LUTERO MARTIN - AUTORI MARIANI

80 Teologi di varie confessioni religiose
che scrivono su Maria.
Vai ai contenuti

Menu principale:

L
LUTERO MARTIN (1483-1546)

LUTHER M., Commento al Magnificat, Centro studi ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il Monte 1967.

Il fenomeno che ha portato ad un recupero di Maria nella teologia protestante, ha i suoi prodromi nel periodo dell'illuminismo, quando «uomini e movimenti si proposero di nscattare l'eredità luterana dalle negative influenze del calvinismo». Risalendo alle origini della Riforma ci si è accorti «che l'atteggiamento antimariano non solo non proviene dai Riformatori del XVI secolo, ma è contro il loro stesso pensiero». Così il protestante W. Tappolet confessa di essere rimasto sorpreso di fronte ai numerosi testi mariani di Lutero, Calvino, Zwingli e Bullinger, da cui balza evidente il loro atteggiamento sostanzialmente positivo nei riguardi di Maria. È certo, per esempio, che Lutero nono rivolse originariamente la sua protesta contro Maria, ma contro i molteplici abusi della pietà popolare del suo tempo, contaminata dall'eccessivo sviluppo del sentimento religioso e dalla macchinsa ricerca di grazie. Senza giungere a fare di lui uno «dei grandi cristiani devoti di Maria», si deve riconoscere che Lutero conservò nella sua vita, sia pure con qualche flessione circa le raffigurazioni mariane e l'invocazione a Maria, un atteggiamento di lode e imitazione della Madre del Signore: egli ha composto circa 80 prediche sulla Vergine, proponendola come perfetto modello di vita cristiana e tipo della Chtesa. Quanto alla dottrina, Lutero tenne fede, anche negli anni della sua più decisa azione riformistica, alla maternità divina di Maria, «uno dei temi mariologici più ricorrenti» sotto la sua penna, inserito sempre nel quadro cristologico. Il suo famoso Commento al Magnificat del1520-1521 contiene al proposito affermazioni tutt'altro che minimiste: «Le 'grandi cose' non sono altro che questo, che Maria è divenuta Madre di Dio; in tale opera le sono stati concessi tanti e sì grandi beni, che nessuno li può comprendere. Infatti di qui viene ogni onore e ogni beatitudine, e a ciò è dovuta la sua singolare posizione sopra tutti in tutto il genere umano. Nessuno le è simile, poiché essa ha avuto dal Padre un figlio e un simile figlio. Essa stessa non gli può dare un nome
per l'immensa grandezza, e deve limitarsi a traboccare d'amore, essendo cose grandi che non si possono esprimere a parole, ne misurare. Perciò si è incluso tutto il suo onore in una parola, chiamandola cioè 'Madre di Dio'; nessuno può di lei o a lei dire cosa più grande, anche se avesse tante lingue quante sono le foglie e le erbe, le stelle del cielo e la rena del mare. Anche il cuore deve considerare cosa significhi essere Madre di Dio». Circa la verginità di Maria, Lutero offre testi in abbondanza, dove presenta Maria come sempre-vergine e risponde in senso cattolico a tutte le obiezioni bibliche. Anche la professione immacolatista, con sfumature e difetti, accompagna Lutero per tutta la vita, mentre egli nega costantemente l'Assunzione dato il silenzio della Scrittura. In base alla sua «theologia crucis» e alla radicale incapacità umana di portare un contributo anche infinitesimo all'azione di Dio, Lutero respinge la partecipazione di Maria nell'opera della salvezza; egli ammette che Maria possa essere nostra «Fürbitterin» (supplicante a nostro favore), ma non «Fürsprecherin» (Avvocata), né tanto meno «Mittlerin» (Mediatrice).

Home | A | B | C | D | E | F | G | H | J | K | L | M | N | P | R | S | T | V | W | Z | Esci | Mappa generale del sito
, sono state free counter
Torna ai contenuti | Torna al menu