Obab, la guida del deserto - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Obab, la guida del deserto

O
Reuel, sacerdote di Madian, secondo Es 2,15-22 ha sette figlie, che Mosè aiuta nell’abbeverare il bestiame, mentre altri pastori, sopraggiunti, lo impediscono. Mosè diventerà genero di Reuel sposando la figlia Zippora. Da Nm 10,29 veniamo a sapere che Reuel ha anche un figlio di nome Obab. Mosè comunica ad Obab: “Noi stiamo per partire, verso il luogo del quale il Signore ha detto: Io ve lo darò in possesso”. La marcia nel deserto certamente suscita preoccupazione a Mosè, facilmente ci si può smarrire ed è assolutamente necessario avere delle guide sicure. Quindi Mosè chiede ad Obab. “Vieni con noi e ti faremo del bene, perché il Signore ha promesso di fare il bene a Israele”. La risposta è deludente: “Io non verrò ma tornerò al mio paese e dai miei parenti”. Evidentemente egli preferisce tornare dai suoi parenti e non si preoccupa se tutti gli altri non conoscono le varie piste e le oasi dove potersi accampare lungo la marcia. L’egoismo sembra dominarlo. Mosè non si scoraggia di fronte a questa risposta e  trasforma in una supplica l’esigenza che il popolo non corra rischi nel deserto: “Non ci lasciare poiché tu conosci i luoghi dove ci accamperemo nel deserto e sarai per noi come gli occhi. Se vieni con noi, qualunque bene il Signore farà a noi, noi lo faremo a te”. Così si chiude il brano. L’episodio narrato del libro dei Numeri è molto istruttivo. Vengono riconosciute le competenze degli altri. Obab appartiene ad un popolo di Madianiti, di gente, cioè, che conosce il deserto in maniera eccellente, fino al punto da essere definito da parte di Mosè: “…sarai per noi come gli occhi.” Questa espressione traduce anche l’umiltà di Mosè di riconoscere i propri limiti e di chiedere aiuto a chi può darlo. Un terzo insegnamento mi sembra che possa essere quello dell’uso sociale dei beni e delle conoscenze. Obab viene richiesto di mettere a disposizione di tutti le sue competenze con la ricompensa di ricevere lo stesso bene che Dio avrebbe fatto ad Israele. Questo comportamento sociale  si spiega perché tutto viene inquadrato in Dio, tutti dipendiamo da Lui, è Lui che elargisce il bene ed è per questa ragione che tutti i beni e le conoscenze e le competenze debbono essere messe a disposizione di tutti.    
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