Giacobbe, figura problematica - DIZIONARIO PERSONAGGI BIBBIA

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Giacobbe, figura problematica

G
Stando al racconto biblico pare che fin dal seno materno la vita di Giacobbe non sia molto lineare. Due bimbi si trovano nel seno materno e si urtano fra di loro; Giacobbe nasce tenendo il calcagno del fratello. Ciò provoca un interrogativo alla madre sul significato di tutto ciò, si viene a scoprire che il fratello minore dominerà sul maggiore. Giacobbe costringe, in un certo senso, Esaù a svendere la sua primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie: “Giacobbe, disse, vendimi subito la tua primogenitura”, carpisce la benedizione del fratello imbrogliando, insieme alla madre Rebecca, Isacco, ghiotto di selvaggina. La reazione di Esaù è tremenda: decide di uccidere Giacobbe. Rebecca consiglia Giacobbe a tagliare la corda ed ad andar da suo fratello Labano. Rebecca convince Isacco, essendo disgustata delle donne ittite e ritenendo ormai inutile la sua vita, ad ordinare a Giacobbe di non prendere mogli ittite, ma di andare da suo fratello Labano e tra le sue figlie prendere moglie. Nonostante queste peripezie, lungo il viaggio, Giacobbe ha un sogno che indica la presenza di Dio nella sua vita, la sua benedizione, la continuità tra Abramo e lui per la discendenza e per la benedizione: “Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ho detto”. La presenza dallo zio non è senza problemi; è costretto a prendere due mogli e a lavorare quattordici anni finché riceve l’ordine di partire dallo zio, mentre la sua casa era cresciuta e per numero di figli e per ricchezza. Questa viene interpretata come un ladrocinio nei confronti di Labano e dei suoi figli. Giacobbe vedendo cambiare l’atteggiamento dello zio e dei cugini, fugge, avendo ricevuto l’ordine da parte di Dio: “Torna al paese dei tuoi padri, nella tua patria e io sarò con te”. Giacobbe fugge, viene inseguito dallo zio finché non raggiungono un accordo stipulando una alleanza. Infatti Labano si rende conto che non può andare contro le sue figlie e, a testimonianza dell’accordo, zio e nipote erigono una stele, giurano di non oltrepassarla “per fare il male”. Giacobbe si trova a lottare con Dio, per questo gli viene cambiato il nome in Israele perché aveva lottato con Dio e con gli uomini e aveva vinto. Chiama quel luogo Penuel perché aveva visto Dio faccia a faccia e “la sua vita è rimasta salva”. Giacobbe prepara l’incontro con Esaù stipulando un altro accordo e soprattutto invita tutta la sua famiglia alla purificazione eliminando tutti gli dei stranieri e i pendenti che avevano agli orecchi. Chiamò quel luogo El - Betel perché Dio gli si era rivelato. La vita di Giacobbe certo può essere molto discutibile sotto tanti punti di vista, ma ciò che salta immediatamente agli occhi è la continua presenza di Dio in tutti i suoi avvenimenti. Presenza che trasforma lentamente la vita di Giacobbe secondo il volere divino.
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