso intorno alla Dormizione, come neppure quelli che hanno seguito i primi. Perciò, nel giorno della festa della Dormizione della Madre di Dio la maggior parte dei fedeli sta a bocca aperta,, tutta avida di apprendere, o meglio, ardentemente desiderosa di conoscere la dottrina cristiana e, intelligentemente attenta all'ascolto delle cose divine, vuole sapere qualcosa intorno a questo mistero.


(AA.VV. Testi mariani del primo millennio
vol II, Città Nuova, Roma 1989, pp. 124-125)


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