GIULIO II [1503-1513] - DIZIONARIO PAPI

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GIULIO II [1503-1513]

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Nipote di Sisto IV, nato ad Albissola presso Savona, fu successivamente vescovo di Carpentras, di Ostia, di Albano, di Bologna e di Avignone. Venne nominato, da suo zio, cardinale titolare di S. Pietro in Vincoli. Audace, coraggioso, battagliero e geniale, il cardinale della Rovere, che era stato esiliato da Alessandro VI, tenne testa al Borgia, sollevò contro di lui gran parte dell'Italia, e contribuì non poco alla conquista di Napoli da parte di Carlo VIII, alla ribellione dei Genovesi e alla cacciata di Lodovico Sforza da Milano. Fu eletto papa nel 1503; iniziò il suo pontificato con una bolla secondo la quale in avvenire si sarebbe annullata ogni elezione di pontefice dovuta a brogli e a simonia. Poi Giulio II rivolse tutti i suoi sforzi a restaurare la potenza politica dei papi e a ricuperare i domini usurpati sul patrimonio della Chiesa, incominciando dalla Romagna, di cui il Valentino (Cesare Borgia) ed i Veneziani si disputavano il possesso. Morto Alessandro VI suo padre, Cesare Borgia, che aveva commesso l'imprudenza di contribuire all'elezione del cardinale  Della Rovere, dovette rassegnarsi a trattare con lui, divenuto Giulio II, e a restituire alla Chiesa le sue conquiste e le fortezze di Forlì e cesena. Ma siccome il governatore di quest'ultima città fece impiccare l'inviato del papa incaricato di prenderla in consegna. Giulio II fece arrestare il Valentino e fu energicamente severo contro di lui, finché la cessione di Cesena non divenne un fatto compiuto. Questi fatti avvenivano fra il 1503 e il 1506. Quando il Borgia evase da Ostia per recarsi a Napoli e quindi in Spagna, il papa gli concesse un indulto per l'investitura di tutti i benefizi del ducato di Milano, ed in cambio di ciò fu aiutato a rientrare in possesso delle città di Bologna e di Perugia. Nel 1508, Giulio II concluse col re di Francia Luigi XII e l'imperatore di Germania Massimiliano la lega di Cambrai contro i Veneziani, le cui milizie vennero cacciate, per opera di Luigi XII in persona, da Faenza, da Rimini e da tutti gli Stati della Chiesa. Ma l'ingerenza della Francia nelle cose d'Italia sembrò allora al pontefice un pericolo per l'indipendenza del papato, ed egli non esitò a rompere i buoni rapporti con Luigi XII e a cercargli dei nemici dapppertutto. Il re dei Francesi, per difendersi, giudicò opportuno portare la lotta sul terreno spirituale e da un concilio nazionale riunito ad Orléans nel 1510 fece dichiarare libera la Francia dall'obbedienza a Giulio II. Un altro concilio, tenuto a Pisa e poi a Milano (1512) deliberò in questo stesso senso. Allora il papa oppose a Luigi XII il quinto concilio ecumenico, il quale fu convocato esso pure nel 1512, in S. Giovanni Laterano, ed annullò solennemente le decisioni dei due concili precedenti. Promosse inoltre la Santa Lega, nella quale fece entrare gli Svizzeri, Venezia, i re Ferdinando d'Aragona ed Enrico VII d'Inghilterra, ed infine l'imperatore Massimiliano, e così riuscì a scacciare dall'Italia i Francesi. Oltre ad essere un abilissimo politico, Giulio II fu spesso anche un guerriero e comandò personalmente le sue truppe. Nel 1511 diresse l'assedio di Mirandola. Ma la protezione che accordò costantemente alle arti è uno de' suoi maggiori titoli di gloria. Affidò al Bramante la ricostruzione della Basilica di S. Pietro e pose (1506) la prima pietra del nuovo edificio. Michelangelo eseguì per suo ordine gli affreschi della cappella Sistina  scolpì per la sua tomba la famosa statua di Mosé. Raffaello eseguì per Giulio II i dipinti della camera della Segnatura e quelli della camera d'Eliodoro, nel Vaticano, e immortalò le sembianze di lui in un ritratto universalmente noto. Questo papa intraprendente e geniale ebbe tutte le qualità di un grande uomo di Stato e seppe utilizzare con rara energia le risorse di un'ammirabile diplomazia. Si poté dire di lui che se fu grande sul trono di S. Pietro, col suo carattere ed i suoi gusti sarebbe stato ancora più grande su di un uomo profano. Sepolto a Roma in San Pietro.
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