Figli di Eli - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Figli di Eli

F
Il comportamento dei figli di Eli non è certamente edificante. Essi approfittano del fatto di essere figli del Sommo sacerdote Eli. Il redattore sacro li definisce “uomini depravati”. Infatti “non tenevano in alcun conto il Signore, né la retta condotta dei sacerdoti verso il popolo. Era costante la vessazione nei confronti di tutti quelli che offrivano sacrifici. “Veniva il servo del sacerdote mentre la carne cuoceva, con in mano un forchettone a tre denti e lo introduceva nella pentola o nella marmitta o nel tegame o nella caldaia e tutto ciò che il forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé”. Questa è la prassi che si attua a Silo per tutti quelli che vengono ad offrire sacrifici.  Prima che bruci il grasso il solito servo del sacerdote chiede la carne cruda dicendo: “Dammi la carne da arrostire per il sacerdote, perché non vuole avere da te carne cotta, ma cruda”. Se la risposta è negativa perché si esige che prima bruci il grasso, così replica: “No, me la devi dare ora, altrimenti la prenderò con la forza”. Commenta amaramente il redattore dicendo: “Così il peccato di quei giovani era molto grande davanti al Signore perché disonoravano l’offerta del Signore”. Le male fatte di quei giovani non si limitano ai sacrifici ma costringono anche le donne che servono all’ingresso della tenda del convegno ad unirsi a loro. Il povero padre che ascolta quanto gli riferiscono sulle malefatte dei figli dice: “Perché dunque fate tali cose? Io sento infatti da parte di tutto il popolo le vostre azioni empie! O, figli, non è bene ciò che io odo di voi, che cioè sviate il popolo del Signore”.  Ribadisce una strofe penitenziale che propugna la  seguente dottrina: se uno pecca contro un altro uomo Dio potrà intervenire in suo favore, ma se l’uomo pecca contro il Signore chi potrà intercedere per lui?. Ma i figli di Eli non vollero ascoltare il padre perché il Signore aveva deciso di farli morire. E’ una fine ingloriosa quella di questi giovani, ma certamente c’è nella coscienza popolare che non bisogna fare del male al popolo in nome della fede e bisogna rispettare il volere di Dio.
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