Baruc, benedetto - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Baruc, benedetto

B
Baruc, figlio di Neria, segretario di Geremia, vede le sue vicende strettamente connesse con quelle di Geremia, fino ad aver la stessa sorte, come quella di essere costretto ad andare in Egitto dopo la conquista di Nabucodonosor di Gerusalemme. La sorte di Baruc segue anche le vicende degli Ebrei deportati. Per questo costituisce una grande testimonianza sia della vita degli esiliati a Babilonia, sia dell’impegno di Gerusalemme nel curarli seguendone la vita e le vicissitudini. Il suo scritto è mandato a Gerusalemme perché venga letto nelle assemblee liturgiche. Su cinque elementi si svolge la vita degli esiliati: i rapporti con Gerusalemme, la preghiera, il culto della legge, lo spirito di rivincita e soprattutto i sogni messianici. Sono elementi indispensabili per la vita di una comunità che non vuole perdere la propria identità vivendo da stranieri, deportati in terra straniera. Nell’intenzione di Geremia che detta le profezie a Baruc c’è la loro lettura  nel tempio al popolo in un giorno di digiuno come appello alla penitenza. I consiglieri del Ioiakim chiedono che le profezie vengano lette anche a loro. Questi sapendo che devono comunicare al re soltanto sventure, consigliano a Geremia e a Baruc che si nascondano. Il re pensa bene di eliminare quelle sventure gettando con le sue mani i rotoli nel braciere. Baruc così è costretto a riscrivere il tutto. La tesi principale di Baruc è che con la penitenza Dio ricondurrà il popolo nella terra già promessa ad Abramo, Isacco e Giacobbe e mai più caccerà Israele dalla sua terra. Chi sa se anche oggi la penitenza non porterebbe gli uomini del nostro tempo a maggiore giustizia e pace nell’unione con Dio?
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