CASEL ODO - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
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CASEL ODO (1886-1948)

CASEL O., Il mistero del culto cristiano, Borla, Torino 1966 (ed. tedesca 1932).

Un ulteriore cammino di approfondimento teologico della liturgia è percorso in Germania da Odo Casel (1886-1948), benedettino nel
monastero di Maria-Laach. Il nome di Casei è legato alla «dottrina dei misteri» (Mysterienlehre) applicata alla liturgia. Questa, in base al concetto di mistero, non è «un ritualismo amplificato ed estetizzante o [...] una calcolata ostentazione piena di magnificenza, bensì una realizzazione e applicazione del mistero di Cristo a tutta la Chtesa nel corso dei secoli, affinché essa raggiunga la santità e la gloria». A parte le discusse teorie di Casel circa l'analogia del mistero liturgico con i culti misterici del mondo mediterraneo ellenizzato e la presenza nei sacramenti non solo dell'effetto salvifico ma della «realtà» stessa dell'opera salvatrice di Cristo, il contenuto essenziale della dottrina dei misteri passerà nella Mediator Dei (1947) e nella Sacrosanctum Concilium (1963). In Il mistero del culto cristiano, Casei accenna a Maria come esempio di realizzazione dei contenuti dell'anno liturgico ed esalta «la mistica sublimità del Magnificat»: «Il Magnificat stesso, con il suo mistico abbbandonono nelle profondità.divine, la sua dedizione di un cuore umile al volere di un Dio infinitamente misericordioso, rappresenta, anche dal punto di vista psicologico, il punto culminante della celebrazione. Quando esso è terminato, la preghtera, con la recita del Padre Nostro e dell'orazione del giorno, ritorna al tipo implorativo che, pur essendo il più consono alle dimensioni umane, ha acquisito un particolare approfondimento perché è stato totalmente immerso nella mistica sublimità del Magnificat». Una più profonda riflessione su Maria è affidata da Casel ad altre sue opere, soprattutto ai discorsi per la festa dell'Assunzione. Lo studioso benedettino, nel presentare - afferma T. Filthaut - «l'intera realtà del Cristo in una unitaria visione d'insieme, in una concezione che pone in risalto l'essenziale e che tuttavia racchiude in sé tutte le particolarità», passa coerentemente dal protomistero di Cristo, alla Chiesa sua sposa e alla Vergine-Madre, che di questa è tipo. La tipologia ecclesiale è la categoria predominante nella quale si comprende tutto il discorso circa Maria. Niente è tanto alieno da Casel quanto il considerare la Vergine nella sua individualità invece che in relazione all'Ecclesia. Da qualunque punto parta, Casei nconduce costantemente la riflessione mariana a Maria tipo della Chiesa. In rapporto al Figlio, non si può sottovalutare il ruolo della Vergine-Madre, anche se l'opera di Dio in lei «non è così centrale nel disegno salvifico come il grande atto redentivo di Cristo stesso». «Maria ha avuto la sua grande parte nell'incarnazione; ne è stata la grande diaconessa [ ... ]. Maria è la porta celeste attraverso la quale Dio è entrato visibilmente in questo mondo. Qui si palesa in sommo grado il suo titolo di Virgo-Mater, Vergine-Madre: infatti, per generare Dio nella carne, doveva essere vergine, cioè sposata a Dio, e poiché generò Dio nella carne, fu madre». «In Maria tutto fu in funzione del grande protomistero, l'incarnazione».
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